Storia e profilo della funzione gamma
Molte persone pensano che le idee matematiche siano statiche
. Essi pensano che l’idea originata nel passato storico sia rimasta invariata
per il tempo futuro . Ci sono buoni motivi per pensarla così dopotutto,la
formula per l’area di un cerchio era пr^2 al tempo di Euclide, ai giorni nostri
è rimasta пr^2 . Chi conosce la matematica profonditamente, la materia era
quasi la sensazione di una cosa vivente . Si sviluppa ogni giorno con
l’aggiunta di nuove informazioni, cambia giornalmente per evolversi e per avere
nuovi punti di vantaggio rispetto al mondo . Essa mantiene un equilibrio
(regolatorio) consegnando al
dimenticatoio dell’irrilevanza una frazione dei suoi complementi passati . Il
proposito di questo tema è di illustrare questo processo di crescita . Abbiamo
selezionato un oggetto matematico, la funzione gamma e dimostrato come essa sia
cresciuta in concetto e nel contesto dai tempi di Eulero al più recente
trattato matematico di Bourbaki e come, in questa crescita, prese parte ad uno
sviluppo generale della matematica per più di due secoli . Delle cosiddette
maggiori funzioni matematiche la funzione gamma è senza dubbio la più
fondamentale . E’ molto semplice per giovani collegiali incontrare questa
funzione ma essa è abbastanza complessa da richiedere ulteriori contributi ai
migliori matematici . Essa è sufficientemente compatta per poter riassumere il
suo profilo in un breve tema . L’anno 1729 vide la nascita della funzione gamma
in corrispondenza tra un matematico svizzero e un matematico tedesco . Il primo
Leonard Eulero (1707-1783) che all’età di 22 anni divenne il miglior matematico
del XVIII° secolo . Il secondo Cristian
Goldbach (1690-1764) persona colta e talentuosa che era in corrispondenza con i
migliori matematici della sua epoca . Come matematico fu pressappoco un
dilettante ma ora l’eredità che lasciò al futuro, un problema della teoria dei
numeri così semplice da applicare ma così difficile da dimostrare che ancora ai
giorni nostri è rimasto agli orizzonti della matematica . La nascita della funzione gamma ebbe il
merito di far emergere molte correnti matematiche . La prima era quella della
teoria dell’interpolazione, una materia molto pratica ampiamente prodotta dai
matematici inglesi del XVII° secolo, ma che tutti i matematici hanno gradito
molto nei tempi avvenire . La seconda corrente era quella del calcolo integrale
e della sistematica costruzione delle formule integrali indefiniti, un processo
che andò avanti per molti anni. Un semplice problema di interpolazione venne
svolto con insuccesso da Goldbach e da Daniel Bernoulli (1700-1784) e
precedentemente da James Stirling (1692-1770), il problema venne posto ad
Eulero, esso enunciò la soluzione a Goldbach in due lettere, le quali sono
state l’inizio di un intensa corrispondenza che durò fino alla morte di
Goldbach . La prima lettera datata 13 ottobre 1729 trattava del problema
dell’interpolazione mentre la seconda datata 8 gennaio 1730 trattava
dell’integrazione e avvicinò i due matematici. . Eulero scrisse a Goldbach una
semplice descrizione ma nell’anno stesso pubblicò tutti i dettagli in un
articolo De progressionibus trascendentibus seuy quorum termini generales
algebraice dari nequeunt . Quest’articolo può essere trovato ristampato nel
volume primo dell’opera omnia di Eulero . Dato che il problema
dell’interpolazione è più semplice iniziamo con quello ma delle più semplice
seguenze di numeri interi che porta ad un interessante teoria è: 1, 1 + 2, 1+ 2
+ 3, 1 + 2 + 3 + 4, …................ . Questi sono i numeri triangolari così
chiamati perché essi rappresentano il numero di oggetti che possono essere
posti in un array triangolare di varie misure . L’ennesima viene chiamata Tn .
