venerdì 15 marzo 2013

FUMO ROSSO — di Angela Piscitelli




La dif­fe­renza tra dit­ta­tura e demo­cra­zia è che in demo­cra­zia prima si vota e poi si pren­dono ordini, in dit­ta­tura non dob­biamo spre­care il nostro tempo andando a votare.
(Char­les Bukowski)
Calen­da­rio tiranno, ci obbliga a tor­nare in terra dopo una spet­ta­co­lare indi­ge­stione di Cielo. San Fran­ce­sco, Patrono d’Italia ci aiu­terà a supe­rare con cri­stiana ras­se­gna­zione il fune­rale della nostra demo­cra­zia in coma dal ’92. Una prece.

Inu­tile spe­rare in una con­ver­sione mira­co­losa di Ber­sani: il patto con le toghe rosse è per sem­pre. Come avete ben visto tutti sulle nefan­dezze dei pidini è sceso un silen­zio sepol­crale. Mps? E che sarà mai? Lusi? Chi fu? Ven­dola va a pranzo con chi lo assolve? Anche le toghe devono man­giare; Mar­razzo, Mar­razzo Mar­razzo… Non v’arrazzate che non c’è nulla da fare. Ed anche lui, il Re, pove­retto, siamo seri: come dia­volo faceva a bat­tere i pugni sul tavolo del CSM dopo la vicenda Ingroia? Un Pre­si­dente non viene gra­ziato invano, è chiaro che certi sistemi di stampo giu­di­zia­rio fun­zio­nano così: non ti toc­chiamo il pelo, ma tu non toc­chi il nostro stra­po­tere e ci lasci arro­stire il nemico, quel Sil­vio Ber­lu­sconi reo di avere gua­stato il colpo di stato per­fetto di Mani Pulite con il con­senso degli Ita­liani. C’è andato con il cap­pello in mano, Re Gior­gio, come un postu­lante qua­lun­que, alle volte s’arrabbiassero e deci­des­sero di infie­rire su di lui. A Ingroia ave­vano detto: “una vacan­zella in Gua­te­mala, tu chiudi un occhio e ti tro­viamo una pol­trona in par­la­mento e chiusa la sto­ria”. In realtà ciò che ha distur­bato il delitto per­fetto è il voto degli Ita­liani che si osti­nano a disob­be­dire ai dit­ta­tori: non solo a ingro­iarsi hanno detto un “no” tanto reciso che non c’è stato far­loc­ca­mento che tenesse, ma hanno votato — por­ca­la­vac­ca­blù — in troppi il Cava­liere. Povero Re Gior­gio, al ter­mine di una lunga e penosa car­riera di sol­da­tino rosso, finire a pia­gnu­co­lare davanti agli orchi togati un aiu­tino per togliersi dall’impiccio isti­tu­zio­nale. E loro: “nein”, “nisba”, “tiè”. In più rischia, sudando freddo, di restare ancora un pò sul trono bol­lente per impos­si­bi­lità ogget­tiva del nor­male avvicendamento.
Ma il voto, si sa, in una repub­blica giu­di­zia­ria lascia il tempo che trova: governa chi scende a patti con le toghe.
Lo ha capito bene Grillo — che per il resto di poli­tica non capi­sce nulla, nè gli inte­ressa capire — che si è affret­tato a met­tersi sotto l’ombrello pro­tet­tivo di Boc­cas­sini e C. man­dando un suo “pic­ciotto” a dichia­rare illico in tivù che certo “se si tratta di votare a favore dell’arresto di Ber­lu­sconi, votiamo sì!”. Eccerto. Loro che hanno come motto sulla ban­diera “fate bor­dello e basta” per poter attuare il loro pro­gramma, devono sot­to­scri­vere il patto. Detto, fatto.
