Etruschi a Parigi, civiltà che ama vita
Al Museo Maillol, non solo urne funerarie ma il quotidiano
PARIGI, ETRUSCHI, INNO ALLA VITA
(di Aurora Bergamini)
PARIGI - Non solo legati al mondo dei morti, ma un popolo che ama vivere bene, una civiltà florida e ricca di commerci, con una mentalità per certi aspetti moderna: gli Etruschi, tra le più importanti civilizzazioni del Mediterraneo, tra il IX e il II secolo avanti Cristo, sono protagonisti della nuova mostra del Museo Maillol di Parigi. In esposizione fino all'8 febbraio, 250 pezzi, tra anfore, ornamenti, sculture, calici, urne funerarie, sarcofagi, provenienti da grandi musei italiani e stranieri come il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini a Roma, il Museo archeologico di Firenze e il British Museum di Londra. La mostra - dal titolo 'Etruschi, un inno alla vita'- è organizzata sotto l'alto patronato del Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
"Purtroppo a lungo la storia delle ricerche archeologiche è stata condizionata da questo aspetto delle urne funerarie e delle necropoli - spiega all'ANSA Anna Maria Moretti Sgubini, soprintendente onoraria per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale, una delle curatrici della mostra assieme a Francesca Boitani, direttrice onoraria del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia -. Poi, grazie alla ricerca nei centri urbani che si è avviata negli ultimi anni, c'è stato uno sbilanciamento dell'immagine questo popolo che invece deve essere letta nel suo complesso, con i suoi commerci, produzioni, usi e costumi della vita quotidiana". E aggiunge: "C'è anche il culto dei morti, ed è sicuramente un'immagine suggestiva quella che restituisce un corredo funerario, ma dobbiamo tenere conto che non rispecchia il quotidiano".
"La mostra - prosegue la curatrice - vuole porre l'accento sugli aspetti degli Etruschi legati alla vita". Emerge che sono molto ricchi, un popolo di mercanti e commercianti che nell'età più antica era guidato da principi che mutuavano i loro costumi dai dinasti orientali. Inoltre sono una civiltà prospera e florida, forte delle risorse del territorio, dall'agricoltura alle risorse minerarie. Sono anche capaci di sviluppare un importante tessuto commerciale e una serie di scambi anche con luoghi lontani.
"Insomma - osserva la Moretti Sgubini - è un popolo che ha grandi capacità e risorse, e che ama vivere bene seguendo i costumi che vengo mutuati da altri popoli". Il percorso espositivo presenta le diverse realtà urbane etrusche "mostrando come questa civiltà fosse gioiosa e cosmopolita": l'architettura dei templi a Veio, la scultura in pietra a Vulci, gli ori a Cerveteri, la pittura a Tarquinia, la terra cotta di Orvieto, le varie espressioni artistiche di Chiusi, Populonia, Perugia e Volterra. Mentre il filo rosso della mostra è l'architettura, diversi focus mettono l'accento sugli aspetti della vita quotidiana come la cultura e l'arte, la scrittura, lo sport, la religione e il tempio, l'eros, il banchetto, il commercio. Ma anche il rapporto con l'Oriente e l'importanza della della donna che partecipa attivamente alla vita sociale, e ha un ruolo importante, moderno. "E' spesso rappresentata, nei sarcofagi come nei crateri, in fianco all'uomo - conclude la curatrice - su un livello di parità".
(ANSA)
(di Aurora Bergamini)
PARIGI - Non solo legati al mondo dei morti, ma un popolo che ama vivere bene, una civiltà florida e ricca di commerci, con una mentalità per certi aspetti moderna: gli Etruschi, tra le più importanti civilizzazioni del Mediterraneo, tra il IX e il II secolo avanti Cristo, sono protagonisti della nuova mostra del Museo Maillol di Parigi. In esposizione fino all'8 febbraio, 250 pezzi, tra anfore, ornamenti, sculture, calici, urne funerarie, sarcofagi, provenienti da grandi musei italiani e stranieri come il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini a Roma, il Museo archeologico di Firenze e il British Museum di Londra. La mostra - dal titolo 'Etruschi, un inno alla vita'- è organizzata sotto l'alto patronato del Ministero dei Beni e delle Attività culturali.
"Purtroppo a lungo la storia delle ricerche archeologiche è stata condizionata da questo aspetto delle urne funerarie e delle necropoli - spiega all'ANSA Anna Maria Moretti Sgubini, soprintendente onoraria per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale, una delle curatrici della mostra assieme a Francesca Boitani, direttrice onoraria del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia -. Poi, grazie alla ricerca nei centri urbani che si è avviata negli ultimi anni, c'è stato uno sbilanciamento dell'immagine questo popolo che invece deve essere letta nel suo complesso, con i suoi commerci, produzioni, usi e costumi della vita quotidiana". E aggiunge: "C'è anche il culto dei morti, ed è sicuramente un'immagine suggestiva quella che restituisce un corredo funerario, ma dobbiamo tenere conto che non rispecchia il quotidiano".
"La mostra - prosegue la curatrice - vuole porre l'accento sugli aspetti degli Etruschi legati alla vita". Emerge che sono molto ricchi, un popolo di mercanti e commercianti che nell'età più antica era guidato da principi che mutuavano i loro costumi dai dinasti orientali. Inoltre sono una civiltà prospera e florida, forte delle risorse del territorio, dall'agricoltura alle risorse minerarie. Sono anche capaci di sviluppare un importante tessuto commerciale e una serie di scambi anche con luoghi lontani.
"Insomma - osserva la Moretti Sgubini - è un popolo che ha grandi capacità e risorse, e che ama vivere bene seguendo i costumi che vengo mutuati da altri popoli". Il percorso espositivo presenta le diverse realtà urbane etrusche "mostrando come questa civiltà fosse gioiosa e cosmopolita": l'architettura dei templi a Veio, la scultura in pietra a Vulci, gli ori a Cerveteri, la pittura a Tarquinia, la terra cotta di Orvieto, le varie espressioni artistiche di Chiusi, Populonia, Perugia e Volterra. Mentre il filo rosso della mostra è l'architettura, diversi focus mettono l'accento sugli aspetti della vita quotidiana come la cultura e l'arte, la scrittura, lo sport, la religione e il tempio, l'eros, il banchetto, il commercio. Ma anche il rapporto con l'Oriente e l'importanza della della donna che partecipa attivamente alla vita sociale, e ha un ruolo importante, moderno. "E' spesso rappresentata, nei sarcofagi come nei crateri, in fianco all'uomo - conclude la curatrice - su un livello di parità".
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento