Sui Lungarni, tra luminarie e concerti, il 2014 arriva prima
Ingresso nel Duomo per la proclamazione del nuovo anno
Corteo storico del 25 marzo in piazza del Duomo
Corteo storico davanti al Battistero
All'interno del Duomo, alle 12.00 del 25 marzo, il raggio di luce colpisce la mensola e l'uovo in pietra
interno del Duomo
Lo stendardo di Pisa, con la croce dodecalobata
Corteo storico del 25 marzo in piazza del Duomo
Corteo storico davanti al Battistero
All'interno del Duomo, alle 12.00 del 25 marzo, il raggio di luce colpisce la mensola e l'uovo in pietra
interno del Duomo
Lo stendardo di Pisa, con la croce dodecalobata
( Di Rossella Cerulli)
La gloriosa Repubblica marinara di Pisa aveva un modo tutto suo di calcolare il tempo. E fin dal X secolo l’anno nuovo aveva inizio il 25 marzo, in coincidenza con il giorno dell’Annunciazione alla Vergine (e quindi l’incarnazione di Gesù), 9 mesi prima del 25 dicembre. Era questo l’anno pisano ab incarnazione Domini, in netto anticipo rispetto a quello comune. Sottomessa agli odiati fiorentini ed entrata a far parte del Granducato di Toscana la città perse ogni autonomia: fino a quando Francesco I di Lorena smantellò il calendario pisano uniformandolo nel 1749 a quello gregoriano.
Del capodanno e relativi festeggiamenti si perse così ogni memoria. Riscoperto a fine ’99 da un manipolo di “pisantropi” tra antiche carte d’archivio, l’evento ha ripreso smalto dal 2011 fino a trasformarsi nell’happening inaugurale della stagione turistica, che solo nel 2013 ha visto catapultarsi sotto la torre 40.000 persone, complice anche la base Ryanair del vicino aeroporto, collegata con oltre 70 destinazioni in tutta Europa. E anche da apripista per tutte le altre festività della primavera pisana.
Ma quando l’ora X del fatidico cambio di data? Alle 12 di lunedì 25 all’interno del Duomo, popolato di stendardi e personaggi in costume, entrati in corteo dopo aver attraversato il centro, un raggio di luce da una finestra della navata centrale andrà a colpire, sul lato opposto, una mensola e un piccolo uovo in pietra, simbolo di rinnovamento e prosperità, accanto al pergamo di Giovanni Pisano. Solo allora, al rullo dei tamburi, potrà essere proclamato il nuovo anno, secondo un rituale immutato da oltre 800 anni, scandito da uno spettacolare fenomeno naturale. In attesa del Capodanno, moltissimi gli eventi previsti in città e provincia per il 22, 23 e 24 marzo.
Oltre ai classici tour guidati in piazza del Duomo delle 11.30 (questo il vero nome della piazza: dei Miracoli fu un’invenzione di D’Annunzio, confusa poi con il Campo dei Miracoli di Pinocchio) e a una visita della cattedrale dedicata al suo autore, il mitico Busketo (domenica alle 15,30,) per tre giorni in tutta Pisa sarà possibile acquistare fiori e piante di ogni tipo, grazie alla manifestazione Fior di Città: prevista anche la presenza di Vespe del Vespa Club addobbate per l’occasione. Sabato 23 dopo, i l’inaugurazione a Palazzo Blu della mostra dedicata ad Artemisia Gentileschi, intorno alle 18.00 le spallette e i ponti dei celebri Lungarni inizieranno ad illuminarsi di mille candele per la Luminara di Capodanno (sulla scia della più famosa Luminara di San Ranieri del 16 giugno, candidata a patrimonio immateriale dell’Unesco e oggetto di una mostra ad hoc nella chiesa di San Pietro in vinculis). Uno spettacolo suggestivo e incredibile, cui faranno seguito giochi pirotecnici e musicali. Domenica pomeriggio grande regata storica sull’Arno, mentre in piazza Dante sfileranno i cortei dei comuni della provincia pisana. In serata, come ogni Capodanno che si rispetti, scatterà l’operazione cenone: moltissimi dei ristoranti proporranno menu tipici della tradizione o addirittura piatti medievali. Alle 21.30 in piazza Carrara grande concerto di Edoardo Bennato. “All’inizio, quando cominciammo a riproporre il Capodanno pisano, quasi ci presero in giro: lo conoscevano solo gli studiosi ”, racconta Simone Guidotti, vicepresidente dell’Associazione Amici di Pisa. “E’ stata una riscoperta lenta e faticosa ma va dato atto a provincia e comune del grande sforzo fatto in promozione: ogni anno infatti i pisani lo sentono apprezzano sempre di più. Ma non è stato facile: il centro storico di Pisa, infatti, non è più abitato come un tempo: moltissimi hanno affittato le case agli studenti fuorisede (quasi 30.000) e hanno scelto di vivere in villette fuori città”.
(ANSA)
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