lunedì 29 settembre 2014

RIFLESSIONI ALL’INDOMANI DEL CONVEGNO IRANIANO SULL’OLOCAUSTO: E’ DAVVERO L’OLOCAUSTO UN FATTO INDISCUTIBILE COME I LEADER INTERNAZIONALI AFFERMANO? – di Paul Grubach

RIFLESSIONI ALL’INDOMANI DEL CONVEGNO IRANIANO SULL’OLOCAUSTO: E’ DAVVERO L’OLOCAUSTO UN FATTO INDISCUTIBILE COME I LEADER INTERNAZIONALI AFFERMANO? [1]


Di Paul Grubach (2006)


Nei giorni 11 e 12 Dicembre del 2006, ha avuto luogo un avvenimento epocale nella storia del movimento del revisionismo olocaustico, di quel gruppo cioè di studiosi, intellettuali e attivisti che affermano esservi menzogne ed esagerazioni nella versione ebraica tradizionale dell’Olocausto. La repubblica islamica dell’Iran ha ospitato un convegno di due giorni sull’Olocausto, nel quale sono state presentate entrambe le versioni – tradizionale e revisionista – di questa tragedia ebraica della seconda guerra mondiale.

I leader internazionali insieme a potenti organizzazioni politiche si sono uniti in coro nel condannare l’avvenimento in termini aspri. Una delle affermazioni più importanti e più spesso ripetute della loro condanna è che la versione tradizionale dell’Olocausto è un fatto indiscutibile. Per fare il punto della situazione, elenchiamo alcuni dei loro commenti.

Il segretario generale uscente delle Nazioni Unite, Kofi Annan: “Il segretario generale deplorerebbe profondamente ogni convegno il cui scopo è mettere in dubbio o negare la realtà dell’Olocausto.”

Il neo-segretario generale delle nazioni Unite, Ban-ki Moon: “Negare fatti storici specialmente su un soggetto così importante come l’Olocausto è inaccettabile.”

Il presidente finlandese dell’Unione Europea (dichiarazione ufficiale): “La presidenza condanna nei termini più forti ogni tentativo politicamente o razzialmente motivato e l’uso della pseudo-scienza per negare o mettere in dubbio l’Olocausto ed è turbata dai continui sforzi del governo iraniano per mettere in dubbio o banalizzare i fatti storici innegabili dell’Olocausto e i suoi orrori.”

Il commissario alla Giustizia e agli Affari Interni dell’Unione Europea, Franco Frattini: “Il convegno mostra un “totale disprezzo per fatti storicamente stabiliti.””

Il ministro degli Esteri della Svizzera: “La Shoah è un fatto storico. E’ inaccettabile metterla in dubbio”.

Il ministro degli Esteri della Slovacchia, Jan Kubis: “La Slovacchia respinge risolutamente ogni sforzo di mettere in dubbio l’Olocausto.”

Il ministro degli Esteri della Bulgaria, Feim Chaushev: “L’Olocausto è un fatto storico indiscutibile e una delle più grandi tragedie della storia umana, che commuove chiunque e che non può in alcun modo essere messo in dubbio.”

La lista potrebbe continuare ancora a lungo. Il lettore è invitato ad esaminare il sito web dell’Anti-Defamation League per queste e altre rilevanti citazioni.[2]

Quest’affermazione, che “l’Olocausto è un fatto storico indiscutibile”, è volgarmente falsa. Per dimostrare la mia tesi, esaminerò il caso del campo di concentramento nazista di Belzec, uno dei presunti campi di sterminio per ebrei. Per favore tenete presente che questo non è neppure l’esempio migliore che io possa usare, solo il più semplice da spiegare in una concisa frazione di tempo e spazio.

