giovedì 17 luglio 2014

1. IL GIAPPONE CI TIENE TANTO A NON VIETARE LA PEDOPORNOGRAFIA NEI FUMETTI MANGA MA ARRESTA UN’ARTISTA PER AVER DISTRIBUITO I DATI PER STAMPARE LA SUA VAGINA IN 3D - 2. ACCUSATA DI AVER INFRANTO LEGGI SULL’OSCENITÀ, LA DONNA, CHE LAVORA SOTTO LO PSEUDONIMO DI ROKUDENASHIKO (CIOE', “RAGAZZA BUONA A NULLA”), PROVA DA TEMPO A COMBATTERE I TABÙ SUI GENITALI FEMMINILI, CON UNA SERIE DI SCULTURE A FORMA DI VAGINA: PENDAGLI E ORECCHINI, IL GIOCO DELLA DAMA, PORTAFAZZOLETTI E LAMPADARI. C’È IL “GUNDAM” CON VULVA, LA BATTAGLIA CON I SOLDATINI CHE SALTANO NELLA FESSURA, LO SBARCO DEGLI ASTRONAUTI SULLA FICA. L’INTENZIONE È DI DEMISTIFICARE I GENITALI FEMMINILI, IN UN PAESE MASCHILISTA DOVE, OGNI APRILE, SI TIENE IL FESTIVAL DEL PENE -

NIPPOCRISIA -ARRESTATA L’ARTISTA CHE HA DATO LE INFO PER STAMPARE LA SUA VAGINA IN 3D




sbarco sulla vaginaSBARCO SULLA VAGINA
In Giappone è stata arrestata un’artista per aver distribuito i dati che permettono di stampare la sua vagina in 3D. La donna, che lavora sotto lo pseudonimo di Rokudenashiko (si traduce “ragazza buona a nulla”), è stata portata via dagli agenti dopo aver spedito le informazioni a una trentina di persone che avevano risposto alla sua ultima campagna di crowd-funding: un kayak chiamato “pussy boat”, ispirato ai suoi genitali.

Il suo vero nome è Megumi Igarashi, ora è in custodia a Tokyo, accusata di aver infranto leggi sull’oscenità. Lei respinge tutte le accuse: la sua vagina in 3D non è un’oscenità e non ha inviato le immagini in cambio di soldi. La sua situazione è più grave di quanto si pensi: rischia fino a due anni di carcere o una multa di 20.000 euro.

portafazzoletti vaginaPORTAFAZZOLETTI VAGINA
Alcuni commentatori evidenziano come il suo arresto sia un’ipocrisia del governo giapponese, in quanto arriva a poche settimane dalla decisione di non vietare immagini pedopornografiche nei manga. L’attivista Minori Kitahara dichiara: «Il Giappone è ancora una società che non tollera chi esprime la sessualità femminile, mentre tollera troppo quella maschile».

La Igarashi prova da tempo a combattere i tabù sui genitali femminili, con una serie di sculture a forma di vagina: pendagli e orecchini, dama, portafazzoletti e lampadari. C’è il “Gundam” con vulva, la battaglia con i soldatini che saltano nella fessura, lo sbarco degli astronauti sulla fica. L’intenzione è di demistificare i genitali femminili, in un paese dove, ogni aprile, si tiene il Festival del Pene. 






http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/giappone-ci-tiene-tanto-non-vietare-pedopornografia-fumetti-81038.htm

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