mercoledì 25 gennaio 2012

Religione: il cammino neocatecumenale: Kiko Arguello

Il Papa ed il cammino neocatecumenale. Conferme e previsioni future.

Kiko, partiamo da una semplice domanda: com’è andato l’incontro di questa mattina?
Kiko: Fantastico! È stato veramente meraviglioso il fatto che siano state confermate le celebrazioni che scandiscono tutte le tappe della gestazione cristiana che il Cammino ha costruito.
Aspettavamo questo momento, e finalmente la Chiesa ha confermato il Cammino Neocatecumenale come iniziazione cristiana, nella sua dottrina, nelle liturgie e nelle tappe. È importantissimo, soprattutto, il fatto che il Papa abbia ribadito che  le comunità possono celebrare le messe della domenica per comunità.
È un fatto sociologico di una importanza immensa che vuole dire che la piccola comunità è la salvezza per la Nuova Evangelizzazione. L’eucarestia, infatti, crea e forma la comunità cristiana, la rende salda, la unisce.
Mentre per quanto riguarda la missio ad gentes?
Kiko: La missio ad gentes è anche una piccola comunità in mezzo a persone completamente pagane o lontane dalla Chiesa. Quello che vediamo è che queste persone sono attratte dalle “piccole comunità” rappresentate dalle famiglie in missione, sono sorprese dall’amore che esse mostrano agli altri e tra di loro.  Si lasciano catechizzare nelle loro case e diventano, poi, essi stessi una piccola comunità.
Tutto questo che ricchezza porta in più alla Chiesa?
Kiko: Possiamo dire che stiamo avviando una nuova pagina nella storia: la Nuova Evangelizzazione, in mezzo ad una crisi epocale che investe tutta la società, che si chiama secolarizzazione. Moltissima gente, non sappiamo perché, “molesta” le chiese; in alcuni paesi, soprattutto europei, sono arrivati anche venderle o chiuderle.
Per questo sono contento e stupito quando, con queste missioni ad gentes, appunto, ci sono persone che dicono “grazie, perché altrimenti non sarei mai entrato in una Chiesa” oppure ringraziano per “l’amore e l’accoglienza” che respirano nelle case di questi fratelli che li ospitano.
Sono numerose, infatti, le persone che vengono alle catechesi, non vogliono andare più via: sono le undici di sera e ancora non tornano a casa. Questo accade anche perché la gente, nella nostra società, si sente molto sola…
Ormai sono quarant’anni che il Cammino Neocatecumenale continua a dare frutti, basta pensare al grande numero di chiamate vocazionali. Cosa pensa di questi doni che il Signore fa al Cammino e alla Chiesa soprattutto?
Kiko: Che pensare… che il Signore è molto buono con noi. Io ringrazio davvero Dio, perché nonostante abbiamo avuto e abbiamo molte difficoltà e sofferenze, non ci ha mai abbandonato, ma sempre appoggiato e sostenuto. L’incontro di oggi ne è una testimonianza.
Verso quale direzione si sta muovendo ora il Cammino?
Kiko: Verso l’avviamento di una Nuova Evangelizzazione in tutto il mondo.
Stiamo guardando verso nuove prospettive, ad esempio anche la Chiesa ortodossa ultimamente si è mostrata interessata al nostro itinerario di fede.
Soprattutto credo, però, che dobbiamo prepararci per la Cina, il Vietnam, tutta l’Asia insomma e abbiamo parecchie famiglie pronte a partire in missione nell’Est del mondo.
Inoltre sono nati già cinque nuovi seminari per preparare i giovani a partire per la Cina?
Kiko: Esatto! Abbiamo chiesto 20.000 giovani che si sentissero chiamati per diventare sacerdoti ed evangelizzare in Cina, e si sono alzati in 5.000.
Ora questi ragazzi andranno vagliati, preparati, dobbiamo vedere chi completerà gli studi e via dicendo. Insomma la Cina, l’Asia!
In ultimo, Kiko, c’è qualcosa che vorrebbe dire a tutti coloro che fanno parte del Cammino Neocatecumenale, ma anche a tutti cristiani?
Kiko: Si, voglio fare un semplice augurio: di trovare Cristo e trovare, quindi, la vita vera che conduce alla vita eterna. Spero che tutti si possano veramente incontrare con Gesù Cristo, perché Lui ti dona la sua natura e la sua vita immortale e questo ti cambia completamente l’esistenza, ti aiuta e ti prepara. (Zenit)