Belzec era un campo di concentramento ubicato nella Polonia orientale. Il più importante storico dell’Olocausto, Raul Hilberg, ha affermato che il primo mezzo omicida utilizzato per sterminare gli ebrei fu sia il monossido di carbonio che il cianuro di idrogeno. In seguito, il campo venne equipaggiato con motori diesel, e gli ebrei vennero uccisi in “camere a gas” che utilizzavano le esalazioni diesel.[3]

Entra in scena il dr. Robert Jan van Pelt, un professore di architettura all’Università di Waterloo in Canada. Durante il famoso processo Irving-Lipstadt tenuto a Londra tra il Gennaio e l’Aprile del 2000, egli testimoniò come perito sul campo di concentramento di Auschwitz. Il suo volume, The Case for Auschwitz: Evidence from the Irving Trial, è una versione riveduta del rapporto peritale che egli sottopose alla corte. E’ stato strombazzato dai media correnti come un’altra confutazione definitiva del revisionismo olocaustico, e van Pelt è tra coloro che vengono descritti come “autorità sull’Olocausto”.

Il professor van Pelt afferma che i leader internazionali durante la prima guerra mondiale avevano bisogno di false notizie riguardanti le atrocità compiute in guerra per motivare le masse, ma i leader Alleati della seconda guerra mondiale non avevano bisogno di tali menzogne. Secondo le sue stesse parole: “Combattendo Hitler sotto la leadership ispirata di uomini come Churchill e Roosevelt, gli Alleati non avevano bisogno di propaganda nera…Churchill riuscì a mobilitare una nazione senza bisogno di impegnarsi nella tipica propaganda nera, fin troppo facile da liquidare, che i deboli leader della prima guerra mondiale trovavano necessario impiegare per sostenere il morale.”[4]

Questo è falso. Gli Alleati di fatto usarono storie di atrocità false e infondate per conseguire i propri scopi. Nel Dicembre del 1942, l’Ufficio Informazioni delle Nazioni Unite diffuse un rapporto riguardante il presunto destino degli ebrei nell’Europa controllata dalla Germania. Esso concludeva: “I mezzi impiegati per deportare dal ghetto tutti coloro che sono sopravvissuti agli omicidi e alle fucilazioni nelle strade superano ogni immaginazione. In particolare, bambini, anziani e coloro che sono troppo deboli per lavorare vengono uccisi. Dati reali concernenti il destino dei deportati non sono disponibili, ma è disponibile l’informazione – un’informazione inconfutabile – che sono stati organizzati luoghi di esecuzione a Chelmno e a Belzec, dove coloro che sopravvivono alle fucilazioni vengono uccisi in massa per mezzo di elettricità e gas.[5]

Qui, l’Ufficio Informazioni pro-Alleati delle Nazioni Unite afferma di disporre dell’”informazione inconfutabile” che gli ebrei venivano sterminati per mezzo di elettricità a Belzec. Oggi sappiamo che questo è falso, poiché la storia delle “elettroesecuzioni di massa degli ebrei” è ritenuta leggendaria, e anche van Pelt ammette ciò nel suo libro autorevole.[6]

Il mito delle elettroesecuzioni di Belzec evidenzia inoltre un altro punto debole della metodologia e delle convinzioni di van Pelt. Come egli fa notare, la POLISH FORTNIGHTLY REVIEW, un giornale in lingua inglese pubblicato dal governo polacco in esilio durante la seconda guerra mondiale, pubblicò il 10 Luglio 1942 una descrizione dei presunti “congegni di elettroesecuzione” con i quali gli ebrei “venivano sterminati a Belzec.” In essa si affermava che “gli uomini si dirigono verso una baracca sulla destra, le donne verso una baracca situata sulla sinistra, dove si spogliano, apparentemente pronti per un bagno. Dopo che si sono svestiti, entrambi i gruppi si dirigono verso una terza baracca dove c’è una piastra elettrificata, nella quale vengono effettuate le esecuzioni.”[7]

Nel tentativo di far credere al lettore che questi erano solo “errori onesti” e non deliberate menzogne propagandistiche, egli ricorre a questa razionalizzazione: “Nell’estate del 1942, quando venne scritto il rapporto, nessuno che facesse parte del team incaricato delle esecuzioni aveva lasciato vivo Belzec, e così la descrizione dei metodi di sterminio era basata in gran parte su dicerie.”[8] In altre parole, poiché nessuno riuscì a scampare a questi presunti massacri in modo da descrivere con precisione la tecnologia dello sterminio, le false dicerie diventarono il metodo esatto di sterminio. Nondimeno, l’evento centrale – lo sterminio degli ebrei – ebbe certamente luogo.

