Per il deputato di Forza Italia e gli altri imputati (tranne Verde)
accolte in sostanza le richieste della pubblica accusa
La sentenza accolta da un lungo applauso in un'aula gremita
Previti: "E' una persecuzione". Pisapia: Processo ineccepibile"
MILANO
- Un lungo applauso, in aula, accoglie la sentenza del processo
Imi-Sir. Nel quale sono stati condannati Cesare Previti e tutti gli
altri imputati, tranne Filippo Verde. Il verdetto della quarta sezione
penale del tribunale di Milano è arrivato dopo otto ore di camera di
consiglio. Il deputato di Forza Italia è stato condannato a 11 anni di
reclusione. Agli altri avvocati imputati, Attilio Pacifico e Giovanni
Acampora, sono state inflitte rispettivamente pene di undici anni e
cinque anni e sei mesi. Verdetto di colpevolezza anche per i giudici
Vittorio Metta e Renato Squillante, che hanno ricevuto rispettivamente
condanne a tredici e otto anni e mezzo di carcere. Assolto invece l'ex
giudice Filippo Verde, per il quale l'accusa aveva chiesto 10 anni di
carcere.
Tutti gli imputati sono stati anche interdetti dai
pubblici uffici e in particolare i tre avvocati anche dall'esercizio
della professione per 5 anni. Sono stati disposti dalla Corte anche
risarcimenti in milioni di euro. Secondo i giudici la Imi ha diritto ad
un risarcimento di 516 milioni di euro, la Cir ad un risarcimento di 380
milioni di euro. In un comunicato, la società del gruppo De Benedetti
ha espresso "profonda soddisfazione nel vedere confermata la tesi
accusatoria secondo la quale il controllo del gruppo Mondadori, che nel
1990 era saldamente nelle mani della Cir, le fu sottratto a seguito di
una sentenza che oggi viene riconosciuta frutto di corruzione".
|
Con l'eccezione di Verde, dunque sono state accolte le
tesi e, in sostanza, le richieste di pena dell'accusa. Che aveva chiesto
per Cesare Previti 13 anni di reclusione. Secondo il pm Ilda
Boccassini, infatti, tutti gli imputati hanno concorso ad "aggiustare" a
favore della Sir la controversia legale con l'Imi che nel 1992 aveva
fruttato alla società di Nino Rovelli, ora deceduto. Il figlio di
Rovelli, Felice, anch'egli imputato, è stato condannato a sei anni,
quasi mille miliardi di risarcimento.
E' certo il ricorso in
appello: "Da domani ricominciamo a combattere", dice uno dei difensori
di Cesare Previti, Giorgio Perroni. Ma intanto finisce il primo atto di
uno dei dibattimenti più tormentati della storia. Fino all'ultimo i
legali di Cesare Previti hanno chiesto la sospensione del processo, che
per tre anni hanno in tutti i modi provato a spostare da Milano.
L'ultima stop era stato chiesto ancora questa mattina, ma era stato
negato dal presidente Carfì. Quindi è iniziata la camera di Consiglio,
che rimasta riunita fino a sera prima di tornare in aula e proclamare
la colpevolezza degli imputati.
Il verdetto è stato letto in
un'aula letteralmente intasata di persone: giornalisti, fotografi,
cameramen, e avvocati un pò ovunque, che hanno occupato ogni spazio,
comprese le gabbie destinati agli imputati detenuti. Cesare Previti ha
invece atteso nel suo studio legale di Roma, in via Cicerone. Fuori,
anche lì, si è andata via via formando una folla di giornalisti,
cineoperatori e fotografi. Alla lettura della sentenza scoppia un lungo
applauso. E si attendono i commenti a caldo. Non arriva quello della pm
Boccassini ("No gazie, nessun commento"), è già pronto quello,
durissimo, di Previti.
"Hanno portato a termine quello che si
erano prefissi di fare - dice l'ex ministro - e l' unica cosa che
sussiste è la persecuzione giudiziaria che oggi ha raggiunto il suo
culmine". Previti ribadisce che a suo parere i magistrati "hanno
commesso abusi e omissioni, hanno costruito in laboratorio un teste
falso, che è stato smentito in ogni sua delirante affermazione, hanno
occultato prove a mio favore, nascosto verbali a discarico, distrutto le
prove delle loro manipolazioni". Intanto il suo avvocato, Alessandro
Sammarco, confermando l'intenzione di ricorrere in appello, aggiunge:
"Di fronte a una ingiustizia si ha il dovere morale di reagire perchè
in Italia cose di queste genere non accadano più".
Soddisfazione
invece del legale di parte civile, l'avvocato Giuliano Pisapia, che
parla di "sentenza giusta e processo ineccepibile. I giudici hanno
confermato non solo l'esattezza dell'impianto accusatorio ma anche la
loro assoluta serenità di giudizio". Contento anche il legale
dell'unico imputato assolto Filippo Verde, secondo il quale "si è
trovato un giudice che ha fatto giustizia rispetto alle accuse".
(29 aprile 2003)
https://www.repubblica.it/online/politica/imisirnove/verdetto/verdetto.html
Berlusconi71
Nessun commento:
Posta un commento