Esiste una formula per Tn che s’impara nell’algebra scolastica:
Tn = ½ n (n + 1) . Che compito ha precisamente questa
formula? In primo luogo essa semplifica la computazione riducendo larghe
addizioni di numeri a tre operazioni fisse: una di addizione, una di
moltiplicazione e una di divisione . Così invece di addizionare i primi cento
interi ed ottenere T100 possiamo compiere T100 = ½ 100 (100 + 1) = 5050 . Il
secondo, anche se non ha letteralmente senso di chiederlo, diciamo la somma dei
primi 5 1/2 interi, la formula di Tn produce risposta per essa T5 1/2 = ½ (5
1/2) (5 1/2 + 1) = 17 7/8 . In questo modo la formula estende lo scopo al
problema originario e risolve il problema della interpolazione tra i valori
elementari conosciuti . questo tipo di domanda che richiede un estensione di
significato venne posta frequentemente nel XVII° e XVIII° secolo, consideriamo
per un istante l’algebra degli esponenti . La quantità a^m è definitia
inizialmente come il prodotto di m successivo di a . Questa definizione ha
significato quando m è un intero positivo, ma cosa sarebbe a^(5 ½)? Il prodotto
di 5 ½ è successione di a? Le misteriose definizioni a^0 = 1
, a^(m/n) = na^m , a^(-m) = 1/a^m che risolvono questo enigma e che sono
impiegate così produttivamente nell’algebra furono scritte esplicitamente da
Newton nel 1776 . esse sono giustificate dall’utilità che deriva dal fatto che
la definizione porta acontinue funzioni esponenziali e che la legge degli
esponenti a^m a^n = a^(m+n)
diventa d’importanza per gli esponenti positivi interi e non . Altri
problemi di questo tipo si provano con maggior difficoltà . Per questo Liebnitz
produsse la nozione d^n per la derivata ennesima . Più in là egli identificò
d^-1 come l’integrale e d^-n come l’ennesimo integrale poi egli provò a
generare qualche senso del simbolo d^n quando n assume un qualsiasi valore .
Che cos’è perciò la 5 ½ esima derivata? Questa domanda ha dovuto aspettare
circa due secoli per avere una risposta soddisfacente.
Ma ritorniamo alla nostra sequenza triangolare di numeri .
Se cambiassimo il segno di addizione con il segno di moltiplicazione otteremmo
una nuova sequenza: 1, 1 * 2, 1 * 2 * 3. 1 * 2 * 3 * 4, ………. questa è la
sequenza dei fattoriali . I fattoriali sono di solito abbreviati 1!, 2!, 3!,
4!. ……… e i primi cinque sono 1, 2, 6, 24, 120 . Essi crescono molto
rapidamente . Il numero 100! Se sviluppato avrebbe centocinquantotto cifre . Il
contrasto T100 = 5050 ha solo quattro cifre . I fattoriali sono onnipresenti in
matematica; non è possibile aprire una pagina di analisi matematica senza
trovarli . E’ questo il caso in cui è possibile ottenere una facile formula per
computare i fattoriali? E’ possibile interpolare i fattoriali? Che sarebbe 5 e
½ fattoriale? Questo problema di interpolazione che ci conduce alla funzione
gamma è il problema di interpolazione di Stirling, di Bernoulli e di Goldbach .
Come sappiamo questi due problemi sono correlati , per quanto uno ha una
formula esiste l’interessante possibilità del valore intermedio in essa e
adesso viene la cosa sorprendente . Non vi è, infatti non può esistere, una
formula per i fattoriali di semplice tipo come quella trovata per Tn . Ciò è
implicito nel vero titolo di Eulero scelto per il suo articolo . Tradotto dal
latino abbiamo su progressioni
trascendentali, il cui termine generale non può essere espresso algebricamente .
