La fatalità ha voluto che quando ho appreso il paese di “residenza” dell’ attuale papa Jorge Mario Bergoglio, mi siano venute in mente subito le Madri di Plaza de Mayo a Buenos Aires, e ho scritto sulla mia pagina Facebook: SPERO CHE IL NUOVO PAPA FRANCESCO ITALO ARGENTINO, RICORDI…NOI DONNE NON SCORDIAMO In un altro marzo…”24 marzo 1976: in Argentina un golpe militare instaura una dittatura che durerà ben 7 anni durante i quali migliaia di persone sono arrestate, torturate, uccise, scomparse, “desaparecidos”.Circa 500 giovani donne incinte vennero fatte partorire incatenate in prigione e uccise subito dopo il parto. I loro piccoli vennero dati in adozione, falsificando i documenti, a famiglie della giunta o a loro simpatizzanti. Da allora le nonne “abuelas” di questi bambini scomparsi si sono ritrovate in Plaza de Mayo a Buenos Aires per manifestare e hanno dedicato la loro vita nel tentativo di ritrovare i loro nipoti.”
Da un articolo di Maurizio Chierici del 3 maggio 2006, stralcio: “…L´ultimo libro di Horacio Verbitsky, L´isola del silenzio scava nelle complicità più o meno nascoste sulle quali mai è stato aperto un confronto coraggioso. Saggio che ha il passo di un racconto nell´impalcatura di documenti, testimonianze, confessioni precise ed incalzanti. Riporta ai gironi dei campi di sterminio nazisti anche se i morti sono «solo» 30 mila, scelti uno per uno con vescovi e tanti sacerdoti testimoni dagli occhi chiusi. Sapevano e difendevano l´ordine militare impegnato a spegnere il «pericolo comunista»…”Per aver servito la sua Chiesa con grande generosità e impegno (cardinale Raul Primatesta-parole del necrologio del cardinale Bergoglio) viene confermato per quattro volte presidente della commissione episcopale, esercita per trent´anni un´influenza senza limiti sulla gerarchia cattolica e nella vita istituzionale del paese. Si è opposto con tenacia ad ogni critica sulla collaborazione tra sacerdoti e vescovi e militari assassini. E ogni volta che le Madri di Piazza di Maggio hanno chiesto di incontrarlo per intercedere la sua collaborazione nel fare luce sui figli, mariti e nipoti spariti, il cardinale ha sempre fatto sapere: “Non vivo nel passato, non ho niente da dire a riguardo”. E non le ha ricevute…(Dall’ intervista a Horacio Verbitsky) «Il cardinale Bergoglio, al tempo provinciale dei gesuiti, oggi presidente della Commissione Episcopale, ha risposto attraverso il portavoce, sacerdote Guillermo Marcò. Ha tentato di squalificare la mia persona dichiarando che avevo intenzione di danneggiarlo nelle settimane del Conclave nel quale figurava tra i papabili (danneggiarlo perché il libro raccoglie storia e testimonianze su due gesuiti, Yorio e Jalics, che Bergoglio avrebbe “abbandonato” permettendo la persecuzione dei militari). Cosa che è cronologicamente impossibile, dato che il libro è frutto di anni di indagini ed è stato consegnato sei mesi prima dell´aggravarsi delle condizioni di Gianni Paolo II. Per screditare l´inchiesta si dice che il prete Orlando Yorio non poteva confermare in quanto morto; invece era vivo, nel 1999, quando ho pubblicato la prima intervista nella quale – lui vittima – accusava Bergoglio. Non ha smentito. Al contrario, mi ha inviato poche righe che si aprono con la parola “Grazie”. Un sacerdote vicino a Bergoglio mi ha rimproverato: “Il cardinale è sempre stato molto stimato…”. Ho risposto: quando ho trovato questi documenti cosa dovevo fare? Stracciarli o fingere di non averli visti?». “
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