mercoledì 17 aprile 2013

I bombaroli della vanità


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L'intervista al boss di SvanityFair.com: sesso, potere, donne e accuse per tutti, sotto la protezione dell'anonimato

Non se ne può più. Alle accuse incrociate: tu mi hai attaccato, allora io ti mando gli hacker, no, non sono stato io e via discorrendo, si aggiungono i fatti. E i siti di gossipsi lanciano attacchi informatici a vicenda, tanto da restarevittime di se stessi. Una lotta senza quartiere fatta di minacce di querele e querele vere, ovviamente sotto la protezione dell'anonimato, garantito dalla registrazione dei domini sui server americani. Tutto in nome della libertà di gossip. News2000 ha intervistato il boss diSvanityFair.com, il sito divenuto famoso dopo il caso Bonev al festival di Sanremo 2003. Il sito che di recente ha subito un attacco informatico e ha accusato (dichiarando pubblicamente di averne le prove) il Barbiere della seradi essere il mandante degli attacchi.

A SvanityFair i redattori sono disseminati in giro per il mondo, dalla Svizzera agli Usa, all'Italia. Non dice il suo nome, ma ha coniato di fresco un nickname e sceglie di farsi chiamare Rotweiller, il cane più gentile del mondo fino a quando non lo tocchi, poi ti sbrana. E poi, dice lui, "è una risposta a "Pitbull", una rubrica di "Prima Comunicazione" che abbiamo scoperto prende gli articoli da noi". Obiettivo? «Essere un po' come Zorro e vogliamo fare giustizia nel mondo dello spettacolo e della televisione».

Nelle vostre pagine attaccate spesso Dagospia, è il vostro concorrente?La nostra politica non è quella di fare concorrenza. D'Agostino, come abbiamo documentato anche in maniera greve, è un sito di fotocopie. Quando sentiamo D'Agostino dire che si è messo a studiare sui libri di economia e che vuole occuparsi di economia e finanza. Viene da ridere. Il signor D'Agostino in maniera molto scorretta in un'intervista a Italia Oggi che gli contestava la nostra presenza: noi scriviamo quello che troviamo sul suo sito. La media di notizie che pubblica sono 16 al giorno. Il massimo che può scrivere di suo sono 14 o 15 notizie copiate e noi facciamo l'elenco.

Lui dice che SvanityFair rovista fra la spazzatura e poi scrive. Che ne pensate?Riceve più querele lui che il padreterno… Noi siamo un gruppo di giornalisti e di amici che vivono fra Roma, Milano, Zurigo e New York. Contrariamente al Barbiere della sera che va a chiedere soldi in giro coi block notes, ci autofinanziamo. In vacanza abbiamo deciso di fare prima "La Respubblica" che ha quasi distrutto il "Barbiere della sera" e poi Svanity Fair. Sulla Res Pubblica abbiamo pubblicato qualsiasi cosa: da Gian Paolo Pansa a Feltri a Mieli mettendoli a confronto. Abbiamo lasciato parlare il gossip delle redazioni: abbiamo rivelato il casino delle dimissioni del vicedirettore del Giornale nuovo.

Internet può essere uno strumento ottimo per fare informazione, ma in Italia è possibile? Perché D'Agostino tace anche se non ci andiamo leggeri con lui. Lui ha in questo momento il secondo sito di gossip in Italia. Perché non si difende. Ti dico la vera storia di Dagospia. Il suo sito nasce da una copia. Qualcuno di noi faceva anni fa una newsletter che si chiama "Fashion spies news": che picchiava a tutta forza via fax inviati dalla Svizzera. La newsletter dette molto fastidio. L'onorevole La Russa si era rivolto ai servizi segreti per capire chi eravamo. A quel punto ci siamo fermati. D'Agostino fece un articolo sulla nostra newsletter in prima pagina sul Messaggero. Qualche mese dopo nacque Dagospia.

