Raccolte informazioni su particelle e campo magnetico
La cometa Leonard ripresa nell’ultravioletto da Solar Orbiter (fonte: ESA/Solar Orbiter/Metis Team)
Per la seconda volta nella sua giovane missione iniziata appena due anni fa, la sonda Solar Orbiter di Nasa e Agenzia spaziale europea (Esa) ha involontariamente attraversato la coda di una cometa: dopo aver incontrato Atlas tra maggio e giugno 2020, stavolta a metà dicembre 2021 ha incrociato la cometa Leonard.
Il passaggio era stato previsto in anticipo dagli astronomi dello University College di Londra, permettendo di preparare un dettagliato piano di osservazione per scattare immagini e raccogliere dati sulle particelle e il campo magnetico della coda della cometa. Lo rende noto l'Esa.
L'attraversamento della coda della cometa Leonard è durato diversi giorni intorno al 17 dicembre, quando la sonda si trovava vicina alla Terra: il 27 novembre, infatti, aveva fatto un passaggio ravvicinato per sfruttare la spinta del campo gravitazionale terrestre e correggere la propria traiettoria verso il Sole. Il nucleo della cometa era a 44,5 milioni di chilometri di distanza, vicino al pianeta Venere, ma la sua coda gigante si estendeva fino all'orbita terrestre e oltre.
Gli strumenti Swa e Mag a bordo di Solar Orbiter hanno raccolto informazioni sulle particelle e sul campo magnetico presenti nella coda della cometa, fornendo dati molto preziosi per comprendere le modalità con cui interagisce con il vento solare. L’evento è stato documentato anche tramite l’acquisizione di immagini ottenute da due strumenti a bordo della sonda, l’ Heliospheric Imager (SoloHI) e il coronografo Metis realizzato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) in collaborazione con l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), il Cnr e diverse università italiane e istituti di ricerca di tutto il mondo. Metis ha acquisito immagini della cometa su un intervallo temporale di circa 12 ore, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre. "Le immagini riprese nel visibile possono fornirci qualche indizio sulla velocità con cui la cometa sta emettendo polvere, mentre quelle nell'ultravioletto possono indicare la velocità di produzione dell'acqua", spiega Alain Corso, co-responsabile scientifico di Metis presso l'Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr a Padova.
(ANSA)
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