Morsi: contrario a intervento militare. Oggi 258 morti
Il giornalista iraniano di Tv presse Maya Nasser durante un'intervista
Siria, reporter iraniano ucciso durante la diretta
Fumo si alza a Damasco, dopo le esplosioni di oggi
Il presidente egiziano Mohammad Morsi parlando all'Onu si e' detto contrario ad un intervento militare internazionale in Siria ed ha espresso sostegno all' inviato Lakhdar Brahimi per arrivare ad ''una visione globale unificata'' per ''un transizione democratica del potere'' e ha auspicato ''una nuova Siria, dopo il nuovo Egitto''Giornalista iraniano della Presse Tv ucciso da cecchini a Damasco. Maya Nasser è stato colpito mentre stava facendo un collegamento in diretta sulle esplosioni avvenute stamane a Damasco per la tv pubblica iraniana. Press Tv sottolinea che il giornalista è stato ucciso da "insorti appoggiati dall'estero". Anche l'altro giornalista ferito, viene precisato, stava riferendo sulle esplosioni.
Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato l'uccisione di un giornalista di Press Tv, in Siria. Come riferisce l'agenzia ufficiale Irna, il portavoce del dicastero, Ramin Mehmanparast, ha affermato che il ricorso alla violenza non riuscirà mai a impedire l'emergere della realtà dei fatti in Siria.
Due esplosioni si sono verificate vicino alla sede dello stato maggiore di Damasco. "Due esplosioni ad opera di terroristi si sono verificate vicino alla sede dello stato maggiore di Damasco", ha detto la tv siriana. Fonti militari hanno riferito che 'quattro militari di guardia all'edificio e 14,persomne 'tra civili e militari' sono morte.
E' salito a oltre 30.000 morti il bilancio delle vittime dall'inizio della rivolta in Siria. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani basato a Londra. Gli attivisti anti-regime contano tra gli uccisi 21.534 civili (armati e non armati), 7.322 soldati e 1.168 disertori.
"E' di 258 uccisi il bilancio delle violenze e della repressione oggi in Siria. Lo riferiscono i comitati di coordinamento locali dei residenti delle località ribelli. Di questi, solo 146 sono morti nella regione di Damasco.
"In Siria non c'é alternativa ad una soluzione politica per porre fine al bagno di sangue, riportare la stabilità nel Paese, preservare la sua integrità territoriale e la dignità del suo popolo": lo ha detto il re Abdallah di Giordania intervenendo all'Assemblea Generale dell'Onu. "La violenza deve finire immediatamente e la transizione iniziare ora", ha aggiunto il re di Giordania. (ANSA)
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