Monti insiste nel raccontare la favola che la crisi è passata, che lo spread non si sarebbe più rialzato e che la riforma del lavoro al vaglio in parlamento sarà la panacea.
Invece? Invece, la realtà è che è sempre più allarme lavoro, specie in Europa, dove la Bce prevede un nuovo peggioramento nel breve termine, mentre il Fondo Monetario rileva come i rischi all’economia restino alti e occorra mettere in campo riforme difficili ma essenziali per creare opportunità di occupazione particolarmente ai più giovani.
Mentre la tensioni sui mercati internazionali non accennano a diminuire, colpendo i paesi europei più a rischio, Italia e Spagna in primis, le prospettive sull’economia rimangono incerte segnalano sia l’istituto di Francoforte nel suo bollettino che il direttore generale del Fondo Christine Lagarde. E l’Ocse rammenta anche un altro pericolo incombente: un debito pubblico che, per i paesi appartenenti all’organizzazione, arriverà a livelli italiani, oltre cioè il 100% del Pil. Per questo, secondo gli esperti di Parigi, sarà necessario «un sostenuto irrigidimento di bilancio per far scendere il debito a livelli prudenti», attraverso non tanto tagli indiscriminati ma programmi mirati.
Al momento, tuttavia, è il mercato del lavoro a preoccupare. Il bollettino Bce segnala come «le condizioni nei mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a deteriorarsi» e «le indagini congiunturali anticipano un ulteriore peggioramento nel breve termine».
Nel quarto trimestre 2011 l’occupazione è diminuita dello 0,2% sul periodo prevedente, dopo il calo di pari misura nel terzo trimestre. Il tasso di disoccupazione, che è andato aumentando sin dall’aprile 2011, si è collocato al 10,8% nel febbraio 2012. Per l’Eurotower «le perduranti tensioni nei mercati del debito sovrano e il loro impatto sulle condizioni creditizie, nonchè il processo di risanamento dei bilancio nel settore finanziario e in quello non finanziario e l’elevata disoccupazione in alcuni Paesi dell’area dovrebbero continuare a frenare la dinamica di fondo della crescita». Un’analisi condivisa a Washington dal direttore generale dell’Fmi Christine Lagarde che, in vista della riunione della prossima settimana, avvisa come «i rischi restino alti e la situazione fragile», specie in Europa. Secondo Lagarde, infine, non occorre dimenticare i «costi umani della crisi». «C’è bisogno di aumentare la competitività e far funzionare meglio il mercato del lavoro – spiega – Riformare il mercato del lavoro è difficile ma è essenziale per creare maggiori opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani».
Queste ultime affermazioni, però, suonano quantomeno demagogiche, fuoritempo e tipiche del solito coro. Ecco la conferma: il livello del debito pubblico nell’insieme dell’area Ocse «secondo le previsioni aumenterà a un livello senza precedenti», e ha già superato quota 100% del Pil complessivo a fine 2011. Lo riferisce l’organizzazione, nel suo ultimo policy paper. «Nella maggior parte dei Paesi – scrive ancora l’Ocse – quando il debito si sarà stabilizzato, sarà a livelli elevati, e in alcuni casi insostenibili». Andiamo bene…
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