La soluzione dell’interpolazione fattoriale giace più in profondità
dell’algebra . Abbiamo bisogno di infiniti processi . In modo da comprendere un
po meglio il problema con cui si è confrontato Eulero è utile andare oltre e
formularlo in modo più attuale: trovare una funzione ragionevolmente più
semplice che per gli interi 1, 2, 3, …………… assuma sui fattoriali 1, 2, 6, …............ . Oggi una funzione è una
relazione tra due serie di numeri a cui per un numero della prima serie corrisponde
un numero della seconda serie . Ciò che preme è la relazione e non la natura
delle regole che serve per determinare la relazione per aiutare gli studenti a
visualizzare il concetto di funzione in tutaa la sua generalità gli insegnanti
di matematica di solito disegnano una curva piena di torsioni e di
discontinuità . Più sono questi e più generale è la funzione, dati poi i punti
(1,1), (2,2), (3,6), (4,24), …………. e adottando il punto di vista laddove la
funzione è ciò che abbiamo appena detto, il problema di interpolazione è quello
di trovare una curva che passi attraverso i punti dati ciò è molto semplice da
risolvere . Può essere fatto in un illimitato numero di modi . Si prende una
penna e si disegnano alcune curve qualunque esse siano che risolvono
l’interpolazione del problema . In questo modo, per liberare un comportamento
che costituisce una funzione risolve il problema trivialmente e arricchirà di
poco la matematica . Il metodo di Eulero era differente agli inizi del XVIII°
secolo, una funzione era sinonimo di formula, e con formula si intendeva un
espressione che poteva essere derivata dalle elementari manipolazioni con
addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione, esponenziale, radicale,
potenza, logaritmo, differenziale, integrazione, serie con termini infiniti, le
quali provenivano dagli ordinari processi dell’analisi matematica . Tale
formula veniva chiamata espressione analitica . Il metodo di Eulero era di
trovare, se poteva, una espressione analitica derivante naturalmente dal corpus
della matematica che produrrà fattoriali quando veniva inserito un intero
positivo ma che rimanesse comprensivo per altri valori della variabile . E’
difficile mettere in cronologia l’esatto corso della ricerca scientifica . Ciò
è particolarmente vero nella matematica ove si omette tradizionalmente dagli
articoli e dai libri tutte le aggiunte dei falsi inizi, degli anni iniziali,
della costruzione e dove si sia evoluto un argomento in avanti, indietro, per
vie traverse, in modo da nascondere l’effetto drammatico . Una volta che un matematico lo impone, il
risultato matematico deve apparire per lostudente come un deus ex machina per verificare e accettare ma non comprendere .
Apparentemente, Eulero sperimentando con infiniti prodotti di numeri, noto che
se n è un intero positivo
vale
Lasciando a parte tutte le questioni delicate come la
convergenza del prodotto infinito il lettorer può verificare di quest’equazione
cancellando via tutti i fattori comuni che appaiono sopra e sotto la parte di
sinistra . Più in là il termine di sinistra è definito per tutti i tipi di n anche per gli interi negativi .
Eulero notò inoltre che quando viene inserito il valore n = ½ appare sulla parte destra il famoso prodotto infinito dell’inglese
John Wallis (1616-1703):
Con questa scoperta Eulero si sarebbe potuto fermare poiché
il suo problema era risolto . Infatti la teoria completa della funzione gamma
può essere basata sul prodotto infinito (1) che oggi viene scritto più convenzionalmente
come:
Ad ogni modo egli continuò . Egli osservò che il suo
prodotto mostrava il seguente curioso fenomeno: per alcuni valori di n, chiamati interi, apparivano interi
come per un altro valore chiamato n = ½ appariva
un espressione contenente п . Adesso
п
significava cerchi e la loro quadratura significava integrale
ed egli era esperto di integrali che esibivano lo stesso fenomeno perciò gli
servì cercare una trasformazione che gli permettesse di esprimere il suo
risultato come un integrale . Egli prese l’^n dx . Un caso semplice del precedente integrale fu discusso
precedentemente da Wallis, da Newton e da Stirling era un integrale molto
difficoltoso, per gli integrali indefiniti non esisteva sempre una funzione
elementare di x . Assumendo che n
sia un intero ma che e sia un valore
arbitrario, Eulero espanse (1 – x)^n con il teorema binomiale e senza
difficoltà trovò che
L’idea di Eulero era ora di isolare 1* 2 * 3 …………. * n dal
denominatore così che egli avesse un espressione per n! come un integrale . Egli procedette in questo modo: sostituì f/g per e e trovò
E così,
Egli osservò che poteva isolare 1 * 2 * 3 * ……………….. * n se
metteva f = 1, g = 0 nel termine di
sinistra ma che se avesse fatto così avrebbe ottenuto nel temine di destra un
indeterminato da cui egli scrisse qualitativamente come
e procedette per trovare il valore dell’espressione (7)* .
