martedì 8 aprile 2014

I manipolatori in amore

Ettore ZancaPubblicato da  




Come si manipola un’anima in amore
Intervista con la psicologa Cinzia Mammoliti
Cinzia Mammoliti è una valente psicologa che sta conducendo una battaglia per le donne e in generale, per le vittime ambosessi di un fenomeno molto diffuso. La manipolazione emotiva. È un atteggiamento molto frequente che provoca traumi profondi, fondato sul fatto che chi ne è vittima finisce nella spirale di una relazione amorosa fondata solo sull’approvazione dell’altro, i manipolatori sono spesso anaffettivi oppure estremamente incentrati su se stessi e sulla loro apparenza. In due libri la dottoressa Mammoliti illustra le dinamiche del manipolatore e come sfuggirne. Oltre che cercare di far sì che in Italia, ci sia anche un vero e proprio reato configurabile.
D. Il libro pone l’accento su una situazione angosciante, la manipolazione emotiva in rapporto d’amore, iniziamo a tracciare dei confini, c’è differenza tra un vampiro emotivo e un manipolatore?
R. Tutti i manipolatori affettivi sono vampiri emotivi ma non tutti i vampiri emotivi si trasformano in manipolatori. Perchè vi sia manipolazione vera e propria occorre che si instauri una vera e propria relazione di sudditanza psicologica che porti la vittima a ricercare costantemente l’approvazione e il consenso del manipolatore. Approvazione e consenso che, naturalmente, non arriveranno mai.
I vampiri emotivi, o energetici, come li chiama Mario Corte nel suo illuminante testo, sono persone comuni nelle quali potremmo imbatterci quotidianamente: amici, conoscenti, colleghi, superiori, che condividono tra loro una profonda insoddisfazione di fondo, un senso di noia e di vuoto che le rende fondamentalmente prive di risorse per affrontare il mondo che le circonda. È per tale ragione che, per dare un senso alla loro esistenza e sentirsi in qualche modo vive, hanno bisogno di sottrarre energie agli altri senza però necessariamente instaurare relazioni durature  come fanno i manipolatori con le loro prede. Poiché tale sottrazione avviene principalmente attraverso la privazione della dignità altrui ecco spiegato perché tutti i manipolatori affettivi sono anche vampiri: non esiste manipolatore al mondo, infatti, che non attenti alla dignità delle proprie vittime.
D. Domanda che le avranno fatto innumerevoli volte, come si riconosce un manipolatore? Ci sono comportamenti standard?
R. Riconoscere un manipolatore è difficilissimo proprio per il camaleontismo che lo caratterizza. Per tracciarne un identikit accurato mi ci sono voluti due libri, I serial killer dell’anima e Il manipolatore affettivo e le sue maschere, entrambi ed. Sonda nei quali fornisco campanelli d’allarme e tratti comuni come, per esempio, la comunicazione disturbata tipica di chi mira a destabilizzare chi ha di fronte. Loro usano la menzogna,  l’omissione o il silenzio per creare ansie in chi li vive; sono verbalmente aggressivi, denigratorii e sminuenti. Mandano spesso messaggi contraddittori o privi di senso per gettare nell’incertezza i loro interlocutori. Questi sono solo alcuni degli indicatori che possono aiutarci a intercettare questi abusanti così tanto diffusi. Il radar più potente che abbiamo é, però, il nostro seso senso. Quello che ci porta a diffidare a pelle di certe persone
D.Come si fa a fidarsi dei propri istinti? Molti sono convinti di subire manipolazioni, ma pochi hanno la lucidità di delegittimare un carnefice, quanto è dura scegliere la propria libertà mentale?
R. Dovremmo fidarci tutti dei nostri istinti perchè sono gli unici a non sbagliare mai. Spesso sono i condizionamenti che ci fregano, gli stereotipi, il bon ton che ci vuole tutti quanti contenuti e trattenuti. In fondo si tratta di una forma di violenza invisibile e per molti quel che non si vede non esiste. A volte si riconosce un manipolatore ma non si ha il coraggio di delegittimarlo perchè si temono le conseguenze. Credo che scegliere la propria libertà mentale rinunciando a pensare con la testa di altri o schiavi della loro opinione e del loro giudizio sia il lavoro di una vita. Alcuni ce la fanno, la maggior parte no. Molti non vogliono. In fondo è più comodo a volte deresponsabilizzarsi. Sto cercando col mio lavoro ad aiutare le persone che vogliono essere veramente libere ad affrancarsi dalla manipolazione che non è, purtroppo, solo individuale ma di massa.
D. Una delle maggiori storture nella manipolazione sembra emergere dall’atteggiamento del carnefice, lei evidenzia che spesso gode di una ottima reputazione esterna, si comporta in maniera politically correct. Disorienta la vittima che si sente ancora più colpevole, perché spesso fa la figura del paranoico. Si può dire che un manipolatore vive di esteriorità?
R. La maggior parte dei manipolatori vive di esteriorità. Per loro la forma coincide spesso con la sostanza. Molti di loro la sostanza non sono nemmeno in grado di vederla. Ecco perché ci tengono tanto ad apparire agli altri come non sono nella realtà: simpatici, amabili, attenti, generosi, irreprensibili. Ma è solo un’apparenza. Una maschera. Destinata a cadere nel momento in cui si ritrovano tra le mura di casa e tirano fuori la loro vera natura.
D. Che collegamento può esserci tra manipolazione e narcisismo?
R. Un forte collegamento. Il narcisismo é un disturbo della personalità contemplato dal DSM V il cui sintomo principale consiste nell’anaffettività e nell’incapacità di provare empatia verso altri individui. Il narcisista ha un senso grandioso del sé e pensa che tutto gli sia dovuto. Non si preoccupa delle esigenze altrui e si caratterizza per un forte egoismo. Tutti tratti comuni alle personalità manipolative. La diagnosi di narcisismo é tuttavia molto difficile perchè chi è affetto da questo disturbo difficilmente ha l’umiltà di riconoscere di aver bisogno di cure.
D.Per uscire da una relazione manipolativa il primo passo sembra essere quello di non riconoscere importanza alle parole. Il filo diretto tra vittima e carnefice è dunque nella approvazione di quest’ultimo?
R.Si é esattamente questo. Si é sotto manipolazione quando si ha il continuo bisogno di consenso e approvazione da parte del manipolatore, come accennato prima. Questo é il primo allarmante sintomo. Per liberarsi da questa dipendenza occorre innanzitutto non cadere nella trappola della paura e del senso di colpa: le due leve emozionali usate dai manipolatori per abusare delle loro vittime.
Loro giocano a fare sentire in colpa sempre per colpe che in realtà appartengono a loro. Capovolgono la verità, proiettano e rinfacciano, facendo così sentire l’interlocutore perennemente sbagliato e inadeguato.
Determinano fenomeni regressivi, cioè fanno tornare bambini, azionando modalità comportamentali che avevamo da piccoli magari con le nostre figure educative di riferimento. Ci si libera da questo giogo elaborando il lutto di una possibile comunicazione con loro. La comunicazione la usano per ferire. Bisogna toglierla. Ecco perchè il mio consiglio resta sempre quello di fuggire a gambe levate quando si incontrano soggetti così. A qualsiasi contesto della vita appartengano.

http://www.informarexresistere.fr/2014/04/07/i-manipolatori-in-amore/

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