Ma secondo un rapporto che venne stampato nel numero del 12 Febbraio 1944 del NEW YORK TIMES, dei “testimoni” sfuggirono in realtà a questi stermini, ed essi vissero per “descrivere precisamente” il “metodo reale di sterminio”. In esso viene detto: “Un giovane ebreo polacco che sfuggì a un massacro in Polonia con l’aiuto di falsi documenti ha ripetuto oggi una storia secondo cui i tedeschi conducevano una “fabbrica della morte” nelle vecchie fortificazioni russe della Polonia orientale. Gli ebrei venivano costretti a entrare nudi in una piattaforma metallica funzionante come un montacarichi idraulico che li calava in una gigantesca tinozza riempita d’acqua, fino al collo delle vittime. Esse venivano fulminate dalla corrente attraverso l’acqua. Il montacarichi poi portava i corpi in un crematorio più in alto…”

L’articolo continua: “Il giovane ha detto di aver visto personalmente treni carichi di ebrei lasciare Rawna Luska nella Polonia orientale la mattina per il crematorio vicino Beljec [sic] e ritornare vuoti la sera. Gli venne raccontato il resto della storia, egli ha detto, da individui che fuggirono dopo essere stati effettivamente trasportati dentro la fabbrica.”[9]

Il dr. Van Pelt non può razionalizzare anche questo. Contrariamente a quanto afferma, qui abbiamo “testimoni oculari” che “sfuggirono realmente ad una elettroesecuzione di massa” e vissero per raccontare la storia ad un altro fuggiasco, che a sua volta fornì al mondo intero una “descrizione precisa” dei congegni di elettroesecuzione di Belzec. Questo dimostra che le fonti mediatiche pro-Alleati negli Stati Uniti stavano di fatto promuovendo menzogne propagandistiche.

E c’è di più. Prendiamo il seguente resoconto di “testimone oculare” sulle “camere di elettroesecuzione” a Belzec, che venne pubblicato nell’”autorevole” THE BLACK BOOK: THE NAZI CRIMES AGAINST THE JEWISH PEOPLE: “Il campo di Belzec è costruito sottoterra. E’ un crematorio elettrico. Vi sono due sale negli edifici sotterranei. Le persone venivano portate dai vagoni ferroviari dentro la prima sala. Venivano poi condotte nude nella seconda sala. Qui il pavimento somigliava a un enorme piattaforma. Quando la folla degli uomini si trovava lì, il pavimento sprofondava in una fossa piena d’acqua. Nel momento in cui gli uomini affondavano fino al collo, una potente corrente elettrica di milioni di volt veniva azionata, uccidendoli subito. Il pavimento poi risaliva di nuovo, e una seconda corrente elettrica veniva azionata, bruciando i corpi fino a che nulla rimanesse delle vittime salvo poche ceneri.”[10]

Teniamo presente che questa descrizione è basata su un “testimone oculare” che “vide queste elettroesecuzioni di massa con i propri occhi”.

Per “provare” l’esistenza di “camere a gas”, attraverso tutto il libro van Pelt si affida ad una convergenza di prove – un insieme di prove che presuntamente converge su una sola conclusione. Vale a dire: le camere a gas sono esistite. Qui invece, ho mostrato al lettore una convergenza di prove (un rapporto delle Nazioni Unite e qualche resoconto di testimone oculare) che punta verso la falsa conclusione che a Belzec avvennero degli omicidi mediante elettricità.

Il dr. Van Pelt ammette che l’evidenza per “provare” che gli ebrei vennero sterminati a Belzec con esalazioni diesel è quantomeno scarsa: “Le prove [che gli ebrei vennero uccisi a Belzec nelle camere a gas] sono molto meno abbondanti [delle prove che gli ebrei vennero uccisi nelle camere a gas di Auschwitz]. Vi sono pochi testimoni, nessuna confessione paragonabile a quella fornita da Hoess [il comandante di Auschwitz], nessuna rovina significativa, e poche fonti d’archivio.”[11]

Poiché l’”evidenza” usata per provare che gli ebrei vennero sterminati a Belzec mediante congegni di elettroesecuzione non è in realtà qualitativamente differente dall’”evidenza” usata per “provare” che gli ebrei vennero sterminati a Belzec in camere a gas; e poiché l’”evidenza” dello sterminio mediante elettroesecuzione conduce ad una falsa conclusione, non è parimenti possibile che l’”evidenza” dello sterminio di ebrei a Belzec nelle camere a gas porti anch’essa a una falsa conclusione?