Ma perché ce l'avete tanto con D'Agostino. Anche lui in qualche modo tira a campare, no?No. D'Agostino convive con una miliardaria che proviene anche da una famiglia inquisita in Tangentopoli, non deve tirare a campare. Questo signore cosa fa? Andatevi a leggervi gli articoli. Ora ti do un altro dato su cui ti anticipo che picchieremo tutti i giorni. Abbiamo ricevuto una pillola velenosa. Nel momento in cui è stata nominata la Annunziata abbiamo saputo che è stata denunciata per mobbing per molestie sessuali e che il denunciante è difeso da Taormina. Sulla segnalazione c'era il numero di avvocato Taormina e l'abbiamo chiamato. Ci ha detto che una denuncia è coperta dal segreto istruttorio e non poteva dirci niente. Senza dirci nulla ha confermato. Abbiamo anche saputo che il giudice ha appena archiviato il procedimento a carico dell'Annunziata, subito prima della nomina di Casini e Pera. Il denunciante però ha fatto ricorso e quindi a oggi la Annunziata ha ancora una denuncia pendente per mobbing. Chi è l'avvocato dell'Annunziata? L'avvocatessa Grazia Volo. Con chi è sposata? Con Paolo Liguori. Cosa ha fatto Liguori? Ci ha scritto delle belle letterine minatorie dicendoci che vuole scoprire chi siamo. Si vede chiaramente che abbiamo toccato dei nervi tesi. Abbiamo scritto e-mail all'avvocato Grazia Volo come mai non vuole renderla pubblica l'Annunziata? Ogni giorno ne parleremo. Questo sarà il tormentone estivo.

Fra voi e gli altri siti di gossip c'è una diversa produzione: gli altri scrivono di più.Noi riceviamo almeno 20 polpette avvelenate al giorno di gente che scrive tutto e contro tutti. Noi non pubblichiamo nulla se non abbiamo i documenti e se non verifichiamo le notizie. Preferiamo pubblicare un articolo al giorno, ma vero. Le uniche rubriche fisse sono "I forzati della tv" che sono i dati Auditel e l'altro argomento fisso è il monitoraggio di Dagospia, con le fonti da cui copia.

Siete una testata giornalistica registrata? Siamo un sito e basta. Sono un sostenitore alla Pannella, dico che l'Ordine dei giornalisti è come se non esistesse. Ma tu vedi in tv quanta gente prende il microfono in mano e non è giornalista. Quanta gente c'è che prende 3 euro lordi a pezzo. Ti anticipo una cosa. Abbiamo pizzicato uno: abbiamo saputo che è stato denunciato il direttore del Mondo all'Ordine per aver spacciato come giornalista Antonio Gallo, il pr di Afef. Il denunciante ha presentato denuncia anche alla Guardia di Finanza: Afef ha una rubrica sul Mondo, che si fa scrivere gli articoli da altri e poi fa la prima donna.

C'è qualcuno che copia da voi?Siamo un po' stanchi di essere copiati senza essere citati. D'altra parte siamo contenti perché ci danno da scrivere. Ti ricordi il caso di Alexia di Striscia? Alle 19 del sabato sera di Sanremo abbiamo detto chi era il vincitore. Abbiamo anche pubblicato delle bufale di Striscia che ha cominciato a farci spamming. A scoprire siamo bravi: quando andiamo a scrivere sulle stranezze dei dati auditel è perché qualcuno di Mediaset ce li segnala. Quando abbiamo dei dubbi chiamiamo il presidente dell'Auditel che ce li chiarisce.

Il segreto del vostro successo?Il nostro successo ha un nome e cognome. Si chiama Michelle Bonev. Siamo arrivati con Sanremo a delle punte di 80mila lettori. Siamo molto attenti a vedere quello che scrivono sulla rete. Col tam tam si ottiene molto di può che con la registrazione nei motori di ricerca.

