Trattativa Stato-mafia, ascoltato Licio Gelli
AREZZO
I magistrati siciliani hanno convocato l'ex capo della P2 come persona informata sui fatti. «Sono stati molto gentili»
Licio Gelli (Ansa)
AREZZO – Di venerabile probabilmente gli resta soltanto l’età, 94 anni che compirà domenica 21 aprile. Eppure Licio Gelli, ex capo della loggia P2 e per molti uno dei depositari dei segreti più inconfessabili della storia d’Italia del Dopoguerra, continua ad interessare molte procure. Soprattutto quella di Palermo che sta indagando sulla trattativa tra Stato e mafia che sarebbe stata avviata dopo le stragi che dal 1992 al 1993 gettarono terrore e disperazione in Italia, uccidendo innocenti ed eroi come Falcone, Borsellino e gli uomini delle loro scorte.
A VILLA WANDA - Gelli, che vive a Villa Wanda, nei pressi di Arezzo (trenta stanze con vista su un parco di quasi tre ettari), è stato ascoltato giovedì per un’ora e mezzo da alcuni magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Non è indagato, l’ex maestro venerabile, ed è stato convocato come persona informata sui fatti. Gelli è stato ascoltato da solo, ma alla fine dell’incontro con i magistrati ha raccontato al suo avvocato, Raffaello Giorgetti, che i pm (che non conosceva e non sapeva neppure arrivassero dalla Sicilia) gli hanno fatto alcuni nomi. «Ma io ho detto loro che non li conoscevo, solo uno l'ho sentito nominare sul giornale», ha spiegato Gelli al suo legale.
IL PROCESSO - L’ex venerabile ha inoltre raccontato di essersi trovato a suo agio davanti ai due magistrati. «Sono stati molto gentili», ha sottolineato. Gelli era stato convocato una ventina di giorni fa a Roma, ma poi è stato deciso di spostare l’incontro ad Arezzo per l’età avanzata dell’ex Venerabile. Il 27 maggio davanti alla prima sezione della Corte d'Assise di Palermo inizierà il processo sulla trattativa tra Stato-mafia. Negli anni Novanta il nome di Gelli è saltato fuori anche per un presunto progetto di Cosa Nostra di far nascere un proprio partito. Marco Gasperetti
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