NAPOLI (nol) - Una festa popolare che diventa passerella per i boss, ne accresce il potere e fa confluire migliaia di euro nelle loro casse. Accadeva a Barra, quartiere della periferia est di Napoli che si allunga verso le pendici del Vesuvio: la festa è quella dei ”gigli”, enormi obelischi di legno e cartapesta che vengono fatti sfilare per le strade in mezzo alla folla entusiasta. Il giglio più grande, ricco e importante era l’Insuperabile, voluto e gestito dal clan camorristico dei Cuccaro: l’hanno sequestrato questa mattina i carabinieri, che a poche ore dalla sfilata, in programma in serata, hanno eseguito un decreto emesso dal gip Antonella Terzi su richiesta del pm Vincenzo D’Onofrio.
Per il giudice ”le potenzialità del giglio e i messaggi che riesce a veicolare valgono per il clan Cuccaro più di un intero arsenale”: per comprendere il perchè basta visionare il filmato dei festeggiamenti dello scorso anno, trasmesso a suo tempo dal sito dell’Espresso, alcuni fotogrammi del quale sono contenuti nel decreto di sequestro. La sfilata dei gigli 2011 è un omaggio a tre boss, Antonio Cuccaro, Angelo Cuccaro e Andrea Andolfi. A loro vengono dedicati applausi, inchini, canzoni come questa: ”Si usciva di notte sempre in pensiero per portare a casa un pezzo di pane. Se non tornavi in tempo non si dormiva e dirti tra i denti: stai attento! Non mi restava che pregare per te. Sono stato grande e ora sono ancora più grande”. Attraverso le canzoni viene veicolato il messaggio secondo cui la camorra non è un male (”Non ci criticate sempre! Dite noi chi siamo! Le cose belle le facciamo anche a Barra. Noi non facciamo solo cose che non vanno bene: noi la festa dei gigli la sappiamo fare”) o che la dignità è non avere pentiti tra i propri affiliati (”Leggo sulle pietre di questo quartiere una storia unica e irripetibile che ha il sapore della dignità”), e a questo punto centinaia di persone esultano sollevando le braccia. Neppure il parroco si sottrae all’omaggio: viene filmato mentre abbraccia e bacia Antonio Cuccaro appena sceso da una Excalibur bianca. Il giglio ”Insuperabile”, distrutto subito dopo il sequestro dai vigili del fuoco, era l’unico costruito ad hoc per la sfilata di Barra: gli altri obelischi, infatti, avevano già preso parte, in giugno, alla festa dei gigli di Nola, la più nota e importante della Campania. Per assemblarlo, i Cuccaro hanno imposto tangenti a decine di negozianti del quartiere e del vicino comune di Cercola. ”Il giglio – spiega il collaboratore di giustizia Salvatore Manco fugando ogni dubbio sulla sua funzione – ha sempre un padrino; nel caso del giglio ‘Insuperabile’ esso viene designato tra facoltosi imprenditori-amici e fiancheggiatori del clan Aprea”. Festa in tono minore, dunque, nelle strade di Barra: polizia e carabinieri in gran numero hanno impedito le proteste e i tafferugli che qualcuno temeva. Il sequestro, del resto, per il giudice era indispensabile: ”Si impone quale presidio imprescindibile per impedire il ripetersi dell’osceno, criminogeno spettacolo cui si è assistito l’anno passato e, soprattutto, privare i Cuccaro del loro metaforico viatico verso nuovi delitti”.
Per il giudice ”le potenzialità del giglio e i messaggi che riesce a veicolare valgono per il clan Cuccaro più di un intero arsenale”: per comprendere il perchè basta visionare il filmato dei festeggiamenti dello scorso anno, trasmesso a suo tempo dal sito dell’Espresso, alcuni fotogrammi del quale sono contenuti nel decreto di sequestro. La sfilata dei gigli 2011 è un omaggio a tre boss, Antonio Cuccaro, Angelo Cuccaro e Andrea Andolfi. A loro vengono dedicati applausi, inchini, canzoni come questa: ”Si usciva di notte sempre in pensiero per portare a casa un pezzo di pane. Se non tornavi in tempo non si dormiva e dirti tra i denti: stai attento! Non mi restava che pregare per te. Sono stato grande e ora sono ancora più grande”. Attraverso le canzoni viene veicolato il messaggio secondo cui la camorra non è un male (”Non ci criticate sempre! Dite noi chi siamo! Le cose belle le facciamo anche a Barra. Noi non facciamo solo cose che non vanno bene: noi la festa dei gigli la sappiamo fare”) o che la dignità è non avere pentiti tra i propri affiliati (”Leggo sulle pietre di questo quartiere una storia unica e irripetibile che ha il sapore della dignità”), e a questo punto centinaia di persone esultano sollevando le braccia. Neppure il parroco si sottrae all’omaggio: viene filmato mentre abbraccia e bacia Antonio Cuccaro appena sceso da una Excalibur bianca. Il giglio ”Insuperabile”, distrutto subito dopo il sequestro dai vigili del fuoco, era l’unico costruito ad hoc per la sfilata di Barra: gli altri obelischi, infatti, avevano già preso parte, in giugno, alla festa dei gigli di Nola, la più nota e importante della Campania. Per assemblarlo, i Cuccaro hanno imposto tangenti a decine di negozianti del quartiere e del vicino comune di Cercola. ”Il giglio – spiega il collaboratore di giustizia Salvatore Manco fugando ogni dubbio sulla sua funzione – ha sempre un padrino; nel caso del giglio ‘Insuperabile’ esso viene designato tra facoltosi imprenditori-amici e fiancheggiatori del clan Aprea”. Festa in tono minore, dunque, nelle strade di Barra: polizia e carabinieri in gran numero hanno impedito le proteste e i tafferugli che qualcuno temeva. Il sequestro, del resto, per il giudice era indispensabile: ”Si impone quale presidio imprescindibile per impedire il ripetersi dell’osceno, criminogeno spettacolo cui si è assistito l’anno passato e, soprattutto, privare i Cuccaro del loro metaforico viatico verso nuovi delitti”.
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