martedì 28 gennaio 2014

IL CASHMERE DI MONTEZEMOLO NON FILA PIÙ.



Il cashmere a losanghe di Luca Cordero di Montezemolo non fila più. Pochi giorni fa, infatti, a Milano nello studio del notaio Filippo Zabban si è tenuta un’assemblea straordinaria di Ballantyne Cashmere alla quale erano presenti il presidente e amministratore delegato Franco Natalucci e i due soci lussemburghesi eccellenti, Charme Fashion Group che ha il 51% e Spring Petroleum Investments Luxco II col restante 49%. La prima è controllata al 51% dal fondo Charme Investments, anch’esso basato nel Granducato, fondato e guidato dal presidente della Ferrari e nel capitale è presente col 49% anche l’oligarca russo Viktor Vekselberg: mentre la seconda è un veicolo del fondo Mubadala di Abu Dhabi, azionista anche della Rossa di Maranello.
L’assemblea ha preso una decisione drastica circa l’azienda che produce i maglioni di lusso caratterizzati dalle losanghe: la liquidazione. Natalucci, infatti, ha informato i soci (nel board c’erano fra gli altri Matteo Montezemolo, figlio di Luca e Ossama Khoreibi per Mubadala) che le perdite accumulate al 30 settembe scorso erano di 12,4 milioni di euro, che pertanto hanno abbondantemente bruciato il capitale di 120.000 euro concretando “non solo uno squilibrio patrimoniale, ma che si riflette anche sulla capacità dell’impresa a proseguire la sua attività”. Di qui lo scioglimento anticipato e la nomina del liquidatore nella persona di Roberto Palumbo. La società in liquidazione cambia anche nome: sparisce il brand Ballantyne e nasce la nuova Alpha srl, la cui sede è a Montebelluna e non più a Milano.
Il 2012 di Ballantyne non era stato, peraltro, entusiasmante: il fatturato consolidato era sì salito a 14,4 milioni, ma le perdite di gruppo figuravano ancora rilevanti, pur se scese anno su anno da 15,1 a 7,7 milioni. Natalucci aveva fatto un ottimo lavoro, razionalizzando e tagliando ovunque ma quest’estate i soci, in sede di approvazione del bilancio,  avevano deciso di coprire la perdita civilistica di 15,4 milioni (8,5 milioni il rosso 2012 più 6,8 milioni di passivo pregresso) non immettendo nuovi mezzi freschi, ma azzerando sia la riserva sovrapprezzo azioni sia il capitale, salvo ricostituirlo a 120.000 euro. Il passo successivo è stata la liquidazione. E ora chissà se Vekselberg e gli emiri di Abu Dhabi compreranno qualche maglione in liquidazione…

http://andreagiacobino.wordpress.com/2013/11/05/il-cashmere-di-montezemolo-non-fila-piu/

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