1. FINIRE TRA LE SPIRE DELLA PITONESSA? GIAMMAI! L’“UNITÀ” DEFINISCE “IRRICEVIBILE” L’OFFERTA DI DANIELA SANTADECHÉ E DI PAOLA FERRARI, NUORA DI CARLO DE BENEDETTI - 2. I GIORNALISTI PREFERISCONO LA DISOCCUPAZIONE ALLA PRESA DI POTERE DELLA SANTA. MA LEI NON MOLLA, ED È PRONTA A RILANCIARE: “PARLERÒ PRESTO DELLA LINEA POLITICA” - 3. IN REDAZIONE STANNO MESSI COSÌ MALE CHE IL DIRETTORE LANDÒ ADDIRITTURA CITA RENZI: “L’UNITÀ È UN BRAND, COME LA NUTELLA. MA SE NEL BARATTOLO CI METTI ALTRO, ANCHE IL BRAND MUORE. LA SANTANCHÈ VUOLE SOLO FARE PUBBLICITÀ ALLA SUA CASA EDITRICE” - 4. MICHELE SERRA: “PERCHÉ DANIELA VUOLE UN GIORNALE COMUNISTA? FORSE C’È DIETRO UN MOVENTE SADOMASO: TI COMPERO PERCHÉ VOGLIO CHE AGONIZZI TRA LE MIE BRACCIA” - 5. “O UNA BRUTALE INTENZIONE PEDAGOGICA: TI RADDRIZZO LA SCHIENA FINCHÉ NON SCRIVI CHE GRAMSCI, SE FOSSE VIVO, TORNEREBBE IN SARDEGNA PER BRINDARE AL BILLIONAIRE” -
1. LA CAMPIONESSA DELLA DESTRA CHE VUOL COMPRARE L’UNITÀ
Michele Serra per “la Repubblica”
Santanchè che vuole comperare l’Unità è un po’ come se il comandante Marcos debuttasse come broker a Wall Street. Sono gli scherzi del post-ideologico, che per quanto post ancora non era riuscito a scardinarle proprio tutte, le coordinate del vecchio panorama politico e sentimentale del pianeta Terra.
Avvertenza: un giornale (o una qualunque azienda) in agonia merita rispetto a prescindere, e non c’è offerta, non c’è obolo che almeno da un orecchio non possa essere ascoltata con cortesia anche se poi verrà rifiutata con altrettanta cortesia; a meno che, come Casaleggio, si attenda la fine del mondo stropicciandosi le mani, tanto poi si va tutti a vivere su Plutone via internet.
Il vecchio glorioso amato e odiato giornale fondato da Antonio Gramsci si dibatte da decenni (non per diretta volontà di Casaleggio, insomma) in una crisi ferale, che è di mercato e prima ancora di ruolo: dunque non merita astio né spregio la proposta di acquisto che la signora ha avanzato in tandem con Paola Ferrari, giornalista, conduttrice televisiva e moglie di Marco De Benedetti. Niente di illecito o di ingiurioso. Ma di sbalorditivo, sì.
Sbalorditivo perché Santanché, tra i tanti difetti, ha sempre avuto il pregio di una schietta faziosità, donna di destra dal rossetto ai tacchi, dai sentimenti — è la compagna del feroce Sallusti — all’eloquio da parà. Perché dunque inserire nel suo shopping anche un giornale comunista? I dietrologi ci sguazzeranno, immaginando un movente sadomaso (ti compero perché voglio che agonizzi tra le mie braccia) o una brutale intenzione pedagogica (ti compero e ti raddrizzo la schiena finché non abiuri e scrivi che Gramsci, se fosse ancora tra noi, tornerebbe in Sardegna solo per brindare al Billionaire).
Noi gente semplice restiamo, invece, a bocca aperta, come i vecchi diffusori dell’Unità alla bocciofila, come i lettori residui (pochi ma non pochissimi) di quel giornale che ha segnato la storia del Paese, che nacque nella Torino operaia e intellettuale, che fu clandestino sotto il fascismo, che entrava in fabbrica, negli anni Cinquanta, nascosto sotto il giubbotto dei sindacalisti, il giornale che milioni di italiani comunisti comperavano ogni mattina per sapere “che cosa dice il Partito”, il giornale che svolazzava in piazza San Giovanni dopo le grandi manifestazioni e i funerali di Berlinguer.