Ma scopriamo il personaggio:
 
 Francisco "Kiko" José Gómez Argüello Wirtz (León, 9 gennaio 1939) è un pittore spagnolo, iniziatore assieme a Carmen Hernández e a Mario Pezzi del Cammino Neocatecumenale, itinerario di formazione cattolica e di evangelizzazione.



Crisi e conversione

Studia Belle Arti all'Accademia di San Fernando di Madrid, conseguendo il titolo di professore di pittura e disegno. Nel 1959 ottiene a Madrid un Premio Nazionale Straordinario di Pittura. In seguito ad una profonda crisi esistenziale avviene in lui una seria conversione che lo porta a dedicare la sua vita a Gesù Cristo e alla Chiesa, specialmente come professore di Cursillos de Cristianidad, dando "Corsi" a Madrid, Ceuta, Cáceres ed in altre regioni della Spagna. Nel 1960, con lo scultore Coomontes ed il vetratista Muñoz de Pablos, forma un gruppo di ricerca e sviluppo dell'Arte sacra "Gremio 62". Una borsa di studio per cercare punti di contatto tra l'arte protestante e quella cattolica, in vista del Concilio Vaticano II, gli permette di visitare l'Europa, entrando in contatto con il rinnovamento liturgico. Convinto che Cristo è presente nella sofferenza degli ultimi della terra e seguendo le orme di Charles de Foucauld, di cui conobbe i piccoli fratelli, nel 1964 va a vivere tra i più poveri, in una baracca di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid. Più tardi, conosce Carmen Hernández, laureata in chimica e licenziata in teologia. Grazie al liturgista P. Pedro Farnés Scherer entra in contatto con il rinnovamento liturgico del Concilio Vaticano II e con la centralità del mistero pasquale.

Le origini del Cammino 

Spinti dall'ambiente dei poveri, Kiko e Carmen furono incoraggiati a trovare una forma di predicazione, una sintesi kerigmatico-catechetica, che diede luogo alla formazione di una piccola comunità cristiana. Nasce così la prima comunità tra i poveri formata da gitani analfabeti, vagabondi, kinkis, ex-carcerati, prostitute, ecc. che dà corpo a quella ispirazione iniziale che Kiko ebbe nei primi anni sessanta: una visione della Madonna che gli aveva detto di fare "comunità cristiane che vivano in umiltà, semplicità e lode come la Sacra Famiglia di Nazareth e dove l'altro è Cristo".[1] Questa comunità delle baracche, nella quale diviene visibile l'amore di Cristo crocifisso, si trasforma in un "seme" che, grazie all'allora arcivescovo di Madrid, mons. Casimiro Morcillo, si diffonde nelle parrocchie prima di Madrid e poi di Roma e di altre nazioni. In Italia l'invito proviene da don Dino Torreggiani, fondatore dei Servi della Chiesa e nel 1968 inizia nella parrocchia dei Martiri Canadesi a Roma.

