venerdì 19 aprile 2013

LOTTO, ANCHE RELIGIOSI TRA I MALATI DEL GIOCO D'AZZARDO

 BOLZANO - La malattia del gioco d'azzardo riguarda tutti i ceti sociali, senza distinzioni di classi. Tra i giocatori che hanno perso l'auto-controllo e che possono anche arrivare a puntare la propria vita, come testimonia il suicidio della casalinga di 57 anni a Carrara, ci sono operai, pensionati, ma anche politici, professionisti e addirittura religiosi. Lo racconta Cesare Guerreschi, direttore della Societa' Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (Siipac) che propone di togliere per un po' il '53' dalla ruota di Venezia.

''E' in netto aumento il numero di donne con la patologia del gioco d'azzardo. Il caso avvenuto a Carrara non e' infatti il primo, ma sicuramente si tratta di un fatto molto preoccupante'', spiega Guerreschi. ''Lavoro in questo campo da 15 anni - dice lo psicologo e psicoterapeuta - e con questa esperienza posso dire che il fenomeno del gioco d'azzardo taglia trasversalmente tutti ceti sociali, indipendentemente dall'istruzione, e si registra sia in periodi di crisi economica come anche quelli di benessere. Tra la gente che si rivolge al nostro centro ci sono anche professionisti, politici e religiosi''.

C'e' sempre piu' gente che chiede aiuto ad esperti per abbandonare questo vizio che spesso rovina intere famiglie. Partendo da Bolzano, dove si trova la sede nazionale, la SIIPAC oggi gestisce 23 sportelli Info-Azzardo in tutta l'Italia. Questi centri seguono complessivamente 300 persone e il numero aumenta di anno in anno.
''Circa 35 milioni d'italiani - spiega l'esperto - giocano regolarmente al Lotto e altri giochi di questo tipo. Certamente solo una piccola parte, circa 700 mila persone, hanno seri problemi di dipendenza e non sono piu' in grado di controllare le loro puntate. Piu' della meta', tra le 400 e le 450 mila persone, sono donne''. Il fenomeno, che un tempo era quasi esclusivamente maschile, riguarda infatti sempre piu' le donne, soprattutto per quanto riguarda il Lotto, il gioco d'azzardo degli italiani per eccellenza.
''Il Lotto - racconta Guerreschi - e' il gioco piu' diffuso proprio perche' e' ritenuto poco pericoloso e perche' fa quasi parte della cultura italiana. Il giocatore medio e' pensionato, anche se ultimamente sono aumentati i giovani che giocano al Lotto''. I parenti spesso sono consci del problema. Aumentano le puntate e diminuiscono i soldi nel portafoglio, ma ormai sono diventati complici. ''I familiari ben presto scoprono il problema, ma anche loro sperano in una vincita e non fermano il loro parente in tempo'', racconta Guerreschi.

Per evitare tragedie come quella avvenuta a Carrara l'esperto propone una soluzione estrema: ''Lo stato dovrebbe intervenire in casi come quello del '53' che da tempo non esce sulla ruota di Venezia e togliere il numero per un po' dal gioco. La probabilita' che esca il numero non aumenta infatti con il tempo e potrebbe anche non uscire mai''. Secondo Guerreschi anche i mass media dovrebbero fare autocritica e non parlare con tanto entusiasmo della possibilita' di vincite miliardarie.

(ANSA)

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