venerdì 19 aprile 2013

ALLARME ICTUS, E' EPIDEMIA PER INVECCHIAMENTO POPOLAZIONE


   FIRENZE - La chiamano epidemia ''silente'' perche' e' provocata da alterazioni non evidenti dei piccoli vasi sanguigni cerebrali. E' l'ictus, che in Italia sta raggiungendo livelli di allarme a causa dell'invecchiamento della popolazione. Ogni anno, infatti, nel ''BelPaese'' si registrano 300 mila casi e nei prossimi 15 anni ne sono previsti 50 mila in piu' all'anno. Ipertensione arteriosa, ma anche diabete e obesita', oltre all'eta', sono i principali fattori di rischio di contrarre questa patologia, che ha pesanti conseguenze sul piano sociale per i problemi di mobilita' e di demenza che interessano buona parte di chi resta in vita. Per combatterla l'arma piu' efficace e' la prevenzione, che puo' contare su nuovi strumenti diagnostici in grado di individuare i soggetti a rischio.

I dati sono stati resi noti nel corso della presentazione del congresso internazionale Vas-Cog (Vascolare-Cognitivo) 2005, in programma a Firenze dall'8 al 12 giugno. Oltre 900 esperti, provenienti da 38 paesi del mondo, si confronteranno sulle complicanze psicocognitive della malattia vascolare cerebrale e dell'ictus.

''Vogliamo fare il punto - ha spiegato Calogero Surrenti, Prorettore dell'Universita' di Firenze - sulle strategie per combattere questa malattia, il cui aumento e' conseguenza dei problemi legati all'invecchiamento della popolazione''.

In Italia, in base ai dati resi noti dai professori dell'ateneo toscano Domenico Inzitari e Gianfranco Gensini, sono 800 mila le persone sopravvissute a un ictus, che non lascia scampo nel 15% dei casi. Pesanti le conseguenze per chi sopravvive: almeno la meta' rimane con un grave handicap e ha bisogno di continua assistenza e cure. Oltre alla difficolta' a muoversi e spesso a comunicare, per la presenza di disturbi del linguaggio, in circa il 20% dei casi si registrano problemi di demenza vascolare, con disturbi della memoria, agitazione e incapacita' ad interagire con le altre persone. Molti anziani vengono poi colpite da forme depressive. Per fermare l'epidemia sono oggi disponibili nuove ''armi''.

''Se grazie alla risonanza magnetica e' possibile individuare le alterazioni dei vasi - ha spiegato Inzitari - ci sono anche nuovi mezzi diagonistici come i cosiddetti marker biologici, in grado di far individuare il rischio gia' nei 40-50 enni. Stiamo anche cercando dei marker nuovi, genetici, che ci daranno altri strumenti''.

Importante per la prevenzione l'ictus, ha ricordato Gensini che dirige il Dipartimento del Cuore e dei Vasi del Policlinico di Careggi, e' il controllo della pressione. Il professore ha ricordato che in Italia solo un paziente iperteso su 4 viene curato adeguatamente, e ha sottolineato l'importanza delle cure vascolari. ''Dagli anni '70 al 2000 - ha detto - la vita media e' aumentata di 6 anni, e quattro di questi anni sono dovuti al miglioramento delle terapie''.

(ANSA)

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