domenica 21 aprile 2013

La guerra dei politici delinquenti


Gino Strada ha chiamato i politici 'delinquenti', scatenando le ire dei DS. Richiesto di scuse, ha detto che non solo non si scusava ma ribadiva.
di Redazione, pubblicato il 7 aprile 2004 - 42 letture
"Ho visto il mio paese portato in guerra, violando la Costituzione, da governi di centro-sinistra (per primi, dalla fine del secondo conflitto mondiale) e da governi di centro-destra. Ho visto un governo di centro-sinistra orgoglioso di prendere parte ai bombardamenti.
Ho assistito alla indecente teoria della guerra 'umanitaria', per cui si e' ritenuto giusto seppellire sotto le bombe 5.000 cittadini di Belgrado e dintorni per punire i responsabili dell'assassinio di altri 2.200 civili massacrati in Kossovo. Ho visto il 92% del parlamento votare per la guerra contro l'Afganistan. 10.000 civili morti e la guerra continua.
E ho sentito leader politici di entrambe le parti compiacersi dell'invio "dei nostri ragazzi" in Afganistan, armati fino ai denti a partecipare alle scorribande dei rambo di Enduring Freedom. Lo stesso vale per l'Irak, dove i militari italiani sono stati inviati a prendere parte a una guerra di aggressione neo-coloniale, perche' qualcuno poi potesse spartirsi il bottino della 'ricostruzione'. Altri 10.000 Iracheni morti.
"I poveri vanno alla guerra, a combattere e a morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri", scriveva Plutarco molti secoli fa.
A me, semplice cittadino, basterebbe vivere - e mi batto per questo- in un Paese che crede nella pace e che la pratica. Anche per questo mi piace la nostra Costituzione. Invece devo constatare che il 90% del Parlamento italiano e' d'accordo nel violarne l'articolo 11, quando deve votare in materia di guerra e pace. In modi diversi, certo. Chi e' orgoglioso di violarla e se ne vanta (e in cuor suo vorrebbe anche sopprimerla), chi preferisce astenersi, chi resta fuori dell'aula. Non e' questo un attentato alla Costituzione? Non e' un diritto contro i diritti di tutti - a cominciare dalle prossime vittime della guerra, del terrorismo, di stato, di gruppi o di individui? Non e' un delitto contro la democrazia?
Io penso di si'. Penso che sia un delitto compiuto dalla grande maggioranza dei politici (non dei politici dell'una o dell'altra parte) e penso che chi, da politico, si renda corresponsabile in ogni forma di questo delitto non debba offendersi piu' di tanto quando gli viene fatto notare.
Gli offesi, quelli che avrebbero davvero il diritto di esserlo, se fossero ancora vivi, sono i milioni di persone che, ogni anno, dittatori e presidenti, golpisti o democraticamente eletti, per le ragioni piu' varie mandano al macello, per Dio e per la patria, per la liberta' e per gli interessi della nazione.
Il movimento della pace, che io non rappresento ma di cui faccio parte, questo chiedeva ai politici italiani (non all'opposizione ne' alla 'sinistra'): di rispettare la Costituzione, il diritto internazionale, la Carta delle Nazioni Unite. E anche, se a qualcuno dovesse interessare, la coscienza civile del nostro Paese.
Tutto qui, niente di eroico. Invece il 90% dei parlamentari, ancora una volta, non lo ha fatto. Ciascuno per le proprie alchimie e interessi.
.......Rimane solo, per quel che mi riguarda, il diritto al dissenso piu' profondo e la possibilita' - nel necessario e legittimo pluralismo... - di negare il mio voto a tutti quelli che violano la Costituzione. Non si possono barattare la democrazia e i diritti ne' la Costituzione, per assicurare qualche appalto "alle nostre imprese", che poi sono "le loro", ne' per "entrare nel giro" delle potenze che contano.
Con amicizia, Gino Strada

La lettera di Gino Strada è stata pubblicata sull'Unita', il 14 marzo 2004.

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