sabato 20 aprile 2013

Siate grati ai patrioti



Ma quali polizie segrete, ma quali polizie parallele! Non si deve aver paura dei DSSA o dei Gladiatori: si tratta di patrioti - spiega Cossiga - o, al più, di volontari - spiega Taormina. E se lo dicono loro...
«Bisogna essere grati a chi, in spirito di collaborazione, ha inteso sopperire alle incapacità, non intenzionali o intenzionali, delle strutture statali che non hanno saputo prevenire la vasta penetrazione delle basi del terrorismo islamico, alle quali, anzi, la magistratura guarda con consapevole benevolenza, scarcerando terroristi o persone altamente pericolose.
La debolezza poi nel contrasto dell'immigrazione clandestina, che da 10 anni ammorba il paese, sia a livello di prevenzione che di repressione, è alla fonte della richiesta di sicurezza che sale in maniera crescente dai cittadini ed è naturale che l'assenza dello Stato determini la supplenza dell'iniziativa privata».

On. Carlo Taormina (Forza Italia), riferendosi alla polizia parallela (DSSA) scoperta dalla Digos di Genova; 3 luglio 2005


Presidente Cossiga, visto che cosa combinano i suoi gladiatori? 
«Lei mi onora. I gladiatori sono patrioti. Sono fiero di averli protetti e di continuare a farlo».

Ne hanno arrestati due. «Non è vero. Gladio, Stay Behind, era una cosa seria, concepita e realizzata in momenti serissimi. Questa sedicente polizia segreta è palesemente una frescaccia. Infatti nessuno dei due arrestati ha mai fatto parte di Stay Behind».

[...]

La sua visione di Gladio è molto contestata. 
«E’ contestata da imbecilli e da uomini malati di dietrologia e di ideologia, persuasi che le cose debbono essere come loro le desiderano. I gladiatori sono sempre stati assolti. Assolti! L’ultimo è stato l’ammiraglio Martini. Assolti dal giudice Pellegrino che non aveva nulla da farsi perdonare, a differenza di quel repubblicano che voleva condannarli per ingraziarsi i comunisti... ma lasciamo perdere. Sono storie vecchie, e riguardano morti».

Sono morti anche i carabinieri di Peteano. Uccisi da una autobomba i cui inneschi, come ha provato il giudice Casson, venivano da un nascondiglio di Gladio. 
«Uno dei motivi per cui ammiro Cacciari è che ci ha evitato di avere Casson sindaco di Venezia. Anche se devo confessare che ho contribuito per via indiretta a costruire la candidatura Casson, allo scopo di bruciarlo».

Sen. Francesco Cossiga, in un’intervista al Corriere della Sera; 2 luglio 2005


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