martedì 11 marzo 2014

In treno sulle Alpi svizzere

Quest'anno ricorrono i 125 anni dalla costruzione della Ferrovia retica


Ferrovia reticaFerrovia retica

Museo Bergun
(Di Fabrizio Cassinelli)

Grandi imprese nascono spesso da visioni lungimiranti, e i loro grandi vantaggi si manifestano ancor di più dalle generazioni successive. E' il caso di un'opera straordinaria come la Ferrovia retica, che gira in lungo e in largo la Svizzera, tra alcuni dei paesaggi montani più belli del mondo. Quest'anno ricorrono i 125 anni dalla sua costruzione, avvenuta nel 1889. 

Sì, perché l'idea di creare questa grande strada ferrata dove prima c'erano solo sentieri, tra dirupi e passi, è nata da un grande imprenditore olandese, Willem Jan Holsboer (1834-1898) che per primo capì che quel grande territorio alpino aveva bisogno di un mezzo di trasporto che lo solcasse. Oggi invece la Ferrovia retica porta genti e turisti, insieme, in giro per i luoghi più belli delle Alpi svizzere. E' la ferrovia più alta del mondo senza cremagliera, dato che raggiunge una stazione a 2.253 m. e probabilmente anche la più bella, dato che ben due dei suoi tratti sono patrimonio mondiale dell'Unesco dal 7 luglio 2008. 

Ovviamente venne costruita tra difficoltà enormi, di cui un'ampia testimonianza rimane oggi nel Museo dell'Albula di Bergun, che l'ANSA ha visitato per voi e dove fanno bella mostra di sé i cimeli dell'impresa prima, con le foto d'epoca e i filmati con le locomotive a vapore, i vecchi attrezzi o i progetti per realizzare le numerosissime gallerie e i tanti viadotti, e della sua evoluzione poi, con i primi strumenti moderni, le divise del personale, fino a giungere al XXI secolo con il simulatore di guida di una motrice. 

La 'Ratische Bahn', la Ferrovia retica, è solcata dal famoso Trenino rosso a scartamento ridotto che ancora oggi percorre una specie di anello incantato che ruota intorno a St.Moritz. Prima che ci fosse la ferrovia, questa zona del territorio elvetico, che si sviluppa quasi interamente nel cantone dei Grigioni, era già un luogo di passaggio. In questa regione, infatti, per secoli, viaggiatori diretti dal Sud al Nord delle Alpi, da Est a Ovest dell'Europa, provenienti dai villaggi e dagli abitati svizzeri, austriaci e tedeschi, si muovevano utilizzando strade sterrate e sentieri. Una transumanza continua, che si è interrotta però dopo l'apertura del Gottardo, il lunghissimo, epico traforo che ha stravolto le direttrici di marcia attraverso la Svizzera e le Alpi. "Qui rischiavamo di rimanere esclusi dal mondo - spiega una guida del museo, che quest'anno celebra i 125 anni della ferrovia con numerose iniziative visibili suwww.bahnmuseum-albula.ch - ed è stata la ferrovia ad aprire le nostre valli al turismo, dove prima si viveva solo di vacche e legna". 

Realizzare una rete ferroviaria tra Tirano e il S.Gottardo, tra l'Italia e la Germania, è stata un'opera che ha cambiato il volto (e forse la storia) della Confederazione elvetica. Il progetto divenne realtà tra il 1889 e il 1890 in una prima tratta, poi otto mesi dopo arrivò a compimento, fino a Davos. Nel 1895 venne quindi fondata la società attuale delle ferrovie, a Coira. Scorrendo le foto dei pionieri, nelle sale del museo, si possono osservare - anche grazie a modernissime proiezioni multimediali - le antiche tecniche costruttive, le varie fasi di progressione della rete, i primi treni, e i volti di uomini e donne che con la forza delle braccia hanno reso possibile il sogno di quell'imprenditore olandese. 

Un percorso che si snoda per quasi 400km, in salita senza alcuna cremagliera, tra opere ingegneristiche ardite, come il Landwasser viaduct, il ponte ferroviario più fotografato al mondo, il tunnel del Vereina (16 km) e dell'Albula (6 km), o il viadotto circolare di Brusio, dove il trenino rosso scivola quasi come su un ottovolante. La ferrovia scorre su un binario unico, che raddoppia in prossimità delle stazioni per far transitare i treni, ovviamente scaglionati nei due sensi dai precisi orari svizzeri, che spaccano il minuto per antonomasia, e ancora oggi sono un vanto non solo delle ferrovie ma di tutti, un orgoglio sociale. 

Nelle teche possono essere ancora trovate le foto d'epoca, i berretti o gli orologi da taschino, gli strumenti dei lavoratori e dei ferrovieri attraverso i decenni, oltre 600 oggetti. Ma possono essere visti anche i primi filmati, realizzati in bianco e nero, con i pennacchi delle locomotive a vapore o gli sbuffi bianchi delle motrici spazzaneve impegnate nella continua battaglia contro la coltre innevata, che da quelle parti, in quota, arriva a due-tre metri molto facilmente. Il museo di Bergun però non è solo antichità, ma offre un percorso anche moderno e multimediale, con iniziative continue per adulti, bambini e appassionati di treni. Un conduzione vivace, che prevede documentari sulle tradizioni svizzere, esposizioni temporanee d'arte, un simulatore di guida di una locomotiva (per bambini e adulti), escursioni guidate e perfino eventi gastronomici, con una sala buffet impreziosita dagli arredi d'epoca delle carrozze ferroviarie. I bambini poi sono particolarmente graditi, con percorsi dedicati e accompagnatori e uno stile comunicativo semplice, in tedesco, italiano e inglese, che prevede giochi e un coinvolgimento diretto nella narrazione ''perché la storia si preserva insegnandola ai bambini''. 

La ferrovia, da rete di trasporto pura e semplice, in un secolo e mezzo si è molto sviluppata e ha portato dapprima alla sinergia con una delle risorse storiche della zona, le acque termali, creando sulle prime un "turismo dei luoghi di cura" d'antan. Poi con la crisi del 1914 e il declino della Belle Epoque ha lasciato piano piano spazio prima a un turismo d'elite, tra le due Guerre e poi, negli Anni '50 la 'democratizzazione' delle vacanze ha portato masse di persone a voler visitare la svizzera, e a sciare sulle Alpi. E' cominciato in questo modo, anche sulla ferrovia svizzera, il turismo di massa, in continuo incremento grazie alla filosofia della "vacanza che comincia in treno" e a una fruizione popolare, che è rimasta il cuore della strategia di marketing di una realtà che riesce ancora oggi a coniugare servizio, turismo e cultura.

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento