domenica 21 aprile 2013

Guénon contro l'Occidente per Tradizione

ALESSANDRA IADICICCO
Guénon contro l'Occidente per Tradizione

La profonda critica (e infine il rifiuto) della società di cui pure era figlio, non fu causata nello studioso francese, da motivi politici.  Oggi a Roma un convegno per ricordarne l'opera
Non è certo un autore rasserenante ma, almeno, non fa più paura.  Tra­dotto all'epoca da Julius Evola, pub­blicato da case editrici clandestine, o ghettizzate, o militanti a destra, sdoganato da ultimo, sul finire de­gli anni Settanta, dall'insospettabile Adel­phi, René Jean Marie Joseph Guénon, a cinquant'anni dalla morte vede forse fi­nalmente riconosciuta la dignità teorica che gli spetta.
Che c'era, però, di temibile nell'opera dello studioso, tale da turbare le serenità, suscitare paure o indurre alla censura?  Il suo stile sembra avere tutte le caratteristi­che di quel pensiero che Umberto Eco ha definito «urfascista»: elitario, esoterico, ir­razionale antimoderno, contaminato con discipline magiche e misteriosi culti orientali.  A confermare simili sospetti ba­sta uno sguardo alla sua biografia.

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