venerdì 13 aprile 2012

Malinteso o macchinazione?

Chiesa: Avvenire, comunione negata a disabile? Falso, bastava informarsi

12 Aprile 2012 - 13:02

(ASCA) - Roma, 12 apr - ''Basterebbe informarsi meglio, e invece quando c'e' di mezzo la Chiesa scatta l'istinto di denigrare in base a notizie sommarie, giudizi di terza mano e patacche vergognose senza affrontare la fatica di qualche elementare verifica''. E' il commento tagliente del quotidiano della Cei, Avvenire, alla vicenda del bambino gravemente disabile a cui sarebbe stata negata la Comunione durante la messa del Giovedi' Santo a Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara.

Il giornale cattolico ricostruisce nel dettaglio la vicenda in un articolo. Per il bambino era stato concordato un percorso con la famiglia, famiglia che aveva avuto anche un lungo incontro con un sacerdote nel palazzo vescovile: ''L'arcidiocesi tiene a sottolineare che non c'e' stato alcun rifiuto dell'Eucaristia, che nessuna discriminazione e' stata compiuta dal parroco e che il cammino di preparazione continuera' in modo che il ragazzo possa accedere al Sacramento nei tempi opportuni''.

''A fine febbraio i genitori del disabile - una coppia di conviventi - si presentano dal parroco di Porto Garibaldi (che non e' quello del paese dove vivono) per chiedere che il figlio possa ricevere la Comunione - si legge nella ricostruzione di Avvenire - Come faranno i compagni di classe, riferiscono. Il sacerdote prende a cuore fin da subito la situazione... Ai genitori viene chiesto di portare il figlio negli ambienti parrocchiali: cosa che avviene, seppur con l'intermezzo di un ricovero ospedaliero. L'intento e' farlo sentire parte della comunita'''.

Poi, in aprile, durante un incontro in Curia, ''il sacerdote offre al ragazzo un'ostia non consacrata che lui respinge bruscamente. Ecco allora il suggerimento ai genitori: alla Messa della Prima Comunione il bambino sara' nelle panche insieme con i coetanei; pero' non ricevera' il Santissimo Sacramento ma una carezza del parroco e la benedizione. Secondo l'arcidiocesi, e' la via per mostrare che la disabilita' interpella la Chiesa, che ciascun portatore di handicap e' 'persona prediletta' e partecipa come tutti i credenti alla celebrazione, che la parrocchia lo sostiene nella promozione integrale. In attesa che il percorso possa proseguire e compiersi''.

A ''cronisti e commentatori improvvisati'', e' il commento di Avvenire, sarebbe bastata qualche verifica per scoprire ''alcuni dati di fatto purtroppo incompatibili con i loro pregiudizi. A cominciare dal fatto che al bambino disabile grave la parrocchia di Porto Garibaldi e la diocesi di Ferrara hanno semplicemente posposto e non negato l'Eucaristia, accogliendolo intanto con tutto l'amore possibile. E poi, si sarebbe appurato che dietro i due avvocati parmigiani accorsi con le carte bollate alla Corte europea dei diritti dell'uomo c'e' solo il triste scherzo di un anagramma (Giacinto Canzona, gia' autore di altre vuote trovate) e un nome televisivo (Antonio Ricci) evocato forse per la fama di umorista surreale. Ma qui di surreale c'e' solo il caso inventato senza alcun rispetto, e il circo dei soliti fissati con le lezioncine alla Chiesa''.

asp/gc 


«Comunione negata? E’ incredibile»

Comunità cattoliche unanimi anche se con toni diversi: è stato un atto sbagliato, i disabili sono “angeli crocifissi”




PORTO GARIBALDI. Sono univoche sia pure con toni diversi le reazioni delle comunità cattoliche di base sparse per il Paese, sulla vicenda della Comunione negata al bimbo disabile di Porto Garibaldi da parte del parroco don Piergiorgio Zaghi. «Incredibile che avvengano queste cose» è il primo commento di don Andrea Gallo, il “prete degli ultimi”. «La Comunione - ha detto - è un momento altissimo, in cui il corpo di Gesù viene spezzato per tutti, in cui del sangue si dice “bevetene tutti”. Prendiamo ad esempio le prime comunità cristiane: allora non c’era l’ostia, ma il pane che appunto si spezzava per tutti. Nel gesto le molliche che restavano venivano comunque date a tutti presenti. E poi questo piccolo aveva anche partecipato al Catechismo...». Secondo don Gallo «se pure il bambino avesse avuto difficoltà nel deglutire, questo problema si sarebbe potuto superare, figuriamoci, andava in un corpo martoriato, sofferente. Chi dire qual è il vero linguaggio di un disabile? A volte parlano con un gesto, con gli occhi». Don Gallo incontra disabili mentali tutti i giorni, «il parroco dice che era importante capire se il piccolo intuiva la portata del sacramento? Dico solo che non si poteva escluderlo con questo gesto».
Per don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, quello del sacerdote è stato «un eccesso di razionalità: si richiede un’adesione di fede di tipo intellettivo, che il bambino evidentemente non può dare. Ma c’è una dimensione di spiritualità che è egualmente importante e vitale: noi non ne conosciamo gli effetti, ma io sono sicuro che ci siano». Don Vinicio ha sempre dato la Comunione, e anche la Cresima, in caso analoghi, d’accordo con il vescovo di Fermo, «credo sia giusto e bello far avvicinare alla Comunione anche questi bambini. C’è una dimensione spirituale che va al di sopra di quella intellettiva: il bambino la percepisce anche se non può capirla».
Giovanni Ramonda, responsabile della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha preso carta e penna scrivendo a don Piergiorgio: «Centinaia di ragazzi gravemente disabili anche nella nostra comunità, molti celebrolesi, ricevono regolarmente la Comunione con il consenso del parroco e dei rispettivi vescovi», ha premesso. Nella lettera afferma che «la Comunione negata al bambino disabile deve interpellare tutta la comunità cristiana. Ci sono delle incongruenze che vanno svelate: diversi parroci danno disinvoltamente la Comunione a divorziati risposati, trasgredendo a una chiara indicazione della Chiesa, mentre ad una creatura prediletta dal Signore viene negato il suo corpo ed il suo sangue, stiamo attenti a non filtrare i moscerini e ingoiare i cammelli». Riflessione conclusiva di Ramonda: «Penso che dobbiamo ripartire dagli ultimi accogliendoli realmente nelle nostre comunità, avvicinando le famiglie che hanno al loro interno i disabili e sostenerle. Come diceva don Benzi, i disabili sono ‘angeli crocifissi’».
L’episodio viene definito«assurdo, non soltanto sul piano etico, ma soprattutto sotto il profilo dei diritti fondamentali riconosciuti ai bambini» dal sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, che parla di «oscurantismo culturale degno del peggior Medioevo». Molto duro anche Giuliano Bianco, coordinatore regionale dell’associazione cattolica progressista Noi siamo Chiesa: «A Porto Garibaldi si ha come l’impressione che la Chiesa abbia perso di vista la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia: chi si sognerebbe mai di vietare a una mamma e un papà, che portano il loro figliolo, incapace d’intendere e volere, al cospetto di Gesù, di avvicinarsi, toccare e ricevere il Salvatore?».

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2012/04/12/news/comunione-negata-e-incredibile-1.3802076




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