Sembrerebbe difficile contestare l'affermazione che il cervello sia un oggetto tridimensionale. Tuttavia, la ricerca di Arturo Tozzi e James Peters mette in dubbio questo fatto.
Gli scienziati italiani ritengono che il cervello umano possa essere un corpo con una superficie curva, che può essere descritta come una funzione a quattro dimensioni. È difficile per un osservatore esistente in tre dimensioni determinare la presenza della quarta dimensione, ma Tozzi e Peters suggeriscono che alcune funzioni cerebrali siano dovute alla sua esistenza in quattro dimensioni. I ricercatori hanno anche proposto un esperimento che potrebbe dimostrare la loro ipotesi.
Gli autori dell'articolo si chiedono dove avvenga esattamente il processo di pensiero. Dove scorrono i pensieri nel cervello? La neuroscienza moderna parla del ruolo dei "paesaggi energetici", una sorta di superficie curva con i suoi picchi, valli e bacini che appaiono nel cervello secondo schemi certi, caotici o determinati. Questo articolo introduce il concetto di una quarta dimensione spaziale, in cui si svolge il funzionamento del cervello.
"Il passaggio sopra può significare che per gli autori dell'articolo, la "quarta dimensione" è una metafora, così come i "paesaggi energetici", che non sono nemmeno luoghi reali nello spazio", scrive il blog Neurosceptic della rivista Discover. Tuttavia, alcuni frammenti dell'articolo ci permettono di presentare la "quarta dimensione" come una realtà fisica, anche se inaccessibile ai nostri sensi.
Come dimostrare la quadridimensionalità di ciò che siamo abituati a considerare un oggetto tridimensionale? Tozzi e Peters propongono di cercare alcune "ombre" o "echi" della quarta dimensione nelle dimensioni a nostra disposizione utilizzando il teorema di Borsuk-Uhlan. Il teorema dice: “in ogni momento sulla Terra ci sono due punti diametralmente opposti con uguale temperatura e uguale pressione” (se, ovviamente, consideriamo la Terra una sfera ideale). Secondo Tozzi e Peters, l'attività cerebrale dovrebbe generare tali “punti antipodi”: “l'attivazione di un punto sulla superficie S2 del cervello tridimensionale porta all'attivazione di due punti antipodi della superficie cerebrale quadridimensionale S3. Al contrario, l'attivazione di punti antipodali sulla superficie di S3 lascia "tracce" sulla superficie tridimensionale, che possono essere fissate utilizzando metodi esistenti per il monitoraggio dell'attività cerebrale.
In sostanza, l'articolo afferma che se la fMRI rileva l'attività sincrona di due punti opposti, questa sarà la prova dell'esistenza di una realtà 4D a noi inaccessibile, in cui risiede il nostro cervello.
Fenix
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