domenica 2 maggio 2021

Afghanistan: almeno 14 morti in 24 ore

 

Nel quadro di quella che è stata definita una “nuova ondata di escalation”, almeno 14 individui hanno perso la vita a seguito di attacchi perpetrati, tra il 23 e il 24 aprile, in tre province afghane.

In particolare, nella capitale Kabul uomini armati sconosciuti hanno ucciso 4 agenti di polizia, un docente universitario e un impiegato del governo in tre diversi incidenti, secondo quanto riferito il 24 aprile dal portavoce della polizia locale, Ferdows Faramarz. Nello specifico, due attacchi sono stati condotti nella giornata di sabato, mentre un terzo ha avuto luogo nel Distretto 7 nella sera precedente, il 23 aprile. I 4 poliziotti, invece, sono stati uccisi da uomini armati nel distretto di Paghman e, nello specifico, nell’area di Panja Chinar. A detta di Faramarz, tutti e tre gli episodi, al momento, sono oggetto di indagini. Ad ogni modo, questi sono da inserirsi nel quadro di una nuova escalation di attacchi mirati, perlopiù non rivendicati, che si stanno verificando a Kabul e nei distretti circostanti, i quali prendono di mira forze di sicurezza, impiegati del governo, attivisti e giornalisti.

Parallelamente, nella provincia Sud-orientale di Ghazni, nella mattina del 24 aprile, almeno 4 civili sono rimasti uccisi a seguito dell’esplosione di una bomba posta sul ciglio della strada. Stando a quanto riferito dall’ufficio del governatore provinciale, sono stati i Talebani a posizionare il dispositivo esplosivo. Funzionari locali hanno poi riferito di un altro incidente simile, verificatosi il pomeriggio del 23 aprile nella provincia di Kandahar, dove sono stati 4 i civili rimasti uccisi, mentre altri 3 sono rimasti feriti. In nessuno dei due casi, i Talebani, a cui le forze locali hanno attribuito la responsabilità di tali attacchi, hanno rilasciato commenti.

Nonostante gli sforzi profusi e le iniziative diplomatiche in corso, stando ai dati raccolti da fonti mediatiche locali, dall’inizio del mese di Ramdan, il 13 aprile, circa 44 civili e 81 membri delle forze di polizia hanno perso la vita a seguito di attacchi, presumibilmente perpetrati dai Talebani, in diverse province afghane. Anche la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha registrato un aumento del 29% nel numero di vittime civili nel primo trimestre del 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nello specifico, sono stati 573 i civili afghani rimasti uccisi, mentre il numero dei feriti ammonta a 1210. Il dato che ha destato maggiore preoccupazione è stato l’aumento del 37% del numero di donne uccise, mentre tra i bambini è stata riportata una crescita del 23%, rispetto ai primi tre mesi del 2020.

Secondo le agenzie di sicurezza afghane, l’aumento degli attacchi dei talebani era previsto, in quanto sono da collegarsi alla cosiddetta “offensiva di primavera”. Tuttavia, mentre negli scorsi anni questa veniva ufficialmente annunciata dai Talebani, quest’anno, alla luce delle iniziative diplomatiche avviate, il gruppo starebbe portando avanti le proprie operazioni senza darne notizia ufficiale.

Da decenni, l’Afghanistan è caratterizzato da una profonda instabilità politica. In seguito al crollo del regime sovietico, i Talebani si sono affermati come gruppo dominante e, alla fine di una sanguinosa guerra civile tra diversi gruppi locali, hanno governato gran parte dell’Afghanistan dal 1996. Dopo essere stati decimati dagli americani, a seguito dell’invasione del 2001 e dell’intervento della NATO nell’agosto 2003, i Talebani sono tornati ad essere attivi e a compiere numerose offensive per destabilizzare il Paese. Con una serie di attacchi alle attuali istituzioni afghane, le milizie talebane hanno tentato più volte di riprendere il controllo del governo. Dopo quasi due decenni di conflitto, l’accordo di pace tra gli Stati Uniti e i talebani, firmato il 29 febbraio 2020, ha rappresentato un punto di svolta significativo. Tuttavia, l’intesa non ha messo fine alle violenze, che sono aumentate durante e dopo le negoziazioni.

Alla luce della situazione instabile in Afghanistan e dell’aumento degli scontri, il presidente statunitense, Joe Biden, il 29 gennaio, ha affermato di voler riesaminare l’accordo con i talebani, che era stato negoziato e sottoscritto dalla precedente amministrazione, guidata da Donald Trump. Tuttavia, il 14 aprile, è stato confermato il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan entro settembre. Si tratta di un ritardo di tre mesi rispetto alla scadenza concordata dall’amministrazione Trump, fissata per il primo maggio, il che ha portato i talebani ad affermare che non parteciperanno ad iniziative diplomatiche fino a quando i soldati stranieri si troveranno nel proprio Paese. Da parte sua, il governo di Kabul teme che i militanti islamisti vogliano riprendere il controllo del territorio con la forza, una volta che le forze armate afghane non saranno più supportate dalle forze aeree di Washington.

 

Piera Laurenza, interprete di arabo e inglese

https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/04/24/afghanistan-almeno-14-morti-24-ore/

Bush71

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