(Foto: Fonte: Flickr / tolworthy)
PROCESSO DIRETTO A partire dal primo gennaio 2013, Equitalia ha la possibilità di operare direttamente su richiesta del cittadino. Tale importante novità trova fondamento nella legge di Stabilità 2013 e affida all'ente buoni margini operativi, con riferimento ovviamente alle cartelle notificate dall'agente stesso. Qualora invece la richiesta dovesse arrivare da altre istituzioni, come ad esempio l'Agenzia delle Entrate, Equitalia non potrà provvedere in automatico allo sgravio. I moduli sono disponibili presso le sedi Equitalia o scaricabili in pdf sul sito internet dell'istituto.
MOTIVI VALIDI Scorrendo le indicazioni fornite sul web, sono 6 le carte a disposizione dei cittadini. Ecco l'elenco completo delle motivazioni accettate:
- prescrizione o decadenza del credito, prima della formazione del ruolo;
- provvedimento di sgravio emesso dall'ente creditore;
- sospensione amministrativa (dell'ente creditore) o giudiziale;
- sentenza che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell'ente creditore, emesse in un giudizio al quale il concessionario per la riscossione non ha preso parte;
- un pagamento effettuato, prima della formazione del ruolo;
- qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito.
TRE MESI PER AGIRE Il modulo, adeguatamente compilato e corredato di carta d'identità, deve essere inoltrato a Equitalia entro 90 giorni dalla ricezione della cartella di pagamento o dell'atto di riscossione che si contesta. Il contribuente può presentarsi direttamente all'ufficio territoriale competente o inviare la propria istanza tramite raccomandata a/r, fax o email agli indirizzi contenuti nel modello.
OLTRE 7 MESI D'ATTESA La brochure dell'ente di riscossione recita: 'Ricevuta la domanda completa di tutta la documentazione, Equitalia sospende immediatamente l'attività di riscossione e chiede una verifica all'ente creditore. Se entro 220 giorni - prosegue la nota - non riceverai alcuna risposta dall'ente creditore, le somme richieste non saranno più dovute'. Oltre sette mesi di trepidante attesa dunque, al termine dei quali vige il silenzio assenso. Se l'ente non risponde, dimenticatevi pure del vostro debito.
SANZIONI PESANTI PER I FURBETTI Chi sgarra, paga. Secondo quanto disposto dalla legge 228/2012, ferma restando la responsabilità penale, nel caso in cui venga prodotta documentazione falsa si rischiano pesanti sanzioni amministrative. Il contribuente colto in castagna rischia penalità pari dal 100 al 200 per cento dell'ammontare delle somme dovute, con un importo minimo di 258 euro.
http://it.ibtimes.com/articles/44736/20130313/equitalia-cartella-agenzia-entrate-contribuente.htm#ixzz2NTNwZicO
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