L’era della disinformazione del web. Intervista a Luca Menichelli, vicepresidente del CICAP Abruzzo-Molise
Il CICAP nasce per contrastare tutte quelle miscredenze scientifiche non supportate da prove, così ci dice Luca Menichelli vicepresidente dell’Abruzzo-Molise. Tra la ‘disinformazione del web’ Menichelli parla anche del fenomeno ‘scie chimiche’ dal punto di vista antropologico: «Accettare le scie chimiche è più semplice, non serve capire né la chimica né la fisica, basta credere e guardare il cielo e si evita di ragionare. Resta assodato il fatto che comunque la gente crede a quello che vuol credere e non a quello che è nella realtà». Intanto il CICAP lascia aperta alla ‘controparte’ la possibilità di portare «prove serie a sostegno delle loro teorie».
- Maria Cristina Giovannitti - Per alcuni la libertà di cui gode il web sta portando ad una sorta di“nuova era medievale”: si crede alle teorie del complotto con un’accettazione totale e senza nessun pensiero critico. Diventa disinformazione tutto quello che, senza essere dimostrato scientificamente, viene accettato e divulgato: di questo ci parla Luca Menichelli, vice presidente Abruzzo-Molise del Comitato Italiano per il Controllo delle affermazioni sulla Pseudoscienza. Una lotta, la sua, contro le disinformazioni del web e tra queste anche il tema caldo delle ‘scie chimiche’.
Perché nasce il CICAP e con quali finalità?
Il CICAP nasce nel 1989 su iniziativa del giornalista televisivo Piero Angela, famoso divulgatore di cultura scientifica. A seguito della pubblicazione di un suo libro dal titolo “Viaggio nel mondo del Paranormale” e da una serie di documentari omonimi, alcuni esponenti del mondo scientifico e della cultura si unirono in un comitato che aveva lo scopo di controllare le affermazioni sul paranormale. Nacque la necessità dell'istituzione di un comitato di controllo a causa del dilagare di credenze legate al paranormale che si diffondevano attraverso i media inquinando anche quegli ambienti che fino a quel momento sembravano immuni dal pensiero irrazionale. Inizialmente il comitato si occupava solo di fenomenologia paranormale ma negli anni assunse più le vesti di un ente di controllo delle affermazioni pseudoscientifiche in maniera più generica abbracciando tutti quegli ambiti in cui vi è un'affermazione che viola il metodo scientifico.
Secondo lei cos’è ‘disinformazione’?
Bella domanda. La disinformazione credo sia tutto quell'insieme di affermazioni che tendono ad essere divulgate senza dati oggettivi che le avallino. Fare disinformazione è relativamente semplice, è sufficiente portare avanti delle affermazioni, anche di carattere scientifico, senza in alcun modo dare una prova tangibile e credibile di quello che si è affermato. Nei nostri ambienti si dice spesso che “affirmandi incumbit probatio”, l'onere della prova spetta a chi afferma. Il concetto di disinformazione non segue questo concetto logico basilare, ma lo inverte sostenendo “dimostrami che non dico il vero”. Chi porta avanti affermazioni disinformative generalmente si limita a riportare quello che legge in giro e che rispecchia il proprio modo di vedere le cose, l'importanza della verifica delle fonti non è un problema per loro, se si trova su qualche sito che non provenga da canali ufficiali o se si trova come video su You Tube è sufficiente per avere valore probatorio ed evita qualsiasi tipo di confronto serio con esperti del settore.
Secondo questi criteri anche le scie chimiche si collocano come ‘disinformazione’? Perché?