Prima sostituì x^(g/(f + g)) al
posto di x . Ciò gli diede
al posto di dx ed
ora, il membro di destra della (6)* diviene
Ancora una volta Eulero impone f = 1, g = 0 avendo presumibilmente prima ridotto questo integrale
a
e ciò diede l’integrale indeterminato
Considerò poi l’espressione relativa (1 – x^z)/z per far
scomparire z . Differenziò il
numeratore dal denominatore, come egli dice, da una nota regola dell’Hospital
ed ottenne
che per z = 0
produce – ln . Così concluse che,
e
Egli concluse che
Questo gli diede quello che desiderava, un espressione per n! come un integrale in cui possono
essere sostituiti altri valori oltre a quelli interi positivi . Il lettore è
incoraggiato a formulare la propria opinione sulla derivazione di Eulero . Gli
studenti di calcolo avanzato incontrano
generalmente l’integrale di Eulero nella forma
Questa modifica dell’integrale (15) come anche la г greca è opera di Adrien Marie
Legendre (1752-1833) . Legendre chiama
l’integrale (4), con il quale Eulero ha iniziato la sua derivazione, primo
integrale euleriano ed il (15) secondo integrale euleriano . Il primo integrale
euleriano è conosciuto oggi come funzione Beta e viene scritto
convenzionalmente
Con i mezzi disponibili nel calcolo avanzato è stato
stabilito che l’integrale possiede significato quando x > 0 e in questo modo da una certa funzione г(x) definita per questi valori .
Dunque
ogni volta che n è
un intero positivo . Inoltre si è stabilito che per ogni x > 0 vale
Questa è la così chiamata relazione ricorrente per la
funzione gamma e negli anni seguenti ad Eulero avrà, come vedremo un ruolo
molto importante nella sua teoria . Questi fatti, e forse anche la relazione
tra i due tipi di integrali di Eulero
e tutte le più
importanti formule di Stirling
che ci danno un’approssimata espressione relativamente
semplice per г(x) quando x è grande, sono circa tutto quello che
gli studenti di calcolo avanzato imparano sulla funzione gamma . Il desiderio
di estendere a valori tra gli interi porta alla scoperta della funzione gamma,
la necessità di estendere quanto detto a valori negativi e complessi porta ad
una evoluzione ed a una più profonda interpretazione . Cos’è il valore di
(-51/2)!? Cos’è il valore di ()? Nei primi del XIX° secolo la ricerca si spostò sul campo
dei complessi e lì divenne parte dello sviluppo generale della teoria delle
funzioni delle variabili complesse, ciò formo uno die maggiori capitoli della
matematica . Lo spostamento nel campo dei complessi fu iniziato da Friedrich
Gauss (1777-1855) che iniziò, a partire con i risultati di Eulero . Molti nomi
famosi sono coinvolti su più livelli di ricerca . Ci vorrà molto tempo prima di
poter descrivere i passi in avanti . Ora conosciamo tre fatti importanti:
l’integrale di Eulero, il prodotto di Eulero, la relazione x г(x) = г(x + 1), x > 0 . Quest’ultimo è la generilazione
dell’ovvio fatto aritmetico che per gli interi positivi (n + 1) n! = (n + 1)! Questa è una relazione particolarmente utile
finchè ci permette di applicarla per ridurre il problema di stimare un
fattoriale di un reale arbitrario e il fattoriale di un numero appropriato tra 0 e 1 . In questo modo se noi scrivessimo n = 41/2 nella formula precedente otterremmo (41/2 + 1)! = 51/2(41/2)! Se potessimo trovare solamente il valore
di (41/2)! Allora sapremmo quanto
vale (51/2)! . Questo processo di riduzione
da numeri più bassi ci da
e finché noi abbiamo (1/2)! = 1/2 dalla (1) e la (2)
noi possiamo risolvere il nostro problema . Quanto mostrato è ovviamente molto
per chiunque debba fare dei calcoli sulla funzione gamma . Altre informazioni
si ricavano dalle ricorrenti relazioni . Sebbene la formula (n + 1) n! = (n + 1)!,
come riassunto dall’identità aritmetica (n + 1) *1 * 2 * ……… * n = 1 * 2 * ……..
* n (n + 1) ha senso solo * n = 1, 2, ………, impedisce un inserzione di altri
valori e produce un risultato interessante . Così inserendo n = 0 otteniamo 0!
