mercoledì 29 gennaio 2014


Guerra a colpi tastiera <br/> Arriva il cyber attacco

I nuovi combattenti, i militari del terzo millennio, la loro battaglia la combattono alla luce del video di un pc. La loro è la guerra più pericolosa. Quella che striscia nella Rete e rischia di fermare definitivamente il Mondo. Ecco i maggiori cyber attacchi degli ultimi anni.
di ROBERTO ALTAMURA
Muoversi negli scenari della cyber guerra è cosa ostica, complessa. I protagonisti cambiano di volta in volta, come le strategie e le tecniche messe in campo. Oggi i protagonisti di questo conflitto sono soprattutto i crackers. Che non sono biscotti ma gente capace di eludere qualsiasi blocco imposto da un software. Niente a che fare con gli hacker. Questi signori fanno sul serio.
Sono loro a lanciare l’offensiva, a terrorizzare i governi e le agenzie di difesa di mezzo mondo.
Sono loro che mettono la firma sotto i cyber attacchi più famosi del decennio.
Le prime avvisaglie di quanto potessero essere pericolosi e determinati questi cyber anarchici arrivarono già una decina d’anni fa.
Era il 1999 quando il Dipartimento della Difesa americano, una serie di antiche Università e un buon numero di imprenditori che vendevano armi si ritrovarono violati tutti i sistemi informatici. L’azione congiunta passò alla storia come Moonlight Maze, è fruttò ai pirati codici navali e informazioni sui sistemi di guida dei missili che lasciarono il Governo Usa senza fiato. L’operazione fu bollata come un’opera di intelligence russa tesa a mettere le mani sulla tecnologia Usa. Eravamo agli inizi. Quello che sarebbe accaduto dopo  è tutto da raccontare.
Siamo nel 2003, alla vigilia di Natale. L’atmosfera nella Grande Mela è quella da romanzo di Dickens ed è forse per questo che nessuno si accorge che in poche ore i sistemi di Mc Donald’s e Sony, della Nike e della Lockheed Martin, ma anche quelli della Sandia National Laboratories, del Redstone Arsenal e, soprattutto della NASA, vengono violati tutti contemporaneamente. Dai dieci ai venti terabyte di dati vengono scaricati su tre router posizionati nella provincia meridionale cinese del Guangdong.
Quella notte la Cina offre al mondo solo un assaggio di quello che possono fare i suoi crackers in poche ore. L’operazione passò alla storia come Titan Rain. E ancora oggi l’organizzazione dagli occhi a mandorla toglie il sonno agli Usa. Loro possono entrare in azione in ogni momento e non ce n’è per nessuno.
Dal 2003 al 2007 le pagine dei web magazine sono piene di storie che hanno a che fare con geniali cyber attacchi. Ma è nel 2007 che il mondo si accorge dell’imminente pericolo di una guerra mondiale.
A maggio l’Estonia decide di spostare il monumento al soldato sovietico di Tallinn in un cimitero della Capitale. L’irritazione del Cremlino produce un attacco congiunto a tutti i server dello Stato, la banca e i mass media dell’Estonia. Il mondo rimane attonito e perplesso. Alla NATO si rendono conto che quello che è accaduto il 27 aprile 2007 è solo il primo, vero e preoccupante segnale della nuova cyber era.
Un anno e il conflitto si sposta in Georgia. Alla guerra, vera, in Ossezia del Sud, segue una rappresaglia cibernetica che finisce per mandare in tilt il sito del primo ministro e del governo georgiano che restano inaccessibili per settimane. L’arma utilizzata e il virus trojan BlackEnergy. Peggio di una bomba atomica.
Dalla Georgia all’Irak l’ultimo attacco  che ha fatto epoca è quello che si consuma a Baghdad, dove soldati statunitensi catturano combattenti del gruppo sciita ribelle che nascondono nei loro pc immagini prese dagli aerei robot “Predator”. Secondo gli esperti, i pirati hanno preso il controllo del sistema informatico di trasmissione delle immagini dell’aereo. E il primo esempio di guerra totale. Reale e virtuale insieme.
Questo, naturalmente, è solo l’inizio. Ora il gioco si fa duro. E il mondo trema.

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