mercoledì 1 febbraio 2023

LA STREGONERIA LE CREDENZE POPOLARI IN ITALIA




 Quando si nomina la parola stregoneria” la maggior parte delle persone si ricollega all’idea di qualcosa di molto astratto, qualcosa senza fondamenti di etica e serietà. Non tutti sanno però che la magia affonda le sue radici nei terreni più antichi della storia; Romani, Greci e Egizi, anch’essi utilizzavano nella vita di tutti i giorni atti magici per raggiungere un fine personale o comune. Le arti magiche, dunque, sono giunte ai giorni nostri, pur con molta fatica, dall’alba dei tempi, dividendosi in varie forme e categorie in tutto il mondo. La nostra penisola ne è un esempio.


In Italia la stregoneria prese il nome di “stregheria” (Vecchia Religione delle Streghe Italiane), essa vide la sua massima luce nel XIV secolo grazie agli insegnamenti della “prima strega” Aradia. La stregheria deriva dal culto delle streghe italiane pre – etrusche da due diversi movimenti pagani: AD CURSUM DIANAE e DOMINAE LUDUM.


La stregoneria italiana odierna, essendo strettamente collegata al paganesimo, è considerata una religione a tutti gli effetti, ha le sue credenze, celebrazioni e rituali che variano da tradizione a tradizione.


L’Italia è caratterizzata dalla presenza di una moltitudine di credenze; alcune streghe praticano la stregheria, altre la wicca e altre invece non seguono particolari tradizioni, alcune hanno credenze politeistiche e altre credono in due divinità: una maschile e una femminile (caratteristico della wicca) che insieme formano il tutto, cioè l’entità suprema.


Nonostante tutta questa varietà di tradizioni c’è un fattore che rimane come collegamento tra esse, consiste nella pratica solitaria o in congrega (coven), che viene deciso dalla strega all’inizio o a metà del suo cammino spirituale. La principale differenza tra la pratica solitaria e la pratica in congrega consiste nel fatto che nella prima la strega pratica da sola in luoghi a sua indiscreta scelta (preferibilmente in spazi aperti), nella seconda invece la strega opera insieme ad altre, l’insieme di un gruppo di persone praticanti della magia viene appunto definito Coven o congrega.


Sul nostro territorio l’arte magica più diffusa è la wicca, in cui viene utilizzata la natura in tutto e per tutto tramite i suoi insegnamenti (essa è considerata infatti come la grande maestra). Sorvolando però i veri culti religiosi come appunto la wicca, la stregheria, il druidismo e tutte le altre antiche religioni presenti sul territorio italiano ci si può soffermare sulle credenze e riti di carattere popolare che variano da regione a regione che sono ormai entrati a far parte delle tradizioni di ogni singola popolazione.


Ve ne cito alcuni tra i più importanti.


ARMA DI TAGGIA – LIGURIA (IL BALLO DELLA MORTE)


        La notte della terza domenica di luglio, vicino a Imperia, la congregazione in onore di Santa Maddalena parte verso un casolare in un bosco in groppa a dei muli, dove trascorrono la notte ballando e cantando, prima però di tornare a casa, due giovani innamorati intraprendono il ballo della morte (la ragazza finge un mancamento e il giovane la fa rinvenire con dei fiori di lavanda, dopo ciò i due ballano cantando “Comedamus et bibamus cras enim morietur”= mangiamo e beviamo insieme in quanto un giorno moriremo.


ALCARA LI FUSI – SICILIA (LA FESTA DU MUZZUNI)


        La festa si svolge durante il solstizio d’estate. Gli u muzzuni sono dei vasi col collo rotto, decorati con bellissimi gioielli dalle donne del paese, dai vasi spuntano i “laureddi” (spighe di grano e orzo). In ogni quartiere viene scelto un luogo consono (altare) per la collocazione degli u muzzuni.


