sabato 5 agosto 2023

La storia di Graziano Origa, l’artista che portò il punk in Italia

 

“Il Warhol della Milano da Bere”, “l’eminenza oscura del fumetto italiano”, l’istrionico e visionario protagonista dell’editoria underground italiana è improvvisamente scomparso all’età di 70 anni.

 

Lorenzo Ottone

Nativo della Sardegna, dove da anni aveva fatto ritorno, Graziano Origa aveva mosso i primi passi nel mondo dell’arte come fumettista, professione che lo ha sempre accompagnato.

Nel mezzo, una vita spesa tra Milano e New York, due anime che aveva incarnato tra fine ‘70 e metà ‘80. Da un lato quella del Plastic, di Enrico Ruggeri e dei suoi amici Krisma, Maurizio Arcieri e Christina Moser – anch’essa recentemente scomparsa. Dall’altro la metropoli in cui punk, street e pop art si stavano amalgamando, la città di Keith Haring e di Andy Warhol, che Origa ritraeva nei suoi scritti come “faccia priva di melanina, il corpo canarino, la testa calva, il cazzo grigio e la chioma sintetica elettrica che come sua madre Julia parla ancora in cecoslovacco sognando ad occhi aperti [...]”.

Graziano Origa ad un party di Punk Artist insieme, tra gli altri, ai Krisma. Foto via archivio Krisma. 

Graziano Origa, al centro, ad un party di Punk Artist insieme, tra gli altri, ai Krisma. Foto via archivio Krisma.

Origa aveva sintetizzato queste due identità artistiche e scuole di pensiero prima nella rivista Gong, con la sua ricercata identità grafica , e dal 1979 nel suo capolavoro, Punk Artist: sotto la visione del curatore, ai limiti del surreale, la testata amalgamava Interview di Warhol con il magazine punk Slash, inseguendo un’estetica abrasiva ma raffinata, dove gli scritti erano accompagnati da illustrazioni di Origa stesso e fotografie di Joe Zattere, il compagno di una vita.

Ne ricordava la genesi, raccontando come fosse stato proprio Warhol ad avergli proposto di curare l’edizione italiana di Interview.  “Mi dai 100 dollari per usare il logo, altri 100 per mettere il mio nome, 100 ogni volta che prendi una delle nostre foto e 100 per ogni star che ho intervistato. E stasera ti porto da McDonald”. 

La copertina di Punk Artist N.5 con illustrazione realizzata da Graziano Origa. 

La copertina di Punk Artist N.5 (1979) con illustrazione realizzata da Graziano Origa.

Dopotutto, come lo ricorda il cantante, autore e oggi stimato pittore Ivan Cattaneo, “Graziano è stato il Warhol della Milano da Bere”, in anni in cui – si unisce nel cordoglio un altro amico storico Johnson Righeira – “Milano era forse anche meglio di New York. Il Plastic era una vera democrazia: trans, modelle, stilisti, pusher, trovavi tutti sullo stesso piano una volta passata la selezione alla porta, bastava che avessi una storia dentro da raccontare.”

Come entrambi sottolineano con affetto, Origa e Warhol erano simili nella fisionomia delle guance scavate, nei grandi occhiali tondi di acetato trasparente, e nel linguaggio fatto “di mezze frasi scandite e mai concluse”.

La sua abitazione milanese era stata decorata da Keith Haring e ci potevi incontrare un pubblico variopinto come le sue illsutrazioni: dall'attrice trans Eva Robin’s allo stilista Sandro Pestelli, che all’epoca aveva la sua boutique Gerard di fronte a quella di Aramni in Via Durini. Come ricorda Johnson, “nel bagno aveva gli orinatoi come nei locali inglesi…in Italia una cosa così all’epoca si vedeva solo negli Autogrill”.

 
https://www.domusweb.it/it/arte/2023/06/20/graziano-origa-lartista-amico-di-warhol-che-port-il-punk-in-italia.html
 
Briatore71

 

“Beh sai cosa Andy? Si può fare che io lo faccio lo stesso ma lo chiamo Punk Artist, uso il mio nome, le mie foto e le mie interviste. E stasera ti porto al ristorante sardo della 54esima che si chiama Due Merli,” fu la risposta di Origa.

Lui stesso definiva la testata come un “periodico decadente, raffinato, trash ma elegante, talvolta angosciato, altre su di giri”. In una parola, Origa aveva già immaginato il post-moderno che sarebbe di lì a breve seguito.


 

 

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