venerdì 19 aprile 2013

UN GUARDIANO D'INGRESSO PROTEGGE IL CUORE DALL'INFARTO


ArchivioROMA - Si chiama loxina ed e' una proteina protettiva del cuore che frena l'entrata e l'accumulo del colesterolo killer nelle coronarie e cosi' facendo impedisce le tappe necessarie perche' si verifichi l'infarto. Una sorta di guardiano d'ingresso buono. La sostanza, che potrebbe diventare un farmaco cardiovascolare altamente preventivo, e' stata identificata da un gruppo di scienziati dell'universita' di Roma Tor Vergata, coordinati dal genetista Giuseppe Novelli.

''La loxina - spiega Novelli - e' presente in differenti quantita' nelle persone: nei soggetti che ne hanno in buona quantita' la sostanza svolge un ruolo altamente protettivo anche se i loro fattori di rischio per l'aterosclerosi sono elevati a causa del fumo e dell'eccessivo consumo di grassi nella dieta''.

Per spiegare bene l'attivita' della sostanza, che di fatto funziona da recettore per l'ingresso del colesterolo killer nelle cellule, i ricercatori hanno anche costruito il gene artificiale che produce la loxina e l'hanno introdotta nelle cellule, confermando la sua funzione di postino buono, nel senso che porta meno colesterolo killer al loro interno. In questo modo la proteina ostacola la formazione della placca aterosclerotica e riduce cosi' il rischio di rottura della stessa con conseguente infarto del miocardio. Ecco perche' l'individuazione di questa nuova molecola potrebbe aprire nuovi scenari per la prevenzione e la terapia di queste gravi malattie.

Gli studi di biologia molecolare e di genetica condotti anche da Silvia Biocca, sono stati affiancati da altre ricerche rese possibili dai cardiologi Ruggero Mango e Francesco Romeo che hanno riguardato sia gruppi di persone che avevano avuto l'infarto sia coloro che avevano le coronarie assolutamente pulite. La proteina loxina era presente in maggior quantita' nei soggetti che non presentano malattia delle coronarie nonostante siano fumatori, diabetici o ipertesi, tutte caratteristiche di coloro che sono fortemente a rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari.
Ora l'attenzione dei ricercatori, che hanno pubblicato lo studio sulla rivista Circulation Research, guarda verso la possibilita' di usare questa sostanza come un farmaco protettivo potenziando l'effetto di loxina, magari anche attraverso l'attivazione di geni alternativi.
La ricerca, tengono a precisare gli studiosi, e' stata realizzata con finanziamenti del Ministero dell'Universita' e della Ricerca per i Centri di Eccellenza.

(ANSA)

Nessun commento:

Posta un commento