Le ha sbagliate tutte. Tutte. Dalla prima all’ultima curva di queste “Quirinarie”.
Venerdì 14 gennaio annunciava sicuro: “Berlusconi è il nostro candidato”.
Bruciato nel giro di pochi giorni, oltreché impresentabile.
Poi, mentre Berlusconi ancora non si è ritirato, il 21 gennaio va a sorpresa da Conte e gli propone due nomi da horror: Moratti e Casellati. Bocciati entrambi e ritorno con le pive nel sacco.
A quel punto, il 25 gennaio, rilancia tronfio: “Ecco i tre nomi del centrodestra: Nordio, Moratti (ancora?) e Pera”. Cassati nel giro di un pomeriggio.
Ma il “nostro” non si arrende e due giorni fa insiste: “Ho pronto un nome, sarà una notte lunga”. Ma, quando scoprono che è Cassese, lui smentisce. Un altro flop.
Poi è il turno di Casellati. “La Lega c’è” giura Salvini. Risultato? Impallinata con 382 voti, meno di Prodi nel 2013. Neanche i suoi l’hanno votata.
Un altro si sarebbe andato a nascondere, lui invece chiama la stampa: “Lavoro per una Presidente donna”. E riesce nell’impresa di bruciare anche un profilo altissimo come Elisabetta Belloni. L’ottavo in 15 giorni. È record.
Infine stamattina, ormai ridotto a una pentolaccia, torna indietro con la coda tra le gambe e annuncia: “Forse è più serio chiedere a Mattarella di ripensarci”.
Siamo all’apoteosi totale dell’incapacità, dell’improvvisazione, della cialtroneria politica.
Un Papeete 2 in cappotto e senza manco il Mojito in mano.
Grazie Matteo! Se non ci fossi, bisognerebbe inventarti.
Lorenzo Tosa
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