mercoledì 19 giugno 2024

Capello a Madrid

 


"Suker e Mijatovic non passavano mai la palla a Raul. 

Li richiamai in spogliatoio facendo vedere i filmati e dissi loro che ci voleva spirito di collaborazione. 

Loro mi assicurano che Raul non lo avevano visto e che non era una cosa volontaria. Solo che nelle partite successive accadde di nuovo, li richiamai nuovamente e dissi che stavolta non c'erano scuse e che se fosse successo una terza volta uno dei due, dalla partita successiva, sarebbe rimasto in panchina. Mi ascoltarono e iniziarono a segnare molto di più. 

A inizio campionato avevo detto che se avessero fatto almeno 56 gol in tre avremmo trionfato...

Ne segnarono 59 e vincemmo il campionato."


"Per non avere storie all'interno dello spogliatoio, ai miei giocatori ho sempre detto "Signori, nell'intervallo, per i primi 4/5 minuti non voglio sentire nessuno parlare. Vi cambiate le scarpe, vi cambiate la maglia, fate quello che volete ma in silenzio. Così si evita che magari si discuta per un errore o altro. Ed è comunque un tempo che serve anche a me per scegliere come intervenire. 

Scegliere se strillare per svegliarli un po' oppure parlare in maniera più educata.

Una volta al Real Madrid capitò che iniziai a dare indicazioni alla squadra. Io ero in piedi a parlare davanti ai giocatori seduti che ascoltavano, quando ad un certo punto si alza un giocatore.

Era un giovane, e mi dice "No, io penso che dovremmo fare invece questo, questo e questo...".

Io mi sono avvicinato a questo giocatore, mi sono tolto la giacca e gliel'ho data e ho detto alla squadra "Avete un nuovo allenatore" e sono uscito dallo spogliatoio.

Il capitano allora è venuto a riprendermi, e da allora hanno capito che l'allenatore ero io. 

Quel giocatore tra l'altro l'avevo fatto prendere io dalla Sampdoria. Aveva 20 anni, era Clarence Seedorf."


Con due aneddoti della sua avventura madrilena, tanti auguri Fabio Capello.

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