Che la magi­stra­tura da ordine e fun­zione si sia fatta potere auto­re­fe­ren­ziale è cosa evi­dente a tutti. Da decenni la sua azione è tesa esclu­si­va­mente a distrug­gere la cre­di­bi­lità dell’Italia che pro­duce, a sman­tel­lare meti­co­lo­sa­mente i poli indu­striali di eccel­lenza (Fin­mec­ca­nica con rela­tiva vicenda indiana), di garan­tire impu­nità e pri­vi­legi a tutti i nemici dello Stato — che siano assas­sini, pen­titi, inqui­siti -, ad inde­bo­lire i ser­vizi segreti (vedi vicenda di Abu Homar). Hanno diritto di vita e di morte sui cit­ta­dini visto che sono liberi di togliere acqua ad una donna in coma e cure com­pas­sio­ne­voli ad una bimba; pos­sono man­dare a morire in galera un malato ter­mi­nale di scle­rosi mul­ti­pla, impos­si­bi­li­tato a tutto, non solo a per­pe­tuare il reato, mani­po­lare le prove e fug­gire. Ed infine, con metodo pro­prio ad ogni dit­ta­tura che si rispetti, ser­virsi di ceffi retri­buiti per costruire prove con­tro i dis­si­denti e sbat­terli in gat­ta­buia con la com­pli­cità dei par­titi affi­liati. E se per caso gli affi­liati, nono­stante ogni accor­tenza, fanno pas­sare una leg­gina che non garba troppo, ecco la Corte Costi­tu­zio­nale pronta a can­cel­larla. Potere asso­luto. Chissà cosa pen­sano della giu­sti­zia i cit­ta­dini di Brem­bate costretti a farsi pren­dere il Dna in massa solo per­ché sarebbe stato poli­ti­ca­mente scor­retto tenere in cella l’extracomunitario — inda­gato o per­sona a cono­scenza dei fatti — che sapeva un po’ troppo sul bar­baro assas­si­nio di Chiara Gam­bi­ra­sio. Lui in galera, mai, Angelo Riz­zoli, sì. Craxi fu fatto morire, vio­lando la Costi­tu­zione che rico­no­sce la cura della salute un diritto: ma per carità, guai a dire che c’è chi — oppor­tu­na­mente togato — ha diritto di uccidere.
Una gran parte della stampa, forse sim­pa­tiz­zante, forse sem­pli­ce­mente “caga­sotto” con­ti­nua a strom­baz­zare che è affare del Cava­liere, che la Giu­sti­zia ita­liana è per­fetta e che se qual­cosa non va per il verso giu­sto è solo una que­stione che man­cano i fogli, che le foto­co­pia­trici sono in panne, e che non ci sono abba­stanza fondi ( ovvio! le inter­cet­ta­zioni costano. Eccome!).
Dun­que, non c’è spe­ranza; è evi­dente che qua­lun­que pastroc­chio par­la­men­tare sarà con­fe­zio­nato domani avrà un solo scopo: tenere in piedi lo stra­po­tere giu­di­zia­rio e coa­liz­zarsi per eli­mi­nare il nemico. Che l’Italia vada in malora, non è affar loro: per sto­ria e per credo, la patria dei rossi è una Sta­lin­grado ideale, senza rac­conto, senza emo­zione, senza uma­nità. Non è chiaro a tutti, disgra­zia­ta­mente, ma è così. Molti con­ti­nue­ranno a cre­dere che eli­mi­nando il “cri­mi­nale capo” l’Italia diven­terà un Eden. E saranno anche loro inghiot­titi nel mirag­gio. Spe­riamo di essere cat­tivi pro­feti. Ma una domanda resta: una volta deser­ti­fi­cata l’Italia, ridotta ad un’immonda dit­ta­tura giu­di­zia­ria senza ini­zia­tiva impren­di­to­riale, senza poli­tica e senza libertà per­so­nali, cosa se ne faranno? Nel deserto anche i dit­ta­tori hanno sete d’acqua, non solo di potere.
Angela Pisci­telli, 14 marzo 2013
 zonadifrontiera.org (Sito Web)

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