venerdì 19 aprile 2013

LA COREA DEL NORD PER LA PRIMA VOLTA AMMETTE: ABBIAMO LA BOMBA


Il leader nordcoreano Kim Jong IlPECHINO - Accusando il presidente americano George W. Bush di voler ''soffocare'' il paese, la Corea del Nord ha affermato oggi apertamente, per la prima volta, di essersi dotata di armi nucleari. In una dichiarazione destinata ad aggravare le gia' forti preoccupazioni dei paesi vicini, il regime stalinista di Pyongyang ha inoltre annunciato che si ritira dei colloqui a sei sulla proliferazione nucleare ''per un periodo di tempo indefinito''.

Ai colloqui a sei sul programma nucleare nordcoreano, in corso dall' inizio del 2003, partecipano la Corea del Nord , gli Usa, la Cina, la Corea del Sud, il Giappone e la Russia. Alti funzionari dei sei paesi si sono incontrati per tre volte a Pechino senza registare progressi sostanziali. La convinzione prevalente negli ambienti diplomatici era che i colloqui a sei sarebbero ripresi entro il prossimo mese di marzo.

In un comunicato citato dall' agenzia ufficiale di Pyongyang, la Korean central news agency (Kcna), il ministero degli esteri norcoreano afferma: ''...abbiamo gia' preso la risoluta iniziativa di uscire dal Trattato di Non-Proliferazione Nucleare (Ntp) e abbiamo costruito armi nucleari (''nukes'', nella versione in inglese del dispaccio) per autodifesa di fronte alla dichiarata politica dell' amministrazione Bush di isolare e soffocare la Repubblica democratica popolare di Corea (il nome ufficiale della Corea del Nord)''.

Il segretario di stato americano Condoleezza Rice, in visita in Europa, ha detto in un primo commento a caldo che ''se le cose stanno cosi', allora i nordcoreani non stanno facendo altro che accrescere il loro isolamento...dato che e' molto chiaro che e' necessario che non ci siano armi nucleari nella penisola coreana''. Tra le altre la Kcna cita proprio a una dichiarazione di Rice - secondo la quale la Corea del Nord e' ''un avamposto della tirannia'' - come prove della permanente ''ostilita''' degli Usa verso Pyongyang.

A innescare la nuova esplosione della crisi potrebbero essere state le rivelazioni del ''New York Times'' su una lettera inviata la scorsa settimana dal presidente Bush al leader cinese Hu Jintao. Pregando Hu di intervenire con decisione sulla Corea del Nord, della quale la Cina e' un' alleata storica, Bush ha sottolineato nella lettera l ''urgenza'' del problema, secondo il Nyt. Gli Usa, ha scritto il quotidiano, sarebbero infatti in possesso di una vasta documentazione secondo la quale la Corea del Nord avrebbe esportato verso la Libia materiale adatto a produrre armi nucleari fino al 2003.

Due inviati di Bush hanno presentato al leader cinese la documentazione, definita di ''alta qualita' scientifica'' sulle esportazioni da parte di Pyongyang di una sostanza chimica chiamata esafluorite di uranio, con la quale possono essere prodotte armi nucleari. Non e' noto se la Cina abbia preso iniziative verso la Corea del Nord dopo l' arrivo del messaggio di Bush. Pechino si era impegnata con gli Usa e con gli altri partecipanti ai colloqui a sei ad inviare una delegazione a Pyongyang entro la fine di febbraio. In passato il regime di Pyongyang - guidato dal cosidetto ''caro leader'' Kim Jong-il - era stato accusato da Washington di essere stato parte integrante della rete di vendita di materiale atomico che faceva capo allo scienziato pachistano Abdul Qader Khan. Le accuse non erano state considerate credibili da Pechino.

Il Nyt sottolinea la circostanza che Hu Jintao ha ricevuto, cosa insolita per il ''numero uno'' cinese, i due funzionari di medio livello latori della lettera del presidente Bush, probabilmente a causadell' ''urgenza'' rappresentata dalle ''prove scientifiche'' della partecipazione attiva di Pyongyang alle iniziative della rete messa in piedi da Khan. Se la Corea del Nord non fara' marcia indietro - cosa non insolita nella tattica negoziale di Pyongyang - il prossimo passo dell' amministrazione americana sara' probabilmente quello di portare la questione nordcoreana davanti al Consiglio di Sicurezza dell' Onu, chiedendo che vengano prese sanzioni economiche e commerciale che Kim Jong-il ha paragonato a un ''atto di guerra''.

(ANSA)

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