mercoledì 4 aprile 2012
Politica. Lo scempio dei rimborsi elettorali
E non si finisce mai di disgustarsi.........................
Domani mattina l’Italia dei valori «depositerà in Cassazione il quesito per il referendum che chiede di abolire i rimborsi elettorali, cioè il finanziamento pubblico mascherato con cui le forze politiche hanno aggirato l’esito del referendum del 1993».
Nel suo blog, Di Pietro si dice sicuro che «la stragrande maggioranza dei cittadini sarà al nostro fianco», in una «battaglia» portata avanti «non per antipolitica, come dice chi non sa più come difendere un sistema indifendibile».
Eppure da quel sistema indifendibile Di Pietro ha ricevuto decine di milioni di euro negli ultimi undici anni. Precisamente 75 milioni 251mila 521 euro, suddivisi in venti rimborsi per altrettante elezioni, amministrative, politiche ed europee, come scrive Paolo Bracalini nel libro-inchiesta Partiti Spa (Ponte alle Grazie). Quasi 20 milioni sono arrivati all’Idv dallo Stato nel periodo compreso tra il 2001 e il 2006, con un aumento che è andato di pari passo con il consolidamento politico dell’ex pm. Nel 2001 Tonino aveva ricevuto per le elezioni politiche un milione e duecentomila euro, cifra salita a 5 milioni per le elezioni europee del 2004.
Alle politiche del 2006 il pacchetto di rimborsi per l’Idv quasi sestuplicava rispetto a cinque anni prima: 10 milioni 550mila euro, poco a paragone di partiti più grandi come Forza Italia e Ds, i quali sfiorarono o addirittura superarono quota cento milioni, ma ben investiti dai dipietristi, che alle politiche del 2008 incrementavano le entrate pubbliche ottenendo più di 20 milioni di euro.
Curiosamente Di Pietro definisce ora il denaro dei rimborsi elettorali come soldi buttati: «Abolire i rimborsi elettorali - scrive ancora sul blog - non serve solo a ripristinare la sovranità popolare tradita e a evitare che si continuino a buttare soldi per ingrassare la cricca. È anche il solo modo per aggredire alla fonte l’origine della corruzione».
Ma senza quel denaro il partito sarebbe riuscito a creare una rete di investimenti? In Partiti Spa si spiega infatti nel dettaglio come l’Italia dei valori abbia effettuato nel 2010 quasi 5 milioni (4.765.337) di investimenti finanziari. «La fetta più grossa - viene illustrato nel libro - 3,9 milioni, è stata versata alla SGR (società di gestione e risparmio) Eurizon, del Gruppo Intesa San Paolo». Il bilancio 2010 è stato chiuso con un avanzo di oltre 4 milioni e 800mila euro. Quell’anno Tonino spese 3 milioni 912mila euro di campagna elettorale, ma ne incassò 13.494.656 di rimborsi elettorali, comprensivi di rate arretrate del 2006 e del 2008. Negli ultimi quattro anni, dal 2008 a ora, all’Italia dei Valori sono andati 55.623.000 euro.
Nel blog l’ex magistrato scrive adesso che il finanziamento pubblico «è la fonte che permette ai partiti di continuare a essere organizzazioni finalizzate a proteggere e sviluppare se stesse». Ma alla «fonte», pare di capire, si è abbeverato anche il partito che dirige, con gli investimenti che ne sono seguiti.
Qualche perplessità emerge anche dal blog: «No onorevole Di Pietro - protesta Giorgio Pirola - questo referendum non lo firmo, prima l’Idv deve rinunciare a tutti i rimborsi e restituire quanto è stato dato in eccedenza alla spese realmente sostenute e giustificate».
Fonte: Il Giornale
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