Sono cose che non tornano, va detto; e va anche detto che è normale che non tornino. La vita continua, e la vita cambia. Di qui a immaginare Daniela Santanché che nomina il direttore dell’Unità, francamente il passo è grande. Così grande che, a parte il comunicato secco e dignitoso del comitato di redazione dell’Unità che si limita a definire “irricevibile” l’irricevibile, davvero non si sa bene che cosa dire e che cosa pensare, se non che la confusione è grande sotto il cielo, e per giunta, per essere luglio, dal cielo cade tanta di quella pioggia che neanche in novembre.
2. UNITÀ, MURO ANTI-SANTANCHÈ “IRRICEVIBILE LA SUA PROPOSTA”
Goffredo De Marchis per “la Repubblica”
Baciare la pitonessa? Mai, rispondono all’Unità. «Giudichiamo la proposta di acquisto della signora Santanchè incompatibile con la storia della testata, quindi irricevibile». È il finale del comunicato che apparirà stamattina sulla prima pagine del giornale a firma del Cdr. Ma la dirigente di Forza Italia non demorde.
E rilancia. «L’interesse c’è e i liquidatori non possono negarlo. Ho messo tutto per iscritto. Sanno chi è il mio socio. Nei prossimi giorni farò altri passi formali», dice la pasdaran di Berlusconi. Il socio è Paola Ferrari De Benedetti, la conduttrice della Domenica Sportiva, amica storica della Santanchè. I numeri, ossia la cifra di acquisto, e il piano industriale sono in fattura. Arriveranno sulla scrivania degli amministratori temporanei entro questa settimana.
L’iniziativa della Santanchè è un temporale che si abbatte su una redazione già da tempo in difficoltà e che forse solo questo mese riceverà gli stipendi arretrati di maggio e giugno. La scadenza della pratica di liquidazione è fissata al 29 luglio. Se non si troverà una soluzione, il 30 si dovranno portare i libri in tribunale dichiarando fallimento. Alcuni, nella sede del giornale, vanno oltre la questione di opportunità politica ricordando rovesci imprenditoriali dell’onorevole azzurra.
Ma la scelta è quella di opporre un muro “ideologico” all’eventuale scalata della Santanchè. «Siamo ancorati a una tradizione di sinistra. L’obiettivo è innovare ma non snaturare», dice il direttore Luca Landò. «L’Unità è un brand, ha ragione Renzi. È come la Nutella. Ma se dentro il barattolo della Nutella ci metti un’altra cosa, anche il brand muore». Insomma, offerta o provocazione che sia, la proposta non ha alcuna possibilità di riuscità.
«Credo che la Santanchè punti a farsi un po’ di pubblicità — spiega Landò — . Vuole solo dimostrare che la sua concessionaria editoriale si muove a tutto campo, slegandola dall’immagine di destra della sua titolare ». Ma l’accostamento pitonessa- Unità resta una bomba. E se alla fine l’unica proposta in campo fosse quella della Santanchè? I liquidatori sono convinti che non sarà così. È sul tavolo anche l’offerta di Matteo Fago, ex editore online, attuale socio di maggioranza dell’Unità.
Offerta insufficiente per ora. Gli amministratori protempore gli hanno chiesto un’integrazione e sembrano ottimisti. I giornalisti rimangono preoccupati e cauti. Tanto più che la Santanchè considera la partita tutt’altro che chiusa: «Parlerò a tempo debito. Anche della linea politica».
Al Pd la vicenda è seguita dal tesoriere Francesco Bonifazi, vicinissimo al premier. È stato Matteo Renzi a dire che Unità e Europa , altro giornale di area Pd, avrebbero dovuto unirsi. Qualche mese fa la soluzione appariva vicina. Cessione dell’Unità alla famiglia di costruttori Pessina, unificazione della testate e un direttore in pectore nella figura di Stefano Menichini. Ma l’operazione è molto complessa e c’è il rilancio possibile di Fago.
Adesso anche Europa, quotidiano diretto dallo stesso Menichini, annuncia guai grossi. Oggi il direttore spiegherà ai lettori lo stato dell’arte con l’orizzonte di una chiusura il 30 settembre. Con grande realismo spiegherà che per il momento Europa cercherà di trovare una soluzione economica da sola. Fare un nuovo giornale del Pd comporta passaggi delicatissimi. E l’”ingerenza” della Santanchè non aiuta.
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