= 1 . Inserendo successivamente n = -51/2, n = -41/2, ………. e riducendo verso
l’alto, scopriamo
dato che noi sappiamo già quanto vale (1/2)! possiamo
risolvere (-51/2)! . In questo modo la ricorrente relazione ci permette di
risolvere valori di numeri fattoriali negativi . Ritornando all’integrale di
Gauss può esse mostrato che per valori di variabili minori di zero l’ usuale
teorema dell’analisi non basta per assegnare un significato all’integrale per
questo è divergente . Da altra parte è significativo e da un valore, se si
sostituisce per x un qualunque numero complesso della forma a + ib dove a >
0 . Con tale sostituzione l’integrale perciò da una funzione complessa che è
definita per ogni numero complesso giacente sulla parte destra del piano
gaussiano e che coincide con la funzione gamma ordinaria per i valori reali .
Con l’eccezione dei valori 0, -1, -2, ……. Qualunque numero complesso può essere
inserito per la variabile e il prodotto infinitesimo convergerà a un valore .
Il metodo dei numeri trovato è concettualemente e operazionalmente differente
per l’estensione della definizione del dominio della funzione gamma . Questo
differente metodo ci da lo stesso risultato? Lo da . Ma perché? La risposta
dev’essere cercata nella nozione di funzione analitica . Questo è il punto
focale della teori delle variabili complesse delle funzioni ed è l’evoluzione
della nozione dell’espressione analitica antica . I primi matematici non erano
completamente a conoscenza di questa nozione
. Le funzioni analitiche non hanno comportamento così arbitrario . Al
contrario possiedono un forte legame interno . Il comportamento di una funzione
analitica su un intervallo troppo piccolo non è sufficiente per determinare
completamente il suo comportamento ovunque . Il suo potenziale campo di
definizione e i suoi valori sono teoricamente ottenibili da questa informazione
. Molte funzioni analitiche omettono le principali relazioni funzionali di
permanenza; se una funzione analitica in alcune porzioni della sua regione di
definizione soddisfa una certa relazione funzionale all’ora deve soddisfarla in
tutto il suo dominio, una tale relazione può essere impiegata per estendere la sua
definizione su regioni sconosciute . La nostra comprensione del processo di
continuità analitica è basato sul lavoro di Bernhard Riemann (1826-1866) e Karl
Weierstrass (1815-1897) . La funzione con valori complessi che risulta dalla
sostituzione di numeri complessi nell’integrale di Eulero è una funzione
analitica . La funzione che emerge dal prodotto di Eulero è una funzione
analitica . La ricorrente relazione per la funzione gamma se soddisfa in alcune
regioni deve essere soddisfatta in tutte le altre regioni in cui la funzioni
può essere analiticamente continua e infatti può essere usata per effettuare
tale estensione . Tutte le porzioni del piano complesso con l’eccezione dei
valori 0, -1, -2, …….. sono accessibili per la funzione gamma complessa che è
diventata l’unica estensione analitica per i valori complessi dell’integrale di
Eulero (figura 3) .
Per comprendere perché devono essere esclusi i punti si
osservi che г(x) è uguale г(x + 1) / x
e quando x tende a 0 otteniamo г (0) = 1/0 . Questo è + ∞ o - ∞
dipendente da dove si tende allo zero se da sinistra o da destra . L’equazione
funzionale (19) induce questo comportamento per ogni intero negativo . La vera
funzione gamma è compresa tra un numero infinito di punti di discontinuità con
intervallo semiaperto . Le porzioni corrispondenti a i numeri negativi sono
ognuna schiacciata in una striscia infinita di un unità, ma la porzione
maggiore che corrisponde alla x > 0 e che contiene i fattoriali è infinito
così vi sono punti esclusi per la funzione gamma nei quali essa esibisce per il
modo ordinato di vedere uno spiacevole e capriccioso comportamento .
