domenica 7 aprile 2013

Investimenti etici: un quinto di quelli mondiali nel 2013



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Investimenti etici: un quinto di quelli mondiali nel 2013

È boom di investimenti etici, che si ispirano cioè alla responsabilità sociale d’impresa e alla sostenibilità. Investimenti che coniugano alla dimensione economica quella ambientale e sociale e che sono raccolti in fondi comuni che sostengono appunto le organizzazioni operanti nei settori dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura, della cooperazione internazionale, della governance.
Da quelli che sono i criteri di selezione degli investimenti etici ne è venuto fuori un acronimo: ESG, che oltre alla dimensione economica indica appunto quella ambientale, sociale e di governance. Non solo massimizzazione del profitto fine a se stessa, praticata dalla finanza main stream e foriera di tanti danni. Gli investimenti solidali sono cresciuti negli ultimi tempi, dopo la crisi che a partire dal 2008 dalla grande finanza internazionale si è trasferita all’economia reale con le conseguenze che ancora oggi sono sotto i nostri occhi. Nel 2013 gli investimenti etici ammontano su scale globale a 13.600 miliardi di dollari, quasi 10mila miliardi di euro. Si tratta di un quinto degli investimenti mondiali. La filosofia alla base dell’investimento eticamente sensibile potrebbe essere racchiusa in queste celebre frase del MahatmaMohandas Karamchand Gandhi:
Il capitale non è malvagio in sé; è il suo uso sbagliato che è malvagio. Il capitale, in una forma o un’altra, sarà sempre necessario.
Il primo fondo di investimento etico fu creato negli Stati Uniti nel 1928: il Pioneer fund di Boston proponeva a privati e fondi di investimento religiosi di sottoscrivere prodotti finanziari che niente avessero a che fare con il settore delle armi, del tabacco, dell’alcool. In Italia i primi fondi che possono definirsi etici secondo la definizione che ne abbiamo dato fanno la loro comparsa solo a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, con la proposta di investimenti in azioni di società del settore del riciclaggio di rifiuti, dello sviluppo sostenibile, della ricerca in campo medico.
Ed esiste ora anche una sorta di classifica della diffusione della finanza etica su scala mondiale, con continenti più virtuosi di altri. Secondo il recente rapporto della Gsia (Global sustainable investment alliance), ovvero l’associazione composta dalle principali organizzazionidel Sif (Sustainable investment forum), il primo posto nel mondo per investimenti etici spetta all’Europa. Nel Vecchio Continente si concentrano il 65% degli investimenti socialmente responsabili, altrimenti detti SRI, per un ammontare di 8.758 miliardi di dollari. Seguono a ruota Stati Uniti, con 3.740 miliardi, e Canada (589 miliardi). Subito dopo l’Africa, con 229 miliardi, l’Australia (178 miliardi) e l’Asia, Giappone compreso, con 74 miliardi di dollari.
Per approfondire temi, finalità e possibilità di investimento offerte dalla cosiddetta finanza etica ricordiamo l’appuntamento con il Salone del Risparmio di Milano dal 17 al 19 aprile, conl’ultima giornata dell’evento, giunto alla quarta edizione, aperta al pubblico.
Foto © Getty Images

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