Test 'fai da te' predice Alzheimer in 15 minuti
Poche domande da fare in casa per capire presto
Un test basato su poche domande e che si può fare anche a casa può individuare i primi segni di declino cognitivo, che in molti casi porta all'Alzheimer. A metterlo a punto, e descriverlo sul Journal of Neuropsychiatry and Clinical Neurosciences, è stata la Ohio State University.
Le domande del test, a cui si può rispondere in 15 minuti, riguardano mese, data e anno di nascita, fluidità verbale, l'identificazione di una foto, alcune prove di calcolo e di ragionamento, oltre alla richiesta di fare alcuni disegni ed esercizi di memoria. Sperimentato su più di mille persone sopra i 50 anni, il metodo si è mostrato efficace quanto quelli più complessi e che richiedono la presenza di un medico esperto nel diagnosticare i problemi cognitivi.
I segni iniziali di demenza, secondo i calcoli degli autori, sarebbero evidenziati nell'80% delle persone che li hanno, mentre il 95% di quelli che non ne hanno avrebbero un punteggio normale nel test.
''Se questi piccoli cambiamenti cognitivi vengono scoperti subito, le terapie conseguenti sono più efficaci - spiega Douglas Scharre, primo autore dello studio -. Questo test può essere somministrato periodicamente, intervenendo appena si rileva qualche problema''.
Le domande del test, a cui si può rispondere in 15 minuti, riguardano mese, data e anno di nascita, fluidità verbale, l'identificazione di una foto, alcune prove di calcolo e di ragionamento, oltre alla richiesta di fare alcuni disegni ed esercizi di memoria. Sperimentato su più di mille persone sopra i 50 anni, il metodo si è mostrato efficace quanto quelli più complessi e che richiedono la presenza di un medico esperto nel diagnosticare i problemi cognitivi.
I segni iniziali di demenza, secondo i calcoli degli autori, sarebbero evidenziati nell'80% delle persone che li hanno, mentre il 95% di quelli che non ne hanno avrebbero un punteggio normale nel test.
''Se questi piccoli cambiamenti cognitivi vengono scoperti subito, le terapie conseguenti sono più efficaci - spiega Douglas Scharre, primo autore dello studio -. Questo test può essere somministrato periodicamente, intervenendo appena si rileva qualche problema''.
(ANSA)
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