Sud Sudan: colpito aereo militare Usa
Durante le operazioni di evacuazione
Sud Sudan: tre caschi blu indiani uccisi
James Wani Igga
n aereo militare Usa e' stato colpito durante le operazioni di evacuazione in Sud Sudan. Lo rendono noto fonti dell'esercito ugandese
Il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato la partenza per il Sud Sudan dell'inviato speciale degli Stati Uniti nella regione per promuovere il dialogo tra le fazioni rivali nel paese, all'indomani dell'attacco alla base Onu di Akobo che ha causato la morte di due caschi blu indiani e almeno venti civili. "E' giunto il momento che i leader del Sud Sudan tengano a bada i gruppi armati sotto il loro controllo, facciano cessare immediatamente gli attacchi contro i civili e pongano fine alla spirale di violenza tra i diversi gruppi etnici e politici" , ha detto Kerry, annunciando l'invio nella regione dell'ambasciatore Donald Booth. Giovedi' il segretario di Stato ha chiamato il presidente del Sud Sudan, Salva Kiir, chiedendo "la protezione di tutti i cittadini e di lavorare per la riconciliazione".
Gli Stati Uniti hanno schierato circa 45 soldati nel Sud Sudan, a fronte dell'inasprirsi degli scontri tra diverse fazioni dell'esercito, per garantire la sicurezza ai propri cittadini residenti nel Paese. Lo ha annunciato Barack Obama in una lettera al Congresso. I soldati, "ben equipaggiati per il combattimento, sono stati schierati allo scopo di assicurare la protezione dei cittadini e degli interessi americani" e resteranno nel Sud Sudan fino a che la situazione lo richiederà, ha fatto capire il presidente americano.
I 34 cittadini italiani evacuati dal Sud Sudan a causa dei disordini scoppiati nel Paese sono giunti all'aeroporto militare di Ciampino con un aereo Kc-767 proveniente da Gibuti. Con loro ci sono anche 29 civili europei. Ad accoglierli nello scalo militare il viceministro degli esteri, Lapo Pistelli, con il capo dell'Unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri e il generale di divisione aerea, Settimio Caputo in rappresentanza del Coi (Comando operativo interforze) che ha collaborato con il ministero degli esteri al'evacuazione da Juba dei 63 civili, quasi tutti appartenenti ad organizzazioni non governative. Tutti sull'aereo hanno ricevuto assistenza dal team dell'Unità di crisi della Farnesina che martedì scorso si era recato nel Paese africano per organizzare l'operazione.
La compagnia petrolifera cinese China National Petroleum Corporation (Cnpc) ha deciso di trasferire nella capitale, Juba, tutti i suoi dipendenti che lavorano in Sud Sudan. La ha annunciato l' agenzia Nuova Cina, secondo la quale sono 32 i cittadini cinesi che troveranno rifugio a Juba. ''Stiamo organizzando l' evacuazione anche se l' impianto nel quale si sono verificati i disordini non e' gestito dalla Cnp'', ha affermato un portavoce governativo citato dall' agenzia. Nei giorni scorsi 14 lavoratori di un impianto petrolifero nel nord del Paese sono morti dopo essere stati coinvolti in scontri tra opposte fazioni. La Cnpc e' uno dei maggiori investitori nell' industria petrolifera del Sud Sudan ma i suoi impianti si trovano nel sud del Paese. La compagnia cinese e' il socio di maggioranza di un consorzio del quale fanno parte anche la Petronas (Malaysia) e l' egiziana Greater Nile Petroleun Operating Company (Gnpoc). Il Sud Sudan, che e' grande piu' o meno come la Francia e' il terzo Paese dell' Africa subsaharina per risorse petrolifere dopo Angola e Nigeria, secondo un' analisi della British Petroleum (Bp).
Una delle basi Onu nello Stato del Jonglei, nel Sud Sudan, è sotto attacco. La base è quella della missione Unmiss di Akobo. Le Nazioni Unite hanno perso il contatto. Tre caschi blu indiani sono rimasti uccisi. Lo riferisce l'ambasciatore indiano all'Onu, Asoke Mukerji.
L'ex vicepresidente del Sud Sudan, Riek Machar, fa appello all'Esercito di Juba perché rovesci il presidente Salva Kiir. Machar, intervistato da Rfi, si dice pronto a discutere solo delle condizioni per la destituzione di Kiir.
Il futuro del Sud Sudan ''e' a rischio'' , ha affermato il presidente Barack Obama, esortando i suoi leader a mettere fine alla violenza e lavorare pacificamente e democraticamente. ''I combattimenti per ottenere risultati politici o destabilizzare il governo devono immediatamente cessare'' e i leader del Paese ''devono capire che il compromesso con un nemico politico e' difficile, ma il recupero dalla violenza e dall'odio scatenato lo sara' molto di piu''', ha detto ancora Obama in una nota diffusa dalla Casa Bianca.
(ANSA)
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