Il dr. Van Pelt afferma che l’”evidenza” ci conduce ad una “certezza morale” che gli ebrei vennero sterminati a Belzec nelle camere a gas.[12] Alla luce di quello che è stato qui indicato, questa è una falsa conclusione da parte sua. Come per quanto riguarda i leader internazionali che ho citato all’inizio di questo studio, essi hanno ugualmente torto nell’affermare che la versione tradizionale dell’Olocausto, comprensiva delle “camere a gas” di Belzec, è indiscutibile.

Bisogna afferrare la parte più importante della mia argomentazione. Io ho ignorato deliberatamente ogni altro argomento, prova e studio che potevo assemblare per sostenere la conclusione revisionistica che non vi furono “camere a gas omicide” a Belzec. Tuttavia, andando soltanto in ogni decente biblioteca universitaria negli Stati Uniti (e, in caso di bisogno, utilizzando il dipartimento per il prestito dei libri), si possono controllare facilmente le quattro fonti che ho utilizzato in questo articolo per mostrare che i leader internazionali da me citati hanno torto marcio. Per dirla in termini moderati, la versione tradizionale dell’Olocausto è molto discutibile: non è un fatto indiscutibile. Una semplice rassegna dei fatti mostra quanto torto abbiano davvero questi potenti individui.

Così perché i leader internazionali e potenti associazioni ripetono questa falsa asserzione che la versione tradizionale dell’Olocausto è un fatto indiscutibile? La risposta è semplice. Se la versione tradizionale dell’Olocausto viene accettata come un “fatto indiscutibile”, come la terra che gira intorno al sole o il fatto che certi germi causano certe malattie, allora non c’è bisogno di esaminare gli argomenti e le prove di coloro che sostengono altrimenti. Ergo, essi hanno una “giustificazione” per rifiutare di pubblicare ed esaminare gli argomenti e le prove dei revisionisti dell’Olocausto – un modo indiretto e subdolo per censurare le opinioni degli scettici.

Ma i revisionisti dovrebbero considerare questo come un segno di vittorie future. I leader internazionali e i mass media capiscono che essi non possono più rispondere agli argomenti dei revisionisti con prove e con logica. La loro unica risorsa rimasta per combattere il movimento revisionista è la persecuzione, l’imprigionamento, la distruzione delle carriere, gli attacchi personali, la calunnia, e la tattica ingannevole che abbiamo visto qui.
 

[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale può essere consultato in rete all’indirizzo:
[2] Vedi “Iran Hosts Anti-Semitic Hatefest in Tehran: Responses from World Leaders. On line:http://www.adl.org/main_International_Affairs/iran_holocaust_conference.htm?Multi_page_sections=sHeading_4
[3] Raul Hilberg, The Destruction of the European Jews: student Edition(Holmes and Meier, 1985), p. 229.
[4] Robert Jan van Pelt, The Case for Auschwitz: Evidence from the Irving Trial(Indiana University Press, 2002), p. 134.
[5] The New York Times, 20 Dicembre 1942, p. 23.
[6] Robert Jan van Pelt, p. 145.
[7] Ibid, p. 145.
[8] Ibid.
[9] THE NEW YORK TIMES, 12Febbraio 1944, p. 6.
[10] THE BLACK BOOK: THE NAZI CRIMES AGAINST THE JEWISH PEOPLE, (Nexus Press, 1974), p. 313. Questa edizione è una ristampa dell’edizione del 1946.
[11] Robert Jan van Pelt, p. 5.
[12] Ibid.

( Fonte: www.ita.vho.org )

http://dagobertobellucci.wordpress.com/2012/03/29/riflessioni-allindomani-del-convegno-iraniano-sullolocausto-e-davvero-lolocausto-un-fatto-indiscutibile-come-i-leader-internazionali-affermano-di-paul-grubach/

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