E chi sono i vostri nemici?A novembre dell'anno scorso quando è nato la Respubblica.com, Il barbiere della sera ha cominciato a scrivere contro di noi. Noi non siamo andati sul leggero. Abbiamo ricostruito la storia del Barbiere: questi hanno cambiato 10 proprietari. Abbiamo fatto un'inchiesta che in Italia non si è mai vista.

Sul Barbiere avete fatto anche un dossier, ma non credi che la polemica stia degenerando?
Il dossier sul Barbiere dimostra che dietro al Barbiere ci sono i centri sociali. Ci potete dire che siamo presuntuosi, arroganti, ma nessuno ci potrà dire che siamo schierati con qualcuno. Pubblichiamo sempre le lettere di rettifica. Quando andiamo a prendere le prove e i documenti lo facciamo fino in fondo. Quando siamo usciti sai chi ci ha maltrattati pesantemente? Maurizio Andriolo e Massimo Alberizzi (presidente della associazione Lombarda dei giornalisti e presidente del movimento sindacale Quarto Potere - ndr). Alla fine hanno iniziato a mandarci i loro comunicati e a scriverci contro Serventi Longhi (segretario della Federazione nazionale della Stampa - ndr)... Da noi le cose le puoi dire assumendoti le tue responsabilità con il tuo nome e cognome.

Progetti futuri?Ti do in anteprima: usciranno delle edizioni periferiche. Ci hanno proposto di fare degli Svanityfair locali, cioè in alcune città e regioni ci saranno delle pagine dedicate al gossip di ogni provincia.

17  giugno  2003



Daniele Passanante


L'informazione ha fatto strike
«Quando ci scrivono - dice Rotweiller, il boss di Svanityfair -, precisano ma non smentiscono. Svanityfair e LaResPubblica: in sei mesi abbiamo fatto strike. È impossibile non leggerci in rete se si fa questo mestiere. Dagospia deve fare i conti con noi come Il Barbiere della sera. Anche noi su Respubblica riprendiamo degli articoli, ma quelli che scegliamo, non soltanto le cattiverie. Noi facciamo controinformazione. Quando entrano le banche e i gruppi finanziari nei giornali c'è la fine della libertà. Visto che esiste internet, noi abbiamo deciso di fare i corrispondenti dall'Italia del nostro editore americano».
Destra o sinistra?
Se quelli del "Barbiere della sera" sono di sinistra voi siete di destra? «Io sono dieci anni che non voto - risponde Rotweiller - e se fossimo di destra non avremmo fatto un servizio su Mediaset che taglia il personale e la raccolta pubblicitaria e poi Publitalia dichiara incrementi? Se fossimo di destra avremmo pubblicato le dichiarazioni di Marco Travaglio o di Padellaro. Avremmo pubblicato il dossier su Anna La Rosa. C'è sinistra e sinistra. Per me la sinistra intelligente può essere quella di Velardi col Riformista che col suo quotidiano fa concorrenza al Foglio».
Anonimato
Perché utilizzate l'anonimato come linea editoriale? «Se domani mattina uno di noi fosse identificato, ti trovi delle cause da farti tremare le vene. Ti trovi il Tronchetti Provera che ti chiede un miliardo, che significa che ogni causa ci può costare dai 30 ai 50 milioni. I nostri server sono in America, non in Cecenia o nelle isole Off Shore, siamo nel paese dove se sbagli ti fanno un culo come una casa. Dove un giornalista da internet può fare scoppiare lo scandalo Lewinski. Non è una scelta di anonimato per non essere identificato, ma è una scelta legislativa. Quando siamo andati a pizzicare la notizia di Mauro Benetton inquisito per riciclaggio di denaro sporco, come mai nessuno ne ha parlato? Come mai nessuno ha scritto nulla sulla bulgara e sulla famiglia Saccà. Ci siamo stancati di vedere quello che è sotto gli occhi di tutti».

www.emule.it

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