Beh. La teoria delle scie chimiche si basa su presupposti che violano leggi della Fisica, della Chimica e aggiungerei del buon senso ed ha raggiunto una diffusione che definire imbarazzante, sfruttando proprio la facilità di divulgazione delle informazioni tipica del web, luogo senza controllo in cui ognuno può divulgare quello che vuole. I dati oggettivi tendono a dimostrare, in maniera scientifica, che l'idea delle scie chimiche sia veramente un qualcosa che fa parte della fantascienza. L'idea dell'utilizzo delle scie chimiche per operazioni di geoingegneria clandestina è nata all'incirca a metà degli anni 90 del secolo scorso e si è diffusa in tutto il mondo in maniera vertiginosa. La connotazione disinformativa dell'idea delle scie chimiche si palesa nell'analisi della sua storia. All'inizio le presunte scie chimiche contenevano pochi elementi chimici, in particolare bario, alluminio e altri metalli. Con il passare del tempo la lista si è allungata e ora sembra contengano di tutto: da questi semplici elementi chimici a virus per la sperimentazione di medicinali fino ad arrivare a polimeri e nanotecnologie per il controllo mentale. Non invento nulla, riporto semplicemente quanto viene sostenuto in pompa magna dai sostenitori delle scie chimiche. Altra caratteristica che denota la connotazione disinformativa è il fatto che la teoria muta in base alle perplessità riportate da quelli che amano definire “disinformazione di regime”. Inizialmente si parlava di pochi aerei militari senza insegne che si mischiavano al traffico aereo civile, andando avanti con il tempo l'idea è mutata molte volte fino ad arrivare a sostenere che ormai tutti gli aerei fanno parte del complotto e che le scie sono tutte chimiche, le scie di condensa sembra che non esistano più. Anche sugli scopi di queste operazioni potremmo dire qualcosa, anche in questo caso l'idea è mutata molte volte. Si è parlato della creazione di uno scudo metallico per migliorare le comunicazioni radio militari, di operazioni atte a modificare il clima, di esperimenti genetici e di diffusione di malattie per il controllo demografico. Le scie chimiche ormai sono associate a tutto. Secondo i sostenitori non esistono fenomeni atmosferici o geologici che non abbiano una componente antropica concretizzata attraverso questa geoingegneria clandestina aviodispersa. Ogni tanto qualcuno ne inventa una nuova, anche se a sopravvivere sono solo poche teorie. L'argomento è vasto e non basterebbe un'intervista e un articolo per elencare tutte le volte che la disinformazione sulle scie chimiche è stata smascherata e ha modificato quanto affermato prima per cercare di dimostrare l'indimostrabile.
Eppure in rete ci sono molti sostenitori che affermano il contrario, come se lo spiega?
Spesso scherzando dico che nemmeno Freud ci capirebbe qualcosa, ma credo che il tutto nasca da un insieme di fattori che portano a questo. In primis una spiccata sfiducia nelle istituzioni con la necessità di dover contrastare qualsiasi cosa che abbia a che fare con qualsiasi tipo di potere, che sia politico o economico. Chi crede nelle scie chimiche abbraccia, nella maggior parte dei casi, anche l'idea del falso allunaggio, dell'inside job sull'11 Settembre 2001, della ricerca bloccata dalle industrie farmaceutiche e petrolifere, dell'esistenza di governi occulti e altre teorie complottiste che vanno molto di moda che portano addirittura a negare l'attentato davanti a Montecitorio in cui è rimasto ferito gravemente un carabiniere. Sembrano cose che non hanno attinenza tra loro, ma sono affermazioni e teorie delle stesse persone che sostengono le scie chimiche. Altro fattore importante è la ricerca di una spiegazione a ciò che è incomprensibile. Effettivamente appare anomalo vedere l'apparizione di nuvole lunghe dove prima non c'erano e la spiegazione ufficiale non sempre è comprensibile a tutti. Per comprendere i meccanismi che portano alla formazione delle scie di condensa bisognerebbe avere una discreta conoscenza della Fisica e accettare l'idea della mutevolezza dell'atmosfera che per molti è statica, mentre chi si occupa di meteorologia sa che anche a breve distanze le condizioni di umidità e pressione sono molto differenti, questo spiega il perché, giusto per fare un esempio, in alcune parti del cielo ci sono le nuvole e in altre no. Accettare le scie chimiche invece è più semplice, non serve capire né la chimica né la fisica, basta credere e guardare il cielo e si evita di ragionare. Resta assodato il fatto che comunque la gente crede a quello che vuole credere e non a quello che è nella realtà e rivolge a quello che trova in rete più importanza di quella che dovrebbe avere.
Come giustifica le fotografie e i video che sul web documentano il rilascio di scie a basse quote, in tratti non standard per essere definite ‘di condensa’?