PETRALIA SOTTANA – SICILIA (BALLO DELLA CORDELLA)


        La domenica dopo ferragosto con questa festa si ringrazia la natura per avere un raccolto più abbondante. Per la città sfilano due sposi (lei su una mula bianca e lui in costume petralise) seguiti dai parenti a cavallo, dopo la sfilata c’è il ballo della cordella messo in scena da 24 ballerini in costume.


MINTURNO – LAZIO (SAGRA DELLE REGNE)


        Questa festa è in onore della Madonna delle Grazie, è una versione cristianizzata di un’antica festa pagana per il raccolto. Nei campi vengono poste immagini della Madonna, e a fine raccolto ogni contadino offre un che verrà portato in processione sui carri addobbati fino alla piazza principale. La festa si conclude con danze, canti popolari e offerte di grano alla Madonna.


CEPRANO – LAZIO (FESTA DELLE CANTAMESSE)


        La festa avviene il 15 di agosto e consiste nell’offerta delle primizie della terra. Durante la festa partono cortei di donne che portano sul capo canestri pieni di pane e grano, ornati con fiocchi. Il giorno dopo i canestri vengono distribuiti alla popolazione.


STAFFOLO – MARCHE (FESTA DELLE NOCI)


        Avviene nella terza domenica di settembre, l’antica festa pagana ha funzione pratica, perché invita ad attendere una certa crescita degli alberi di noce prima di abbatterli, la leggenda invece dice che un uomo vivrà fino a quando il diametro del noce non avrà superato quello della testa dell’uomo…


VENETO – (BRUSA LA VECIA)


        Questa è l’antica tradizione con la quale si concludono tutte le festività natalizie e consiste anche nel scacciare le cose più brutte bruciandole. Un fantoccio di una vecchia rappresentante l’inverno viene bruciato in tutte le piazze venete intorno ai giorni dell’Epifania.


ALBAVILLA – LOMBARDIA (FESTA DELLA GIUBIANA)


        La Giuliana è un personaggio leggendario (è il male = l’inverno). La festa si svolge l’ultimo giovedì di gennaio, la Giuliana è rappresentata da un fantoccio che viene portato in giro e poi bruciato in un enorme falò.


SERRA SAN BRUNO – CALABRIA (FESTA DI SAN BIAGIO)


        Si verifica il 3 febbraio ed è un antico rito prenuziale, tutte le coppie in procinto di sposarsi compiono un gioco. L’uomo compra una focaccia la fa benedire e la porta alla donna la cui reazione è fondamentale per presagire il futuro del matrimonio (essa può accettarla, non accettarla, buttarla o dividerla col marito).


SANTA MARGHERITA LIGURE – LIGURIA (FESTA DI PRIMAVERA)


        Si svolge il 19 marzo sulla spiaggia di ghiaia, vengono preparate frittelle di ogni tipo e vengono distribuite ad ogni passante, alla sera, si accende un grande fuoco con sopra appesi due pupazzi (il fuoco simboleggia la fine dell’inverno). Questa festa ricorda antichi riti agricoli e marittimi adatti a propiziare una buona stagione estiva.


CALMIERA – PUGLIA (LA PIETRA DELLA FERTILITÀ)


        Anticamente era un rito di purificazione pagana, avviene il lunedì di Pasqua, uomini e donne passano attraverso il foro della pietra della fertilità situata nel terreno (è un passaggio molto stretto), il rito assicura salute e nascita dei figli.


CASTIGLIONE D’ORCIA – TOSCANA (LA MAGGIOLATA)


        La notte tra il 30 aprile e il 1 maggio un gruppo di cantori si sposta dal centro medievale verso i boschi attorno alla città. La Maggiolata è la canzone che i cantori cantano sotto le case degli abitanti in cambio di vino e cibo, il cammino dei cantori dura tutta la notte. Il loro canto finisce col sorgere del sole dove vengono recitati i seguenti versi: “Spunta l’alba e si veste il sole, se le mette le scarpe d’oro, sulla bocca ci ha un bel fiore, spunta l’alba e si veste il sole”. Queste quartine sono rivolte all’arrivo della primavera e dei suoi influssi positivi.

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