Kiko e il Cammino oggi 

Poco a poco, in contatto con parrocchie di ambienti culturali diversi, si va profilando un cammino di iniziazione cristiana per adulti che riscopre e recupera le ricchezze del Battesimo, basato sul tripode "Parola di Dio-Liturgia-Comunità" e che solo negli anni settanta, su proposta della Santa Sede prenderà il nome di Cammino neocatecumenale. Dopo trenta anni di evangelizzazione in più di cento nazioni, questo Cammino neocatecumenale è riconosciuto nel 1990 da papa Giovanni Paolo II come un "itinerario di formazione cattolica valida per la società e i tempi odierni". Attualmente il Cammino è presente in 101 nazioni dei 5 continenti, in 820 diocesi ed in più di 4.500 parrocchie con circa 19.000 comunità. Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale sarebbero circa 900.000 in tutto il mondo, di cui circa 250.000 in Italia. Kiko Argüello, Carmen Hernández e Mario Pezzi sono i responsabili a livello mondiale del Cammino neocatecumenale. Su espresso invito di papa Giovanni Paolo II, Kiko Argüello ha partecipato come uditore ai Sinodi sulla Penitenza, sui Laici, al Sinodo straordinario sull'Europa, al Sinodo sull'Eucarestia e, su invito di Benedetto XVI, ha partecipato all'ultimo sulla Parola. Nel 1992 papa Giovanni Paolo II lo ha nominato consultore del Pontificio Consiglio per i Laici, nomina riconfermata da papa Benedetto XVI. È stato invitato a fare interventi in vari centri universitari come a Barcellona (Universitat Abat Oliva - CEU), Madrid (San Pablo - CEU), Santiago del Cile (Universidad Santo Tómas), Roma (La Sapienza e Istituto Giovanni Paolo II - PUL). Si è fatto promotore, inoltre, del Family Day svoltosi in piazza San Giovanni in Laterano il 12 maggio 2007 e della festa della Santa Famiglia di Nazareth del 30 dicembre 2009 a Madrid che ha visto riunite circa 2 milione di persone. Il 13 maggio 2009 è stato insignito del Dottorato 'honoris causa' in Sacra Teologia dalla Pontificia Università Lateranense, Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia per l'opera svolta, attraverso il Cammino neocatecumenale, a sostegno della famiglia cristiana nel mondo.

Architettura, dipinti e liturgie 

Kiko Argüello ha ripreso l'attività pittorica, dopo averla abbandonata, per porla al servizio dell'evangelizzazione, ed essa ha avuto un profondo cambiamento di stile e di argomento. Attualmente la sua opera è essenzialmente di arte sacra e spesso si richiama a modelli protocristiani o bizantini sapientemente integrati con elementi dell'arte contemporanea occidentale. Alcune delle opere iconografiche di Kiko Argüello sono presso la parrocchia dei Santi Martiri Canadesi a Roma, la cattedrale dell'Almudena a Madrid (Spagna), la parrocchia di San Bartolomeo in Tuto, presso Scandicci (FI), la parrocchia di Santa Francesca Cabrini a Roma, la parrocchia della Trinità a Piacenza, la parrocchia di S. Giovanni Battista a Perugia, la parrocchia della SS. Trinità a Piacenza, la parrocchia di San Massimiliano Kolbe a Roma (settore est), consacrata il 26 aprile 2009. Un affresco rappresentante il giudizio universale è stato inoltre dipinto da Kiko Arguello nella Domus Galilaeae, centro internazionale progettato proprio da Kiko Arguello sul Monte delle Beatitudini, in Terra Santa.
La nuova estetica, in cui le sue opere si inseriscono, si realizza nell'attenzione per la bellezza estetica degli ambienti liturgici e comunitari (chiese, sale parrocchiali, seminari, ecc...), curati nei minimi dettagli, che sono, secondo la visione di Kiko, come un servizio d'amore per i lontani, gli ultimi, i più poveri. Si trova un riscontro nelle sue opere dove, secondo la tradizione iconografica, la prospettiva è capovolta affinché l'osservatore si trovi ad essere testimone e partecipe dei misteri cristiani ivi rappresentati che nel qui ed oggi della nostra vita intendono realizzarsi facendoci partecipi della beatitudine eterna.



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