Innanzitutto va analizzato cosa voglia dire “bassa quota”. Tra le prove riportate da alcuni sostenitori delle scie chimiche, vi è quella del cumulo. Si parte dal principio che il cumulo sia una nuvola bassa e che quindi un aereo non può lasciare scie a quella quota. Qui entra in gioco una questione di prospettive, oltre che di conoscenza della meteorologia. Il cumulo è una nuvola che si trova ad altezze comprese tra poche centinaia e 10000 metri. I video che sono stati prodotti come prova riportano aerei che sembrano sorvolare il cumulo, quindi ad alte altitudini, e per una questione di prospettiva si ritiene siano più bassi. Ma su questo lascio la parola a persone più esperte in materia di meteo rispetto a me, io mi concentro su altri particolari: chi certifica la quota di volo dell'aereo (generalmente il tutto viene fatto in maniera empirica, a occhio) e soprattutto chi afferma che le scie di condensa si formano solo ad altissime quote? C'è ancora la convinzione che per essere possibile la formazione delle scie di condensa sia necessario il raggiungimento di questi tre parametri: altezza superiore a 8000 metri, umidità relativa superiore al 70% e temperatura inferiore a -40. Questo denota quella scarsa conoscenza della Fisica di cui parlavo sopra. Le scie di condensa si formano ogni volta che vi sono le condizioni per la loro formazione e non dei parametri standard. Detta così è ancora troppo incomprensibile, ma in realtà è semplice se si capiscono i meccanismi che portano alla condensazione. La condensazione si raggiunge quando si supera il punto di rugiada e quindi l'umidità racchiusa in un certo spazio per la pressione tende a condensarsi. La condensazione avviene anche a livello suolo (foschia, nebbia) e viene facilitata dalla presenza di nuclei di condensazione senza i quali il fenomeno avrebbe bisogno di altissima umidità per verificarsi. Per nuclei di condensazione possiamo considerare il pulviscolo, piccoli cristalli di ghiaccio, inquinamento – una curiosità: il termine smog molto in voga deriva dall'unione delle parole smoke e fog. Il termine venne coniato a Londra durante la rivoluzione industriale proprio a voler significare la nebbia che utilizza come nucleo di condensazione l'inquinamento generato dalla combustione del carbone – e anche il particolato che fuoriesce dal motore degli aerei. Quando un aereo vola, la combustione nel motore espelle vapore acqueo che si somma all'acqua in sospensione e tramite il particolato che funge da nucleo di condensazione rende possibile la formazione delle scie. Se non esistessero i nuclei di condensazione non vi sarebbero nemmeno le nuvole perché sarebbe necessario raggiungere livelli di umidità molto più alti. In molti, inoltre, ignorano il fatto che esistono vari tipi di scie di condensa con parametri di formazione molto differenti, sia in termini di pressione, che di quota che di temperatura e umidità. Tutto documentato da qualsiasi libro di meteorologia aeronautica dagli anni quaranta in poi. Consiglio a tal proposito la lettura del libro “Meteorologia per piloti” a cura del Capitano Giuseppe Cena del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, edizione 1955 (pag. 55-56) in cui viene riportata una esauriente distinzione tra scie da gas di scarico, scie da convezione e scie di origine aerodinamica. In alcuni casi, video e foto, riportano effettivamente aerei che rilasciano scie a bassa quota e a volte addirittura in fase di atterraggio, in questi casi si tratta di fuel dump, una pratica di espulsione del carburante in eccesso per alleggerire il velivolo prima dell'atterraggio e per limitare pericoli di incendio in caso di incidente.
Secondo il codice ENAC, le traiettorie aeree non possono incrociarsi. Perché invece (digitando su Google) ci sono foto di scie che si intersecano?
Infatti le traiettorie non si intersecano. Sono aerei che volano a quote differenti e ad intersecarsi è solo la proiezione su un piano bidimensionale. Appaiono come reticoli ma le scie sono su livelli di quota diversi. Strumenti come Flightradar 24, che quando ne trovano convenienza i complottisti usano come strumento e quando invece non gli conviene lo considerano un mezzo pilotato, fornisce in tempo più o meno reale le rotte e le quote degli aerei e da questi dati si evince che spesso aerei che sembrerebbero addirittura scontrarsi viaggiano su tunnel aerei completamente differenti con centinaia di metri di quota differenti.
I sostenitori del fenomeno scie chimiche ritengono che se le scie fossero state di condensa si sarebbero dissolte nel giro di poco mentre quelle che vediamo da un po’ di anni, restano per ore, espandendosi. Questa, secondo loro, è un’altra prova di chimicità, che ne pensa?
Ho iniziato ad interessarmi di scie chimiche proprio per queste affermazioni. Sono stato un bambino molto curioso e le scie mi hanno sempre affascinato. Vivendo non molto lontano da Roma potevo godere di tanti aerei ogni giorno e posso assicurare che anche trenta anni fa le scie erano persistenti come ora, si espandevano e creavano delle velature. Oltre all'esperienza personale vi sono centinaia di foto risalenti alla seconda guerra mondiale che ritraggono scie persistenti e addirittura un quadro di Paul Nash riguardante la battaglia di Inghilterra. Anche alcuni film del passato immortalano scie persistenti, un esempio è l'allenamento dello Stallone Italiano in Rocky 2, un film girato molto prima dell'inizio della presunta geoingegneria clandestina. Infine Richard Scorer nel libro “Clouds Of The World” dedica un intero capitolo alle scie di condensa sottolineandone anche la persistenza e l'espansione. I complottisti sostengono che quest'ultimo non si possa considerare una prova in quanto sostengono sia stato manipolato, in maniera orwelliana.
