lunedì 4 marzo 2013

La Germania potrebbe uscire dall’euro. Quali gli effetti?



Di Gianluca Iozzi

Fuga dall'euro. Sembra il titolo di un film, invece è ciò che sta per accedere in Germania: a Berlino si sta formando un movimento anti-europeista che risponde al nome di "Alternativa per la Germania". Tra i firmatari troviamo l'ex presidente della Confindustria tedesca Hans-Olof Henkel, ovvero colui che voleva dividere l'Eurozona e realizzare un "euro del Nord" e un "euro del Sud".


Germania
(Foto: Reuters/Thomas Peter / )
European, Greek and German flags fly outside the Chancellery in Berlin, August 24, 2012.


Ma il principale sostenitore è l'economista di Amburgo, Bernd Lucke, che nel 2011 raccolse le firme di 300 economisti tutti a sfavore dei salvataggi europei. Certo la causa non venne recepita dal governo, ma ciò non impedì di ricorrere alla Corte costituzionale tedesca contro il salvataggio della Grecia, ma soprattutto contro il piano Omt (cioè l'acquisto dei titoli di Stato dei paesi in difficoltà) varato da Draghi all'inizio di settembre dello scorso anno. Da notare che molti dei sostenitori del fronte anti-euro provengono dalla Cdu, il partito di Angela Merkel che fino ad oggi ha sostenuto le politiche di salvataggio europee.
Ma in concreto cosa propone di fare "Alternativa per la Germania"? Intende intercettare tutti quegli elettori tedeschi stanchi delle politiche di salvataggio effettuate fino ad ora a favore dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna). Dunque la linea è chiara: salvarsi finché si è in tempo, proteggere gli interessi tedeschi e difendere i risparmi anziché tenere in vita l'agonizzante euro.
Se le cose stanno davvero così allora la Germania potrebbe tornare alla valuta nazionale: il marco. Ma cosa provocherebbe un simile scenario? Secondo un articolo pubblicato dal settimanale tedesco "Der Spiegel" - risalente a giugno 2012 - il ministero delle finanze tedesco avrebbe effettuato uno studio dove avrebbe preso in considerazione proprio questo scenario. Risultato? L'economia tedesca subirebbe un crollo del 9,2%, mentre il tasso di disoccupazione salirebbe al 9,3%, bruciando 5 milioni di posti di lavoro. Un dato allarmante se si pensa che attualmente il tasso di disoccupazione tedesco è pari al 6,9%.
Ma c'è di più poiché secondo Gustav Horn - direttore dell'Istituto di politica macroeconomica (Imk) della fondazione Hans-Böckler - l'effetto collaterale consisterebbe in un apprezzamento del marco rispetto all'euro nell'ordine del 50%. E cosa ancor più grave "gli investimenti realizzati in Germania ridurrebbero fortemente il loro valore in euro. Nel frattempo il valore delle garanzie dello stato tedesco sui fondi di salvataggio della zona euro crollerebbe. In un primo tempo i rischi per le finanze pubbliche sarebbero lievi".
"Nel resto della zona euro - continua Horn - i mercati sarebbero in fibrillazione. La Bce, che avrebbe spostato la sua sede da Francoforte a Parigi subito prima del ritiro della Germania, annuncerebbe il riacquisto illimitato delle obbligazioni. In questo modo i banchieri centrali riporterebbero rapidamente la calma in borsa. Nel frattempo la Bce ricomprerebbe - in euro - la quota della Germania nel meccanismo europeo di stabilità (Esm). Ma in marchi tale quota perderebbe un terzo del suo valore. Per la Bundesbank si tratterebbe di un duro colpo. Il debito pubblico comincerebbe a crescere".



http://it.ibtimes.com/articles/44187/20130304/germania-potrebbe-uscire-dalleuro-quali-gli-effetti.htm#ixzz2MbwMRZ00

Nessun commento:

Posta un commento