lunedì 2 settembre 2013

Zurigo divisa sui drive-in del sesso


SVIZZERA


Un uomo passeggia davanti a un drive-in del sesso a Zurigo, in Svizzera. (Arnd Wiegmann, Reuters/Contrasto)
Il 26 agosto, a un anno dall’approvazione di una legge che vieta alle prostitute di stare per strada nel centro di Zurigo, in Svizzera, sono stati inaugurati degli spazi per la prostituzione, in una vecchia area industriale dismessa della città. Si tratta di alcune strutture di legno in un parco che sembrano delle scatole, dove si può parcheggiare l’auto al coperto e incontrare le prostitute.
In Svizzera la prostituzione è legale dal 1942 e per garantire più sicurezza alle lavoratrici del sesso Zurigo ha finanziato la costruzione di questi spazi: dei parcheggi coperti di legno, con bagni, docce e armadietti sorvegliati. Per usarli le prostitute dovranno chiedere un permesso e pagare una tassa, ma in cambio potranno usufruire dello spazio dotato di un centralino per chiedere aiuto in caso di pericolo e saranno seguite da un’assistente sociale che si occuperà di garantire la loro incolumità. Inoltre la polizia pattuglierà la zona regolarmente.
Un progetto che divide. La struttura, finanziata con soldi pubblici, è stata chiesta da molti cittadini che credono che il progetto sia un buon modo per allontanare la prostituzione dal centro della città e garantire più sicurezza. Il progetto è già costato 2,4 milioni di franchi svizzeri e l’amministrazione comunale spenderà 700mila franchi svizzeri all’anno per la manutenzione.
L’esperimento è stato fatto anche in altre città in Germania e nei Paesi Bassi: il drive-in sarà aperto dalle 7 di sera alle 5 di mattina. Potranno usarlo prostitute che hanno almeno 18 anni, che pagheranno una quota di 40 franchi all’anno e cinque franchi al giorno di tasse per contribuire a mantenere la struttura.
Non ci saranno telecamere, un po’ per non scoraggiare i clienti e anche perché secondo le autorità solo la presenza sul posto della polizia è efficace contro episodi di violenza. “Non possiamo eliminare il problema della prostituzione, ma possiamo ridurre la violenza e lo sfruttamento”, dichiara Michael Herzig del dipartimento affari sociali del comune di Zurigo al Guardian.
“È solo un esperimento, ma era necessario trovare una soluzione”, dichiara Jean-Marc Hensh, un commerciante che si lamenta di quando la prostituzione era tollerata nel centro della città e creava problemi di decoro e di igiene.
Ma non tutti sono d’accordo con le scelte dell’amministrazione. Brigitta Hanselmann, un’insegnante in pensione intervistata dal Guardian, ha dichiarato: “Mi sembra incredibile che così tante donne siano favorevoli a questa soluzione. Si tratta del tentativo di controllare quello che non può essere controllato”.

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