Lei smentisce l’ipotesi scie chimiche e allora come si spiega le dichiarazioni del generale Fabio Mini, capo di Stato del Comando NATO che non solo conferma questa chimicità ma parla di guerra ambientale in atto da anni ormai?
Il generale Mini porta una sua idea, non fornisce dati e prove tangibili e verificabili di quanto afferma. Anche se è stato un militare di spicco, non si è mai interessato di queste cose e nulla toglie che possa avere la sua idea e le sue convinzioni a riguardo. In fondo se un chimico premio nobel e molti medici diffondono l'idea che l'AIDS non esiste e che l'acqua cura il cancro cosa impedisce d un militare di credere ad un complotto mondiale? Perché dovremmo credere ad una persona che esce dal coro e non credere a migliaia che lo negano? Tutti collusi ed un solo eroe? Non so se ho reso l'idea.
Il meteorologo Andrea Giuliacci, invece, parla di ‘bufala delle scie chimiche’ ma non nega le sperimentazioni climatiche. Lei che ne pensa?
Qui si cade nell'equivoco. La geoingegneria è una realtà. È un insieme di pratiche di modifica del nostro globo con lo scopo di porre rimedio a precedenti danni dell'uomo o per migliorarne la vita. Il fatto è che in questi casi non c'è nulla di occulto e clandestino, si portano avanti studi per migliorare le condizioni del pianeta e si fanno esperimenti i cui risultati vengono portati all'attenzione di tutti. Nulla a che vedere con la guerra climatica di cui tanto si parla.
E’ stato un disinformatore anche Seymour Hersh quando, negli anni ’70, denunciò le irrorazioni che gli USA hanno condotto sul Vietnam, Cambogia e Laos?
Purtroppo non conosco bene la storia, ma so che durante quelle guerre sono stati portati avanti grandi scempi contro l popolazione ma a prescindere da ciò non vedo attinenza con le scie chimiche.
Definiamo fantascienza anche le sperimentazioni segrete che l’armata britannica ha condotto tra il 1945 e il 1978 su parte della popolazione del tutto inconsapevole per simulare “attacchi biologici”?
Anche su questo non posso rispondere perché è una questione che ho solo sentito ma non ho approfondito.
E’ un disinformatore anche Antonio Di Pietro che, oltre alle interrogazioni parlamentari, non chiude la porta alle scie chimiche?
Credere alle scie chimiche non vuol dire disinformare. Il disinformatore è quello che diffonde una notizia o una nozione priva di fondamento con l'intento di informare in maniera sbagliata. Su Di Pietro, da quello che ho potuto vedere, posso dire che lui non afferma il complotto delle scie chimiche, afferma che siamo sotto il controllo della NATO. Alcuni esponenti dell'IDV, ma anche del PD, hanno portato avanti interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche che vengono spesso portate come prova. Un’ interrogazione non è una prova.
Nonostante le tante interrogazioni presentate in Italia, il Governo – o anche solo il Ministro dell’Ambiente – non si è mai pronunciato. Un silenzio che rischia, in questo caso, di aumentare dubbi e misteri. Perché nessuno giustifica mettendo a tacere la disinformazione di cui ci parla?
C'è un meccanismo strano in questi casi. Ogni cosa che fai è sbagliata ma l'interessarsi di una cosa alla fine tende a dimostrarne l'autenticità. Capita spesso a noi che ci interessiamo di scie chimiche in maniera critica e diventiamo automaticamente una prova del fatto che siano reali perché se non lo fossero noi non perderemmo tutto questo tempo a convincere la gente che non c'è nulla che non va. Dare importanza ad un'affermazione che non lo merita gli da forza e i nostri politici hanno altre priorità che dare retta a chi diffonde delle neo superstizioni che dopo venti anni non sono state in grado di fornire una, che sia una sola, prova seria a sostegno. Solo vari “guardate il cielo” o analisi dell'acqua o in quota prelevando polvere dagli aerei. Abbiamo proposto al comitato Tanker Enemy ed altri di effettuare delle analisi congiunte, ma ci è stato risposto che non colloquiano con chi è colluso e pagato disinformatore. Forse è solo paura di dover poi cambiare di nuovo la teoria adattandola ai nuovi dati.
http://www.articolotre.com/2014/04/lera-della-disinformazione-del-web-intervista-a-luca-menichelli-vicepresidente-del-cicap-abruzzo-molise/
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