Ma dal punto di vista dei complessi questi punti di
singolare comportamento meritarono uno studio speciale e diventarono un importante parte della storia nel diagramma
della funzione gamma dei complessi essi tendono all’infinito come delle
stalagmiti ognuna di queste infinite grandezze che diventano sempre più
aghiformi andando all’infinito . Essi sono conosciuti come poli . I poli sono
punti dove la funzione ha un comportamento infinito di tipo particolarmente
speciale, un comportamento che ricorda un tale semplice funzione è quello
dell’iperbole y = 1/x intorno ad x = 0
oppure y = tgx intorno ad x = п/2 . La
teoria delle funzioni analitiche è particolarmente interessante nel
comportamento singolare e dedica molto spazio agli studi delle singolarità . Le
funzioni analitiche possiedono molti tipi di singolarità, ma quelle con poli
unici sono conosciute come meromorfiche . Vi sono anche funzioni che non
possiedono singolarità per argomenti infiniti . Tali funzioni formano un elite
e sono conosciute come funzioni intere . Appartengono ai polinomi mentre le
funzioni meromorfiche appartengono ai polinomi razionali . La funzione gamma è
meromorfica . Il suo reciproco, 1/г(x),
non ha contrariamente punti di esclusione .
Non vi sono problemi ovunque . Nei punti
0, -1, -2, ………. tende a zero . Il valore zero che ricorre infinite
volte, è fortemente riminiscente dal segno . Nell’estensione al caso dei
complessi emergono molte identità rimarcabili, e anche se alcune di queste
possono e sono state ottenute senza riferimenti alle
variabili complesse, esse acquisiscono un più profondo e
ricco significato quando vengono guardate dal punto di vista dell’estensione .
Esiste la formula di riflessione di Eulero
E’ già stato mostrato, usando la ricorrente relazione della
funzione gamma, che il prodotto
г(z)г(1 – z) è una
funzione periodica di periodo 2; ma rispetto al fatto che sin(пz) sia una delle
più semplici funzioni periodiche, chi può aver anticipato la relazione (24)?
Cosa ha a che fare dopotutto la trigonometria con la sequenza 1, 2, 6, 24
che ha iniziato la nostra discussione? Qui vi è un esempio significativo . da l punto
di vista dei complessi una ragione parziale per l’identità giace nella
similitudine tra gli zeri dei segni e i poli della funzione gamma . Esiste una
formula di duplicazione
scoperta da Legendre ed estesa da Gauss nelle sue ricerche
sulla funzione ipergeometrica alla formula di moltiplicazione
Vi sono molte formule per derivare la funzione gamma come
Questo è un esempio di tipi di serie infinite di cui G.
Mittag-Leffler (1846-1927) più tardi creò la sua teoria delle parzialmente
fratte evoluzioni delle funzioni meromorfiche . Vi è una stretta relazione tra
la funzione gamma e la funzione zeta la quale è stata di fondamentale
importanza per studiare la distribuzione dei numeri primi,
dove
Questa formula ha relazioni storiche interessnti . e’ stata
provata per la rpima volta da Riemann nel 1859 e viene convenzionalmente
attribuita a lui . Nel 1894 venne scoperto che una versione modificata
dell’identità era apparsa in alcuni lavori di Eulero che risalgono al 1749 .
Eulero non reclamò la scoperta della formula . Ad ogni modo egli la verificò
per gli interi per ½ e per 3/2 . La verifica per ½ è condotta per sostituzione
ma per tutti gli altri valori Eulero lavorò con serie divergenti . Ciò accadde
più di cento anni prima della teoria definitiva di tali serie, ma con sola
intuizione, egli procedette a sommarle con quello che adesso viene chiamato
metodo di addizione di Abel . Il caso dei 3/2 è anche più interessante,
utilizzando entrambe le serie divergenti e le valutazioni numeriche egli trovò
in modo numerico fino a cinque cifre decimali tutto questo lavoro lo convinse
della validità della sua identità . La prova rigorosa moderna non necessità
della teoria delle serie divergenti ma sono cruciali le nozioni di continuità
analitica . In previsione di unità essenziali della funzione gamma su tutto il
campo dei complessi è teoricamente ed
essenzialmente importante aver una formula che lavori per tutti i numeri
complessi, tale formula è stata aggiunta nel 1848 da F. W. Newman:
Questa formula è essenzialmente una frazione di 1/г(z) ed è molto simile ad una frazione di polinomi
. Essa mostra chiaramente dove la funzione scompare . Inserendo ogni fattore
uguale a zero troviamo che 1/г(z) è
uguale a zero per z = 0, -1, -2 ………… nelle mani di Weierstrass divenne il punto
d’inizio per la discussione particolare della funzione gamma
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