Omofobia, Scalfarotto si difende:
"Non ho tradito, la legge è un passo avanti"
Il relatore del ddl, contestato per il via libera all'emendamento Gitti, risponde alle accuse delle associazioni gay: "Siamo riusciti a estendere l'intera legge Mancino a omofobia e transfobia", respingendo i tentativi del Pdl. E le nuove norme valgono anche per tutti, anche per i gruppi neofascisti"
di ANNALISA CUZZOCREACosa succede se il mondo di cui fai parte ti si rivolta contro chiamandoti traditore? Cosa succede se coloro per i cui diritti ti batti da anni ti insultano sui social network, augurandosi che ti accada qualcosa di brutto? Se ti minacciano, ti accusano delle peggiori nefandezze? Ivan Scalfarotto - relatore del ddl su omofobia e transfobia - ripete che quello che si è compiuto giovedì nell'aula della Camera è un passo avanti importante, storico, per gli omosessuali e i transgender italiani. I collaboratori gli hanno consigliato di non guardare Facebook, lui pensa solo a spiegare perché le norme approvate non sono assolutamente un passo indietro. Con in testa la battaglia del Senato. Che non sarà facile, che potrebbe mandare tutto all'aria.
Onorevole Scalfarotto, come risponde agli attacchi che le arrivano non solo da destra, ma da Sel, 5 stelle e associazioni gay?
"Dico che portiamo a casa due risultati. L'impegno era di allargare l'intera legge Mancino - che condanna l'istigazione all'odio e alla violenza - a omofobia e transfobia, finalmente equiparate a razzismo, xenofobia e antisemitismo. Ce l'abbiamo fatta, non abbiamo ceduto al tentativo del Pdl di mettere l'omofobia tra le sole aggravanti generiche del codice penale. In più, abbiamo stabilito che esistono lesbiche, gay, bisessuali e transgender che hanno diritto di vivere in libertà, in pace e in dignità. Un messaggio che per la prima volta il Parlamento manda all'intero Paese".
Sel e 5 stelle dicono che potevate ottenere di più col loro appoggio, senza inseguire il centrodestra.
"Ma non aveva senso fare una legge di una sola parte contro un'altra! Non sarebbe stato il passo avanti culturale che volevamo. In più, non so se questa maggioranza ci fosse, non so - in un Parlamento spaccato - come si sarebbero comportati i cattolici del Pd. Per fare in modo che la legge passasse anche al Senato ho provato fino all'ultimo a cercare l'unanimità, ma questo risultato non si poteva raggiungere a ogni costo. Il Pdl mi chiedeva di trattare l'omofobia diversamente dalle altre forme di intolleranza, voleva la inserissimo nell'articolo 61 del codice penale, rinunciando all'aggravante della Mancino. Abbiamo detto di no".
Ma avete ceduto a Scelta Civica, dicendo sì a un emendamento che permette a gruppi, associazioni e partiti di essere omofobi.
"Nient'affatto. Il sub-emendamento Gitti - che si riferisce a tutta la legge Mancino e non solo alla parte sull'omosessualità - dice che non costituiscono atti di discriminazione le 'condotte' delle organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione o religione a precise condizioni: che siano conformi al diritto vigente, assunte all'interno dell'organizzazione e riferite all'attuazione di principi di rilevanza costituzionale".
In concreto?
"Se chiedo il certificato di battesimo all'insegnante di una scuola cattolica la mia non è discriminazione dal punto di vista penale. Se l'insegnante, poniamo ebreo, vuole far causa, può farlo civilmente. Lo stesso può avvenire a parti invertite, in una scuola ebraica che non vuole professori cattolici".
Questo emendamento non consentirebbe a organizzazioni neofasciste di fare propaganda omofobica? Neanche al loro interno?
"No, anzi, la legge Mancino così come l'abbiamo modificata costituisce un problema in più per quei gruppi, perché prevede il divieto di creare organizzazioni che promuovano l'omofobia. Quell'emendamento non permette a un gruppo di dire cose omofobiche perché non si riferisce al "dire", ma a elementi organizzativi interni con dei limiti molto precisi".
C'è anche l'emendamento Verini sulla libertà di pensiero.
"Una cosa è l'espressione del pensiero, un'altra il reato di diffamazione, che quando è motivato dall'omofobia - con questa legge - può essere perseguito d'ufficio ed è soggetto a una pena aumentata della metà".
Eppure, molte associazioni gay in queste ore la stanno massacrando.
"Io rispetto le loro posizioni, ma faccio un mestiere diverso, Le associazioni hanno il dovere di rappresentare un mondo, io ho il compito di fare delle leggi equilibrate, che passino. Mi viene detto meglio nessuna legge che questa legge. Ebbene, registro che l'Italia è l'unico Paese in cui la comunità lgbt non ha acquisito nessun diritto, di nessun genere, e chiedo alle associazioni omosessuali se credono di aver fatto tutto bene, in questi anni Nel momento in cui per la prima volta otteniamo un riconoscimento della nostra esistenza e dignità, il fatto di dire che era meglio stare senza mi spiega come mai, noi, siamo senza niente".
E' ferito dalle accuse di tradimento?
"Le trovo insopportabili. Quello che mi aspetterei dal movimento gay è che dicesse: si è fatto questo passo, si va al Senato, ora pensiamo a migliorare la legge. E poi, se fosse tanto orrida, Sel e 5 stelle l'avrebbero bocciata, non si sarebbero astenuti".
Il deputato M5S Cottini l'ha accusata di usare la sua omosessualità come "feticcio per fini elettorali e propagandistici".
"E' stata la cosa più omofobica detta giovedì nell'aula di Montecitorio".
http://www.repubblica.it/politica/2013/09/22/news/scalfarotto-67016671/
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