lunedì 22 aprile 2013

Quando la crisi uccide: scomparso a Pordenone l'imprenditore Santarossa

 PORDENONE - Un'altra vittima della crisi, un altro imprenditore tormentato dall'idea di licenziare un centinaio di dipendenti, molti dei quali suoi compagni di lavoro da una vita. Può essere stata questa la molla che ha spinto il mobiliere Fermo Santarossa, 73 anni, fondatore e amministratore delegato dell'omonimo gruppo industriale (500 addetti, per un fatturato di circa 200 milioni annui), a gettarsi nello stagno della propria villa di Prata di Pordenone, dove è morto annegato.
Non si esclude l'ipotesi di un malore, ma l'imprenditore friulano era negli ultimi tempi preoccupato per la sorte dei suoi collaboratori. La sua azienda avrebbe attraversato delle difficoltà, anche se la situazione non sembrava così grave da giustificare un simile atto. Ma chi lo conosceva bene riferisce del tormento che lo accompagnava da tempo: l'ipotesi di dover licenziare, gettando nello sconforto tante famiglie.
A trovare il corpo senza vita è stata la moglie Graziella Bianchin. Le telecamere esterne della villa hanno registrato le immagini dell'imprenditore che esce di casa dal balcone della camera intorno alle 4 del mattino per dirigersi verso il laghetto. Santarosa era un industriale che si era fatto da sé, con una lunga gavetta, come tanti nel Nord-Est. Giovanissimo, si era distinto come intagliatore e successivamente aveva avviato un'attività propria presso la casa dei genitori a Villanova. La prima società in nome collettivo avviata da Santarossa risale al 1963, quindi a Villanova nel '72 nacque la Santarossa spa, azienda madre di un gruppo che oggi si sviluppa tra le province di Pordenone e di Treviso con quattro fabbriche.
Il senatore Pdl, Maurizio Sacconi, ha commentato l'episodio invitando «le donne e gli uomini delle istituzioni ad avvertire il dovere di cercare ciò che li unisce nel nome del bene della nazione e dei molti che in essa soffrono il disagio della privazione materiale e morale».
Il gesto di Santarossa non è purtroppo il solo: ieri a Taormina si è tolto la vita un imprenditore, mentre il titolare di un'azienda del settore del marmo si è impiccato giovedì nel barese. E a Torino un muratore si è ucciso dopo aver saputo dal l'azienda che il lavoro in un cantiere alla periferia del capoluogo era finito e che non c'era più posto per lui. (R.E.)

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