Intervista. Marco Cormio, vicecapogruppo Pd a Palazzo Marino
52 anni e che ne è della stagione estiva?
Per il 2014 sembra sia andata in vacanza. Continuano a susseguirsi giorni cupi e grigi, giornate con pioggia intensa a tratti con eventi temporaleschi, imprevedibili e molto pericolosi. Certo il cambiamento climatico oramai interessa tutta la Terra, ma c'è chi denuncia anche complotti militari.
Pare che si possa influenzare e di conseguenza imporre uno stato climatico piuttosto che un altro (esistono vari studi su questo in geo ingegneria). Rimane che episodi come quelli che sono accaduti nella notte tra lunedì e martedì scorso hanno messo in ginocchio per alcune ore parte di una città comeMilano, quella che tra un anno dovrebbe ospitare un'Esposizione Internazionale con l'ambizione di contribuire a una nuova crescita dell'umanità, nutrendo il pianeta non solo economicamente, ma e soprattutto di valori etici e morali.
Quelli che, a nostro modesto, parere non abbiamo di certo osservato l'8 luglio durante la seduta del Consiglio Comunale a Milano. Siamo in un luogo istituzionale dove crediamo si debba tenere un certo comportamento, soprattutto da parte chi è stato scelto dai cittadini per essere loro rappresentante. Certo all'apparenza potremmo anche sorridere alle frasi ironiche e ai travestimenti di certi consiglieri, ma poi crediamo sia giusto domandarsi dov'è finita la serietà di chi è in quel luogo, come si fa poi a dare credito ai pensieri e alle azioni di questi esseri.
E' pur vero che la nostra è una società in evoluzione ma pensiamo che bisogna anche comprendere fino a che punto questa la sia. A volte nell'osservare ci sembra di essere tornati indietro di anni, soprattutto nel vedere una grande mancanza di rispetto tra chi dovrebbe poi amministrare o dare il suo contributo a farlo di una metropoli che ha voglia di continuare a essere considerata la più europea in Italia.
Tra i vari interventi di quella seduta, vorremmo soffermarci su quello fatto dalconsigliere Marco Cormio (vicecapogruppo Pd a Palazzo Marino, vice presidente Commissione consiliare Lavori Pubblici), parole controcorrente le sue. Alle sterili polemiche si è cercato di dare risposte immediate cittadinanza, di costruzione di soluzioni.
Che il Seveso esondi non è certo da ora. Durante la sua esperienza di consigliere (dal 2001, terza legislatura ndr) qual'è stato l'episodio più drammatico?
Sicuramente l'esondazione del settembre 2010 quando furono chiuse tre stazioni della metropolitana M3 per dieci giorni (con allagamenti e detriti fino a 7-8 metri nella fermata “Sondrio”), sospensione di alcune linee di tram. E ancora gli ingenti danni e i futuri ritardi che abbiamo avuti nei cantieri della nuova metropolitana M5. Il 12 ottobre di quell'anno presentai una mozione che fu approvata alla quasi unanimità (37 consiglieri presenti, 35 voti favorevoli, due astenuti) dove si chiedeva, tra l'altro, allora sindaco di dare mandato a MM di elaborare un progetto per limitare gli effetti delle piene del Seveso.
Piani per risolvere il problema? Ci fu la proposta Albertini che però fu bocciata dal sindaco Moratti.
L'idea (il progetto definitivo è datato 2004) era quella di una galleria di 11,1 chilometri che doveva correte interamente nel territorio di Milano a una profondità variabile da meno 25 metri a Niguarda a meno 4 metri a Ponte Lambro (a cielo aperto nell'ultimo tratto), con una portata di 30 metri cubi al secondo (quando ha funzione di scolmatore e deviatore del Seveso), Il costo stimato era di 70 milioni, metà a carico del Comune, l'altra di Mm. La giunta Albertini lo inserì nel Piano delle Opere Pubbliche e lo sottopose all'Autorità di Bacino del Po, che risposte in modo favorevole alla sua fattibilità ma dovevano essere rafforzarti gli argini del Lambro per 5 chilometri. Serviva,a questo punto un accordo di programma con le amministrazioni dei Comuni interessati da questa variante. Un tavolo che la giunta di Letizia Moratti non convocherà mai. Anzi nel 2009 il canale scompare dal Piano delle Opere del Comune.
Nel suo intervento dell'8 luglio scorso lei parla ora di nuove soluzioni. Quali? A chi competerebbe il coordinamento dei lavori?
Si, nell'aprile 2012, durante la commissione consiliare Ambiente-Mobilità-Trasporti, PierfrancescoMaran, l'assessore di competenza, e i tecnici di MM hanno illustrato lo stato dell'arte in quel momento del Torrente Seveso e le sue esondazioni in zona Niguarda, presentando due studi di fattibilità. Il primo è stato elaborato da Aipo e prevede la possibilità di golene nelle arre di comuni a nord di Lentate, con vasche di laminazione a Lentate, Paderno, Varedo e Senago. Il secondo è condotto da MM per conto del Comune di Milano. Da questo studio nascono le proposte di costruzione di vasche di laminazione nel Parco Nord a Bresso e di una galleria sotterranea in parallelo all'attuale sistema Seveso-Redefossi.
Dati i costi elevati di quest'ultima soluzione si sta cercando di adottare il primo progetto (i cui costi oscillano tra i 148-170 milioni di euro da ripartire tra i diversi enti interessati). Essendo coinvolti più comuni, dovrebbe essere la Regione Lombardia a coordinare un Tavolo di Lavoro, definendo risorse finanziarie a disposizione, promuovere conferenze tra gli enti locali per definire crono programma di opere da realizzare e di attivare i necessari studi tecnici per realizzare gli interventi atti a migliorare la qualità complessiva delle acque del torrente Seveso. Oppure potrebbe essere il Governo stesso, come ipotizzato nel recente incontro con Erasmo D'Angelis, capostruttura contro il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi
E il comune di Milano che cosa è disposto a fare anche in vista dell'appuntamento internazionale dell'anno prossimo?
Nella mia proposta di mozione urgente, che su suggerimento di diversi colleghi si è deciso di affrontare in sede di commissione consiliare Lavori Pubblici e Ambiente mettendo a confronto tutti gli attori coinvolti, accennavo all'impegno formale (peraltro più volte già dichiarato anche dopo il summit tra comune e governo del 14/7) della Giunta Comunale di destinare una quota delle risorse in Conto Capitale in forma di progetti per limitare le piene anche se dovessero essere realizzti in altri comuni lungo il corso e di ad avviare insieme ai progettisti di MM una serie di momenti di confronto con il Consiglio di Zona 9 e i residenti sul territorio per verificare in maniera approfondita la compatibiltà ambientale dei progetti delle Vasche di Laminazione nel Parco Nord.
http://www.articolotre.com/2014/07/intervista-marco-cormio-vicecapogruppo-pd-a-palazzo-marino/
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