sabato 1 maggio 2021

Afghanistan: aumento degli attacchi talebani e i legami con al-Qaeda

 

Le autorità afghane hanno denunciato un aumento del 24% degli attacchi dei talebani nel Paese, dal 29 febbraio 2020, data di quello che era stato definito lo “storico accordo” dei militanti con gli Stati Uniti. 

Il 27 aprile, il capo dell’agenzia di intelligence afghana, Ahmad Zia Saraj, ha tenuto una conferenza stampa a Kabul, durante la quale ha dichiarato che i talebani hanno aumentato le loro attività del 24% in seguito all’accordo con gli Stati Uniti d’America firmato a Doha, in Qatar, aggiungendo che il numero di assalti ha raggiunto un picco con l’annuncio del ritiro completo delle truppe da parte di Joe Biden, il 14 aprile. Ahmad Zia Saraj ha poi nuovamente accusato i militanti islamisti afghani di mantenere stretti legami con al-Qaeda, in violazione dell’intesa firmata con gli USA. 

“Non vediamo alcun segnale che dimostri che i talebani abbiano preso le distanze da Al-Qaeda. Al contrario, abbiamo prove sufficienti del fatto che stiano aiutando al-Qaeda a riunire di nuovo in Afghanistan i suoi militanti che si nascondono nella regione”, ha dichiarato il direttore dell’intelligence afghana. Già il 29 maggio 2020, un rapporto delle Nazioni Unite aveva reso noto che i talebani non stavano rispettando una delle parti fondamentali dell’accordo tra Stati Uniti e talebani, che prevedeva proprio la fine dei legami con Al-Qaeda. 

Lo stesso Dipartimento della Difesa degli USA, in un report pubblicato a giugno del 2020, ha riferito che al-Qaeda stava sostenendo e cooperando regolarmente con i talebani. Il fine era quello di “minacciare la stabilità del governo afghano e il gruppo ha un interesse a lungo termine per quanto riguarda gli attacchi contro le forze statunitensi e contro gli obiettivi occidentali nella regione”. Secondo il Pentagono, la minaccia principale è rappresentata dalla sezione indiana dell’organizzazione terroristica, nota come al-Qaeda nel Subcontinente Indiano (AQIS). La sezione centrale di Al-Qaeda, invece, si stava concentrando sulla sopravvivenza e sull’assicurarsi che i propri rifugi rimanessero praticabili. 

Il 27 aprile, in risposta alle accuse del capo dell’intelligence afghano, un portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato che Kabul stava semplicemente “creando ansia nel mondo, in modo da poter persuadere le forze di occupazione a mantenere le proprie truppe nel Paese”. “I talebani non hanno aumentato gli attacchi, ma stavano solo rispondendo alle offensive contro di loro”, secondo Mujahid, che ha accusato il presidente afghano di aver tentato di “sabotare gli sforzi internazionali per la pace in modo da poter rimanere al potere più a lungo”.

Nonostante la situazione particolarmente instabile in Afghanistan, gli USA hanno comunque deciso di completare il ritiro delle proprie truppe, sebbene le alte sfere militari statunitensi abbiano affermato che le forze armate straniere potrebbero utilizzare altre basi militari nella regione, per condurre operazioni aeree e di intelligence nel Paese, in caso di necessità. Gli Stati dai quali questo potrebbe essere fattibile sono Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan. Tuttavia, l’ambasciatore degli Stati Uniti ad interim in Afghanistan, in un’intervista alla stampa afghana pubblicata il 29 aprile, ha sottolineato che Washington considerava terminata la guerra nel Paese, che era ormai un “vicolo cieco”. Secondo Ross, una soluzione  politica è il modo migliore per affrontare il conflitto. “Per me è chiaro che la guerra civile non è nell’interesse di nessuna delle parti, non è nell’interesse degli afgani, non è nell’interesse dei talebani, è ancor meno dei Paesi vicini”, ha dichiarato Wilson.

Intanto, la situazione sul campo rimane instabile. La mattina del 29 aprile, sei persone sono rimaste ferite in un’esplosione che ha preso di mira un veicolo che trasportava i dipendenti di una società energetica, la Da Afghanistan Breshna Sherkat (DABS), a Jalalabad, nella provincia orientale di Nangarhar. Come di consueto negli ultimi mesi, nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. Inoltre, la notte del 28 aprile, un gruppo di uomini armati non identificati ha ucciso il cugino di un noto giornalista della provincia di Ghor, che era a sua volta stato ucciso in un attacco mirato il primo gennaio. Nei primi quattro mesi del 2021, il problema dei numerosi attacchi mirati contro giornalisti e donne è tornato sotto i riflettori. Infine, la forze armate afghane stanno continuando le operazioni per liberare dalla presenza dei talebani i distretti di Balkh, Chaharbolak e Shokgara, situati nella provincia settentrionale di Balkh. Almeno 12 villaggi sono tornati sotto il controllo dei soldati di Kabul, 18 talebani sono stati uccisi e 42 militanti a loro associati sono stati arrestati, secondo le autorità locali. 


Maria Grazia Rutigliano

https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/04/29/afghanistan-aumento-degli-attacchi-talebani-legami-al-qaeda/

Bush71 

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