venerdì 17 gennaio 2025

Terry Funk

 


Nel wrestling esistono tante categorie: quello classico, quello cruiserweight, lo strong style giapponese ed ovviamente il brutale hardcore wrestling, tanto per citarne alcuni.


Non sono molti i wrestler che si sono cimentati in più di uno stile, tendenzialmente chi nasce e cresce in un determinato humus, tende a portarlo con sé per tutto l'arco della propria carriera.


Ecco perché Terry Funk può essere a buon diritto considerato eccezionale, essendo stato un campione del mondo della classicissima NWA ed una delle più grandi stelle hardcore di ogni tempo.


Soffermandoci proprio sul wrestling estremo, si può sembra ombra di dubbio definire il campione di Amarillo, Texas come uno dei primi innovatori di questo stile. Del resto, Funk ha sempre sentito da heel l'odio del pubblico, anche quello più sfrenato che lo portò ad essere accoltellato a Corpus Christi, come una forma di ammirazione nei suoi confronti. I suoi match a Porto Rico spesso venivano interrotti, perché le persone si avvicinavano in massa al ring tentando di aggredirlo, mentre in Texas decine e decine di spettatori venivano fermati all'ingresso perché portavano con sé armi da fuoco per farsi giustizia privata contro l'odiato Terry.


Funk non ha mai nascosto di essersi approcciato al wrestling hardcore per fare qualcosa di diverso, per essere in copertina al posto dei vari Hogan o Inoki, proprio perché quel mondo poteva essere appannaggio tutto suo. Si dice, infatti, che negli States fu il primo ad adoperare i tavoli di legno come parte integrante degli incontri. 


Mentre negli anni 80 e 90 le figure di Ric Flair (in WCW) ed Hulk Hogan (in WWF) erano predominanti negli Stati Uniti, Funk cercava la sua nicchia in Giappone e nei territori indipendenti. Non che Funk non abbia mai provato a vedersela con questi due giganti: agli inizi della carriera dell'Hulkster, lui e Funk erano molto uniti, fino a quando, dopo un match in Botswana finito in squalifica tra i due, Hogan, partito in fretta per presenziare ad uno show NJPW, dichiarò di aver appena battuto Funk. Una dichiarazione che l'hardcore legend non ha mai veramente digerito.


Per quanto riguarda Flair, invece, tra i due ci fu un violento scontro, subito dopo la famosa trilogia tra il Nature Boy e Ricky "The Dragon" Steamboat, in cui realtà e finzione finirono per mescolarsi: Flair, infatti, non amava Funk, che lo prendeva spesso in giro per il suo nasone ed i denti da cavallo, anche davanti al pubblico. Il 16 volte campione del mondo provò davvero a far ritirare Funk in quel frangente, ma come sappiamo solo la morte poteva riuscire in questo intento.


Non volendo far parte a tempo pieno di una delle due major, Funk trovò quindi terreno fertile per la sua sfrenata follia nei piccoli territori indipendenti statunitensi e - soprattutto - in Giappone, dove le sue gesta di violenza sono sempre state ammirate dal popolo nipponico. Non a caso, uno dei miei personali match favoriti di Funk è la finale del torneo della morte della IWA contro il suo più grande nemico/amico Mick Foley, un match che però Funk non ha mai particolarmente amato, soprattutto per l'esplosione finale che, a suo dire, fu una mezza ciofeca. Anche i suoi match in FMW (Frontier Martial Arts Wrestling) sono ricordati tra i più incredibili, in particolare quelli in compagnia di uno dei suoi pupilli, Atsushi Onita. Lì, tra ring infuocati e punte acuminate, si procurò persino un ematoma grande come un grappolo d'uva per aver eseguito un moonsault sbagliato e cadendo di schiena direttamente sul cemento.


Ma il match che probabilmente si può definire il più pericoloso in cui si sia mai trovato coinvolto è quello a base di filo spinato a ECW Born to be Wired, combattuto contro un altra personalità tra le più pericolose che si siano mai viste su un ring di wrestling: Sabu.


In quell'occasione Funk ha davvero rischiato grosso, finendo con del filo spinato persino rasente la gola, con la possibilità di incappare da un momento all'altro in danni per la salute davvero seri.


Ma, tutto questo, perché?


Perché Terry Funk, prima del wrestling, amava il suo pubblico. Quelle persone che lavorano tutta la settimana, che mettono da parte i loro soldi per la famiglia e la casa, e che decidono di investire quegli stessi soldi per passare qualche ora a vederlo combattere, costi quel che costi il biglietto.


Ecco, a quelle persone Funk ha dedicato il 110% di sé stesso, per farli uscire dall'arena soddisfatti, felici di aver visto un grande incontro e pronti per immergersi in una altra settimana lavorativa, ma alleggerita dall'aver passato un pò di tempo di qualità. 


Un concetto che Funk ha sapientemente trasmesso al suo "figlioccio" Cactus Jack, e che gli ha permesso di lottare praticamente per tutta la sua vita, da Lou Thesz fino a The Rock, incastonando il suo nome tra i più grandi di tutti i tempi.


Il Vostro Sempre (poco) Umile Maestro Zamo 


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