venerdì 15 febbraio 2013

Dossier anti F-35: con i soldi di un caccia, 387 asili nido



'10mila occupati? Falso. Uno spreco da oltre 50 mld euro'


Fermare l'acquisto dei caccia F-35, uno ''spreco'' che costera' all'Italia oltre 50 miliardi di euro fino al 2050. Lo chiede la campagna 'Taglia le ali alle armi' che oggi ha presentato quelli che definisce i ''veri numeri'' del programma Joint strike fighter, che il Governo si e' impegnato a sostenere con l'acquisto di 90 aerei. Nell'aeroporto militare di Cameri (Novara) sono stati allestiti gli hangar dove e' previsto l'assemblaggio dei mezzi. ''In questi giorni - ha spiegato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo che, insieme a Sbilanciamoci e Tavola della pace, sostiene la campagna - il tema degli F-35 e' entrato nella campagna elettorale e sono stati diffusi dati falsi che ci proponiamo di smascherare''. Innanzitutto, ha osservato, ''e' importante capire bene i costi reali del programma: per i 90 caccia, compreso lo sviluppo, si pagheranno 14 miliardi di euro, in media 120 milioni di euro ad aereo.
Considerando poi anche la gestione ed il mantenimento completi a 'piena vita', la cifra lievita fino a quasi 52 miliardi di euro in 40 anni''. Si e' parlato anche di ritorni occupazionali importanti per il Paese dall'adesione al programma. Ma anche su questo, prosegue Vignarca, ''sono state raccontate barzellette dalla Difesa, come quella dei 10mila occupati, quando la stessa Finmeccanica ha diffuso una stima di circa 2.000 addetti''. Quanto ai ritorni industriali, ha aggiunto, ''il ministero ha favoleggiato di ritorni del 100%, ma nella realta' ad oggi le industrie nazionali hanno ottenuto appalti per poco piu' di 600mila euro a fronte di una spesa gia' sostenuta dall'Italia di 3 miliardi di euro''. Grazia Naletto, di Sbilanciamoci, ha ricordato che ''e' possibile uscire dal programma senza pagare alcuna penale e dedicare le risorse cosi' risparmiate alla spesa sociale''.
Ad esempio, con il costo di un cacciabombardiere si potrebbero costruire 387 asili nido, oppure 21 treni per pendolari, o 32.250 borse di studio per studenti universitari o anche metter in sicurezza 258 scuole. Vignarca ha poi ricostruito anche quali governi hanno sostenuto il programma. ''Il premier MOnti - ha rilevato - ha detto che il Governo di Massimo D'Alema lo ha avviato, ma in realtà nel 1999 furono stanziati solo una decina di milioni di euro per una fase di studio. Le date fondamentali per la nostra adesione al progetto sono nel 2002 (secondo Governo Berlusconi) e nel 2007 (secondo Governo Prodi). E il 'filo rosso' di tutta la trattativa - ha sottolineato - e' il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, che l'ha seguita fin dal'inizio come segretario generale per gli armamenti, capo di Stato Maggiore ed ora ministro''.
(ANSA)

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