lunedì 9 aprile 2012

Rischi del cellulare


Negli ultimi 20 anni il cellulare ha cambiato drasticamente il modo di comunicare delle persone; si può stare in contatto, 24 ore su 24, con amici, familiari e colleghi, da qualsiasi parte del mondo.                                           
Questa grande comodità ha comunque dei costi pesanti come il rischio di una fine prematura della propria vita; nonostante ciò, l’uso del telefonino è in crescita e la gente è riluttante a limitarne l’uso; probabilmente anche perché molte persone non sono coscienti dei rischi e non credono siano reali.                                               
L’incidenza del tumore al cervello nei bambini ha ormai superato la leucemia. In Australia, in un solo decennio, è stato riscontrato un aumento del 21% dei tumori al cervello in ambito pediatrico; la densità del cranio dei bambini è molto minore rispetto a quella degli adulti e il loro cervello è molto più suscettibile ai danni da cellulare e da radiazioni wireless. Esiste poi anche il problema del feto all’interno dell’utero che è senz’altro indifeso contro i danni da radiazioni. E’ molto importante tenere il telefonino lontano da neonati, bambini, ragazzini e donne incinte, perché i danni possono iniziare a manifestarsi anche dopo 10 anni e a quel punto sarà troppo tardi. Questo è in linea con altri studi che mostrano un aumento generale di tumori al cervello del 40% in Europa e in Gran Bretagna negli ultimi 20 anni. L’anno scorso il direttore della 
prestigiosa University of Pittsburgh Cancer Institute, Dr. Ronald B. Herberman ha rilasciato al corpo docente e allo staff, un monito senza precedenti: limitare l’uso del cellulare a causa di un possibile rischio di cancro.   Ormai ci sono 3 miliardi di possessori di cellulari nel mondo. Mai prima nella storia la gente ha usato questa tecnologia così frequentemente e nemmeno è stata esposta, quotidianamente, come ora alle onde 
elettromagnetiche che derivano dalla tecnologia wireless, sempre più diffusa. La maggior parte delle persone presume che il cellulare sia sicuro, perché sono stati rassicurati da scienziati pesantemente influenzati dall’industria delle telecomunicazioni. I cellulari vengono definiti la più grande questione di sanità pubblica dopo il tabacco, e proprio come le multinazionali del tabacco hanno convinto che le sigarette erano salutari, così l’industria delle telecomunicazioni farà tutto ciò che è necessario per far credere che i telefonini sono sicuri. Non solo ci sono aziende che stanno facendo molti soldi con i cellulari e che fanno del loro meglio per diffondere indicazioni errate e bugie colossali, ma le agenzie governative, che in realtà sono lì per proteggerci, sono entrate in affari con le aziende che dovrebbero controllare e questo significa che non c’è un vero controllo del mercato.                                                                                                                                                                 
Innocente Marcolini, 58 anni, di Brescia, è il primo uomo al mondo a cui un tribunale ha riconosciuto che il suo tumore alla testa è legato all’ uso del cellulare. Del suo caso si è occupato il giornalista Riccardo Staglianò nel libro “Toglietevelo dalla testa”, uscito questi giorni di Febbraio, dedicato a” cellulari, tumori e a tutto quello che le lobby non dicono”, edito da Chiarelettere.                                                                                                   
Ex manager, Marcolini nel 2002 si accorge, facendosi la barba, di una strana sensazione al mento, fa degli accertamenti e scopre di avere un neuroma al trigemino sinistro che interessa il ganglio di Gasser. Si fa operare a Lucerna, in Svizzera. L’operazione riesce ma la membrana che ricopre i nervi viene lesionata e oggi vive con un cerotto di morfina per tenere sotto controllo il dolore e ha perso sensibilità all’occhio sinistro che non produce più lacrimazione. “La mia vita è cambiata radicalmente, ma oggi uso ancora il telefonino. 
Vengono raccontate un sacco di menzogne – sottolinea Marcolini – Basta adoperare il cellulare per brevi telefonate, con l’auricolare e con il viva voce in macchina. Così i rischi vengono ampiamente ridotti. Per il mio lavoro io lo usavo 5-6 ore attaccato all’orecchio. Al consumatore va detta la verità, se esiste una possibilità di rischio perché correrla? ”. L’intento dell’autore del libro è proprio quello di fare chiarezza sulla confusione all’ennesima potenza che si è creata sul bene o il male dei cellulari al punto che sì “è arrivati addirittura a dire che adoperarli può prevenire l’ Alzheimer”, sottolinea Staglianò. “Il finale, aggiunge, ancora non si sa. Per sapere in maniera definitiva se l’uso del telefonino aumenta in maniera considerevole il rischio del tumore, bisogna aspettare”. Ma, nel frattempo, perché non prendere le giuste misure come suggerisce il decalogo per un uso sicuro, in apertura del libro, fra cui viene suggerito come proteggersi dalle radiazioni. Tra i suggerimenti dati da Marcolini, quello di evitare di tenerlo a contatto con il corpo, niente tasche dei pantaloni, né taschini della camicia. Perché i manuali di istruzione dicono di tenerli da 1,5 a 2,5 centimetri dall’orecchio? E perché nel 2011 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito il telefonino tra i possibili cancerogeni? E perché tutta questa paura di dire la verità?  Una delle ipotesi di Marcolini è che “ Non ci sarebbe guerra senza l’uso dei campi elettromagnetici”. Ampiamente documentato, “Toglietevelo dalla testa” analizza i diversi conflitti d’interessi di cui è costellata la materia che riguardano l’industria telefonica, il governo, gli stati e anche i giornalisti e fa un paragone fra l’industria del tabacco e l’industria telefonica, un remake con le lobby al contrattacco.  
Ma cosa fare per proteggere il nostro cervello e la nostra salute?  Intanto, seguire queste semplici indicazioni:   - I bambini non dovrebbero usare il cellulare – salvo che in situazioni di emergenza, avendo il cranio più sottile, sono più vulnerabili degli adulti alle radiazioni dei cellulari;                                                                                 
- Ridurre l’uso del telefonino: tenere più spesso il cellulare spento. Riservarlo per le emergenze o per questioni importanti;                                                                                                                                                                  - Utilizzare una linea telefonica fissa sia a casa che a lavoro: sebbene la maggior parete delle persone sta abbandonando il tel fisso per quello mobile, non partecipare a questa follia;                                                              - Ridurre o eliminare l’uso di altri apparecchi wireless;                                                                                                      - Usare il telefonino soltanto dove la ricezione è buona: più la ricezione è debole più potenza deve usare il cellulare per trasmettere, più radiazioni emette e più a fondo le onde radio penetrano nel corpo. L’ideale sarebbe usare il telefonino che presenta la barra di ricezione completa;                                                                      - Spegnere il cellulare quando non è in uso: fino a che il tel è acceso, emette radiazioni ad intermittenza, perfino quando non state parlando;                                                                                                                                       
- Quando il cellulare è in uso tenerlo lontano dal corpo: l’area entro la quale non dovrebbe stare nessuna parte del corpo è la distanza di 15,24 cm dall’antenna;                                                                                                     - Usare le cuffie auricolari: le cuffie auricolari certamente permettono di tenere lontano il corpo, comunque se gli auricolari non sono schermati,e molti non lo sono, il cavo stesso agisce come un’ antenna attraendo le radiazioni, trasmettendole direttamente al cervello. Quindi bisogna assicurarsi che il cavo utilizzato dalle cuffiette sia schermato.                                                          
                                                                                             
                                                                                                                                                  
                                                                                                                                                Fabio Vergovich                                                                                                                                             

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