martedì 28 gennaio 2014

Commento. Da V. ad Anonymous “che la battaglia dei misteri svelati abbia inizio”


Lo scorso 14 dicembre, con un paio di colleghi di redazione, abbiamo improvvisato una piccola protesta popolare per via telematica. Sull’onda dello scontento per la situazione socio-politica italiana, volevamo far scoccare la scintilla rivoluzionaria, sebbene ci saremmo accontentati anche di una piccola rivolta. Ispirati dalla poesia dissidente di V per Vendetta, abbiamo invitato tutti gli amici di Facebook a diffondere l’idea di cambiare l’immagine personale indossando la maschera di V. Volevamo seguire le orme di altre iniziative simili, come quella per ricordare nostalgicamente i manga degli anni 1970/80, o per sensibilizzare le donne alla prevenzione del tumore al seno. Però puntando ancora più in alto, risvegliando le coscienze e creando dissenso.
Più che una rivoluzione, è stata una festa in maschera. Un fallimento sotto ogni aspetto. Con un invito da parte degli altri amici a ritornare in riga, o andare a mettere veramente le bombe. Ma oggi, mentre scorazzavo tra i siti gustandomi  tutte le prodezze degli Anonymous, ho visto lui: V. Ovunque, decine di articoli corredati da foto di ragazzi con la maschera di V. Un sussulto, una gioia personale, intima.
OK, non saremo stati noi con le nostre prodezze su Facebook a creare un movimento, ma abbiamo avuto la stessa idea del più famoso gruppo di hacktivisti del mondo. Sì, hacker attivisti che manifestano il loro dissenso entrando illegalmente nei server più blindati e rilevanti del mondo, e che si mostrano in pubblico indossando la maschera di Guy Fawkes. Perché essere anonimi su internet significa essere irrintracciabili nel mondo reale, e tutti uguali nel cyberspazio.   
Il braccio armato di Wikileaks, come viene chiamato a volte Anonymous , in questi giorni è sceso sul campo di battaglia internazionale: attacca le istituzioni italiane che sono “una minaccia seria per la libertà di espressione”, ma non solo. Mentre in Tunisia è bastato Facebook per fare un rivoluzione, ed in Egitto è stata necessaria la mano dell’opposizione politica strutturata, Anonymous ha deciso che bisogna aiutare gli Algerini e gli Iraniani a riacquistare la propria libertà. Così, mentre Wikileaks rivela al mondo i segreti più imbarazzanti dei potenti, Anonymous ne attacca i sistemi di controllo. E noi, indossando la maschera, ne raccontiamo le gesta.
Come ha detto un mio informatore: “guaglio’, i tempi sono maturi. Ormai stanno facendo uscire la notizia: gli alieni stanno arrivando in massa”. Ed è vero. Da un lato c’è l’elite che mantiene stretto il potere utilizzando strumenti complicatissimi. Dall’altro ci sono quelli che non riescono più a progredire, perché il gioco in cui si trovano è ingannevole e insidioso. Ogni nuova generazione diventa sempre più disillusa, senza speranza di riscatto. Ma Wikileaks, gli Anonymous e i gruppi rivoluzionari arabi hanno capito che spostando le azioni su di un altro piano, in un campo di gioco virtuale, alieno,  si può vincere qualche battaglia. Per poi tornare nel mondo reale, finire l’opera e riscuotere il premio.
Sono convinto che i Maya già sapessero tutto questo, che avessero chiaro il funzionamento dei corsi e ricorsi storici prima di Giambattista Vico, e che fossero dotati di una capacità di predizione superiore. Il 21 dicembre 2012 si avvicina, e sono pronto a scommettere che nessun meteorite si schianterà sulla Terra. Piuttosto si inizierà a delineare un nuovo gioco sociale, con altre regole, per far sì che tutti abbiano la possibilità di essere più creativi nel tentare di raggiungere il successo. Gli uomini hanno bisogno di questo, il mondo ne ha bisogno, e su Internet è già iniziata la rivolta.
Che la battaglia dei misteri svelati abbia inizio.
Romeo Ginoda

http://www.gialli.it/la-guerra-in-rete

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